Mc Donald’s, la frutta e lo sport

Expo Milano2015, 27 giugno (dal nostro inviato Elio Errichiello)- Non solo hamburger e patatine fritte. McDonald’s prova a diventare leader perfino nel mondo della frutta. La multinazionale americana lancia i Sabati della Frutta a Expo 2015, e si serve di un testimonial d’eccezione, il campione di nuoto Massimiliano Rosolino. E’ per convicere i bambini a mangiare più frutta, spiega l’atleta. Ma non troviamo nessuno di Mc Donald’s a cui chiedere qualche notizia in più sulla provenienza della frutta (da dove arriva? E’ biologica? C’è ogm? Quali accortezze per l’ambiente?) e sui trattamenti che la rendono sempre così croccante e fresca anche dopo giorni. Sulla busta c’è scritto che viene usato l’acido ascorbico (vitamina C) come antiossidante, quindi nulla di male. Ma su altri eventuali trattamenti non abbiamo modo per ora di saperne di più.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia)

Recycling tube, 17 mila felpe con le bottigliette di Expo

Expo Milano 2015, 6 giugno (dalla nostra inviata Martina Cavallaro) – Recycling Tube è una installazione interattiva proposta da CONAI che spiega, ai visitatori di Expo, i vantaggi del corretto conferimento dei rifiuti. Gloria Zavatta, responsabile della sostenibilità per Expo, fornisce un po’ di numeri su recupero dei materiali dai rifiuti correttamente conferiti durante il primo mese di Expo. Ad esempio, dalle bottiglie in Pet raccolte all’esposizione universale, “si ricaveranno 17 mila felpe”.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia)

Energia per nutrire il pianeta

Expo Milano 2015, 12 giugno (dalla nostra inviata Martina Cavallaro) – A volte bastano piccole cose a farci riflettere su grandi temi. Lo sa bene la Caritas, presente ad Expo con la sua “Edicola” che pur senza avere grandi spazi o architetture appariscenti è riuscita a centrare più di altri padiglioni, i temi di Expo. Come nutrire il pianeta? La risposta secondo la Caritas è “Dividere per Moltiplicare”.
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Per spiegare meglio questo concetto, all’interno dell’edicola della Caritas si trovano tre piccole installazioni: la prima è stata creata dagli stessi volontari dell’associazione ed è costituita da monetine da 5 centesimi (per un valore totale di circa 2 mila euro) raggruppati in una sorta di grafico in 3D in cui si può facilmente notare che la maggior parte della ricchezza del mondo è concentrata in pochissime mani.
La seconda installazione consiste in dei semplici pannelli fotografici che ricevono un senso solo se letti come un unico quadro: la vita infatti non è altro che un continuo processo di moltiplicazione e condivisione; come l’esplosione primordiale del Big Bang dalla quale si dipartono le innumerevoli particelle di materia che andranno a formare l’universo; la cellula di un feto che dividendosi crea un bambino; la spartizione di una pizza che permette di far mangiare più persone con un unico pasto; ed infine la condivisione della fatica in un campo di lavoro in India gestito appunto dai volontari della Caritas, dove solo grazie all’aiuto e allo sforzo di tutti si riesce ad andare avanti tra mille difficoltà.
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Quella che però coglie maggiormente l’attenzione del visitatore è una Cadillac nera parcheggiata in mezzo al padiglione. Non un semplice rottame proveniente da un’epoca ormai passata, ma l’opera di Wolf Vostell, uno dei precursori della video-arte. In Energia (questo il nome dell’opera del 1973, che già nella scelta del nome sembra strizzare l’occhio ai temi dell’Esposizione di Milano con trenta anni d’anticipo), l’automobile rappresenta il lusso concesso a pochi, ma che come ogni bene materiale è destinato sciuparsi velocemente. La Cadillac è attorniata da filoni di pane, un bene povero ma necessario a tutti, ricchi e poveri, disposto quasi a formare un muro che cerca di contenere la minaccia che l’individualismo porta con sé. Dentro la lussuosa automobile, infatti, alcuni grossi fucili lanciano con un chiaro riferimento alle guerre per il controllo delle risorse che come ormai siamo abituati a vedere creano vantaggi solo a pochi, a scapito della maggior parte delle persone che vivono nei territori interessati. Durante la prima esposizione dell’opera (la prima happening come si dice nel gergo artistico) i visitatori potevano prendere e portarsi via un filone di pane, avvolgendolo nel foglio di un quotidiano su cui l’autore aveva fatto stampare questa frase: “Sono le cose che non immagini che ti cambieranno la vita”. In questa maniera l’artista voleva contribuire con la sua arte a sfamare la piccola parte di mondo che avesse assistito alla sua opera, rendendo concreto il messaggio che voleva lanciare. Oggi, ad Expo, i filoni di pane non possono più essere portati via, ma i visitatori possono comunque portarsi a casa una copia di “Scarp de’ Tennis”, la rivista venduta dai senzatetto per riuscire a guadagnare qualche soldo.
Un padiglione essenziale, dunque, ma pensato e che fa pensare: uno dei pochi dove si offrono dei reali spunti di riflessione sulle tematiche dell’Esposizione Universale.
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Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia)

