Oasi nel deserto, il campo verticale israeliano

Expo Milano 2015, 16 agosto (dal nostro inviato Peppe Toninelli) – Il padiglione di Israele ad Expo presenta le tecniche usate in agricoltura ed esportate in tutto il mondo come l’impianto di irrigazione a goccia e propone il campo agricolo verticale come strumento di coltivazione per le zone aride del mondo. In esclusiva per Giornalisti Nell’Erba le immagini del raccolto.


Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia).

Dall’Irlanda i prodotti saranno al 100% Origin Green

Il padiglione dell’Irlanda presenta il suo programma sulla sostenibilità Origin Green anche ad Expo e si pone l’obiettivo di diventare leader mondiale delle esportazioni alimentari 100% sostenibili.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia).

#Smile4gNeLab, sorrisi per i gNe da tutto il mondo

Da Expo sorrisi per tutti i gNelabers…

dalla Colombia

dalla Russia

dalla Corea…

dalla Slovacchia…

dalla Francia

dal Messico…

da Israele

dal Sultanato dell’Oman

doppio sorriso dalla Slovenia

dall’Austria…

dall’Angola!

dalla Piazzetta della Birra di Birrificio Angelo Poretti

dall’Irlanda…

dalla Repubblica Ceca…

dall’Estonia…

dal Kuwait…

dalla Francia…

dalla Russia…

dalla Corea…

dalla Slovacchia…

dal Messico…

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Exposizione universale, è frutto della partnership di Giornalisti Nell’Erba con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia)

E’ made in Sicily la bioplastica di canapa

Expo Milano 2015, 10 agosto (dal nostro inviato Giuseppe Toninelli) – È stata presentata anche ad Expo la bioplastica a base di canapa prodotta da Kanesis, startup catanese che guarda al passato per ideare un futuro sempre più green. Il progetto, portato avanti in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania, è in fase sperimentale ed “Hempbioplastic” è il nome provvisorio dato alla prima bioplastica a base di canapa.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia).

Coltivare una coscienza ambientale con gli orti urbani

Expo Milano 2015, 4 agosto (dalla nostra inviata Azzurra Giordani) – L’agricoltura può essere uno strumento multifunzionale: non solo cibo ma anche educazione per il consumatore e cultura della stagionalità. Campagna Amica vuole diffondere questi temi e “coltivare” coscienze ambientali anche grazie alla pratica degli orti urbani.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia).

Food waste, nel 2015, dai 200 grammi ai 2 chili di spreco pro capite a settimana

Expo Milano 2015, 4 agosto (dalla nostra inviata Azzurra Giordani) – Ridurre lo spreco alimentare significa aumentare la disponibilità di cibo. Per farlo bisogna agire sulle cause: spesa non oculata, cucina sbagliata e scorretta conservazione del cibo. Lo si può fare tramite una corretta educazione alla lotta allo spreco alimentare che dovrebbe iniziare a livello scolastico. A riferirlo è Barbara Paolini, medico nutrizionista presso il Policlinico Le Scotte di Siena e vicesegretario nazionale dell’Associazione italiana dietetica e nutrizione clinica.

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Grilli e bachi da seta, cibo per un futuro sostenibile?

Expo Milano 2015, 4 agosto (dalla nostra inviata Azzurra Giordani) – Grilli, cavallette e bachi da seta potranno nutrire i nostri animali domestici e finire sulle nostre tavole: rappresentano una soluzione sostenibile ai fabbisogni alimentari del futuro. Questo il messaggio emerso durante la presentazione del “Libro bianco sugli insetti commestibili”: evento che ha visto la partecipazione di Società Umanitaria insieme a Salone internazionale della ricerca, innovazione e sicurezza alimentare, e del mondo della ricerca scientifica nazionale. Attualmente siamo 7 miliardi di persone sul pianeta, nel 2050 saremo 9 miliardi, l’aumento della popolazione si tradurrà in aumento della domanda di cibo. L’attuale produzione alimentare è causa di alti livelli di inquinamento: genera una produzione di gas serra equivalente al 18% delle emissioni globali prodotte dalle attività umane, il suo mantenimento rappresenta, di conseguenza, una grave minaccia per il pianeta. La sfida per la comunità scientifica è rendere possibile l’aumento della produttività alimentare attraverso sistemi sostenibili e la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) ha individuato negli insetti commestibili una risposta concreta alla sfida del millennio, dunque una risorsa alimentare alternativa e sostenibile. “Gli insetti rappresentano una fonte di proteine e amminoacidi più efficiente rispetto agli altri animali tradizionalmente allevati per l’alimentazione”, afferma Andrea Mascaretti, presidente del comitato scientifico del Salone internazionale della ricerca, innovazione e sicurezza alimentare “a parità di proteine prodotte, gli insetti consumano quantità infinitamente più piccole di mangimi, di acqua potabile, di energia e di territorio, producono meno gas serra e possono essere utilizzati per decomporre i rifiuti senza entrare in competizione alimentare con gli stessi esseri umani”.

Gli insetti rappresentano una fonte alimentare sostenibile. Maura Calliera, ricercatrice presso il centro Opera dell’Università Cattolica di Piacenza, ci spiega perché e ci parla del “Libro Bianco sugli insetti commestibili”

Gli insetti possono essere impiegati sia per l’alimentazione umana che per produrre mangimi per gli animali domestici. Ma nutrirsi con gli insetti non rappresenta affatto una novità per l’uomo. Secondo la FAO l’uso degli insetti come cibo è praticato in molti paesi del mondo, in particolare in gran parte dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, per un totale di circa 2 miliardi. Prima di introdurli come alimento nei nostri paesi sono, però, necessarie ulteriori ricerche per verificare i rischi per la salute dell’uomo e degli animali e per ottimizzare i sistemi di allevamento, e altri ostacoli da superare saranno, certamente, quelli normativi, poiché al momento non esiste una legislazione che regoli la raccolta e la produzione di alimenti a base di insetti. Ultimo e più grande impedimento all’uso degli insetti come cibo: quello culturale. “L