Towards a Sustainable Expo – Gli Oscar della sostenibilità

Expo Milano2015, 10 giugno (dai nostri inviati Martina Cavallaro ed Elio Errichiello) – Durante la giornata mondiale dell’Ambiente, sono stati consegnati i primi riconoscimenti del Towards a Sustainable Expo, con il quale la Expo S.p.A, il Ministero dell’Ambiente e il Politecnico di Milano vogliono premiare paesi e aziende che si contraddistinguono maggiormente nell’utilizzo di materiali e buone pratiche sostenibili nei loro padiglioni. I primi premiati sono due nazioni e 3 aziende: Messico, Irlanda, Carlsberg Italia/Birrificio Angelo Poretti, Lavazza e New Holland Agriculture.

Mentre tutti i padiglioni sono tenuti a rispettare alcuni standard minimi, solo alcuni si sono lanciati nel difficile programma chiamato “Towards a Sustainable Expo”. L’amministratore delegato di Carlsberg Italia, Alberto Frausin, spiega le strategie di sostenibilità adottate per Expo.

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La ricetta degli USA per nutrire il pianeta

Expo Milano 2015, 23 giugno (dalla nostra inviata Martina Cavallaro) – Jack Bobo, Senior Advisor for Biotechnology at the U.S. Department of State, risponde alle domande di gNeLab sulle problematiche dell’alimentazione mondiale e le sue possibili soluzioni.

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Bio4Expo – Un’alleanza per la sostenibilità

Expo Milano2015, 10 giugno (dalla nostra inviata Martina Cavallaro) – Un’alleanza delle aziende di prodotti foodservice biodegradabili per far fronte all’importante sfida di sostenibilità giunta con l’Esposizione Universale di Milano: è questo Bio4Expo, che ha ricevuto il riconoscimento di “Fornitore selezionato” da parte di Expo. Bio4expo consente infatti agli espositori di potersi rifornire con un semplice click di piatti, bicchieri, forchette e tutto l’occorrente per servire pasti a milioni di persone scegliendo tra una vastissima gamma di prodotti tutti biodegradabili e compostabili, secondo la norma EN 13432. L’obiettivo comune è il raggiungimento della soglia del 70% del totale dei rifiuti da avviare a riciclo attraverso i Consorzi di Filiera e al compostaggio. Il progetto è sostenuto da Novamont, leader nello sviluppo e nella produzione di materiali e biochemical e ha il patrocinio di AssoBioplastiche. Intervista con Giuseppe Lanzi.

Il cuore verde del jazz

Expo Milano 2015, 10 giugno (dalla nostra inviata Martina Cavallaro) – Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, ci spiega come mai l’Umbria Jazz sará un evento green e quali sono i passi che la sua Regione sta compiendo per meritarsi sotto tutti i punti di vista il titolo di “cuore verde d’Italia”.

Una passeggiata tra la sostenibilità nella piazzetta Poretti

Expo Milano 2015, 21 giugno (dalla nostra inviata Martina Cavallaro) – C’è modo e modo di produrre una birra; ma i consumatori cosa scelgono: gusto o sostenibilitá? Mini sondaggio nella #piazzettadellabirra a Padiglione Italia

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Salame, parmigiano e birra Poretti, matrimonio perfetto

Expo Milano 2015, 20 giugno (dalla nostra inviata Martina Cavallaro) – La birra si presta a diventare l’abbinamento perfetto per i prodotti dell’eccellenza italiana. La piazzetta Poretti di Expo è diventata il luogo principe dove avvengono questi nuovi connubi culinari. In questa occasione la 7 luppoli (fiore all’occhiello del birrificio varesotto) è stata abbinata dagli esperti della scuola Alma di Gualtiero Marchesi ai salumi della macelleria artigianale di Sassello di Giovanni Giacobbe (uno sperimentatore nel suo settore, che ama dare ai suoi prosciutti gli odori tipici della terra ligure, come aglio, basilico e bergamotto), e ad un altro pregiatissimo esempio del Made in Italy: il Parmigiano di Vacche rosse prodotto dalla piccola azienda di Manuel Novati. E’ solstizio, in piazzettadellabirra si degusta festeggiando.

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Food Futures Lab, il progetto tra innovazione e tradizione

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Expo Milano2015, 26 giugno (dalla nostra inviata Sara Leone)- “La vera sfida è cercare un equilibrio tra la salvaguardia delle culture e il trovare idee nuove e fresche per innovare”. Queste le parole di Sarah Smith e Rebecca Chesney, collaboratrici del Food Futures Lab, alla conferenza di presentazione tenutasi al padiglione USA questo pomeriggio. L’Institute for The Future (IFTF), di cui fa parte il progetto Food Futures Lab, si occupa di cercare di capire cosa accadrà nel mondo del futuro: un compito assolutamente non facile, ma allo stesso tempo un’informazione di cui tutti abbiamo bisogno. A questo scopo l’IFTF ha sviluppato delle vere e proprie “mappe di ricerca sul futuro”, in cui si cerca di collegare quello che oggi vediamo nel mondo con quello che pensiamo il futuro ci riserverà. Per quanto riguarda la parte del progetto che riguarda il cibo, gli obiettivi sono ivviamente lodevoli: studiare strategie anche tecnologiche per un mondo in cui si abbia un migliore e un più equo accesso al cibo.

Cinque le categorie da indagare: la produzione, la distribuzione, la manifattura, l’acquisto e il mangiare. Per ognuna di queste vengono attuate diverse strategie, con le quali si cerca di trovare soluzioni. Un esempio: una delle aziende prese in esame sta cercando di ricavare nuove proteine non dalle uova ma dalle piante e, per risparmiare sul trasporto e sui danni ambientali che esso provoca, i prodotti vengono sistemati negli spazi vuoti che ci sono nel packaging delle bottiglie della Coca-Cola, sfruttando così una sorta di “passaggio gratis”.
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Uno dei punti cardine del lavoro dell’IFTF è l’intercettazione dei segnali di cambiamento. Alcuni ricercatori del IFTF sono in Italia: stanno studiando la zona di Reggio Emilia per applicare e verificare le tecnologie a loro disposizione anche in altri paesi e in altri contesti. “La tecnologia è fondamentale ma non è sufficiente a cambiare il futuro – hanno concluso le due collaboratrici di Food Futures Lab – per questo siamo venute qui, per imparare le diverse culture e tradizioni”.

Innovazione, quindi, tecnologia, ricerca e scienza, alla base di questo interessante progetto americano, ma senza dimenticarsi che anche il cibo è espressione della cultura, e in quanto tale è di fondamentale importanza recuperare le tradizioni culinarie per modificare al meglio il futuro.
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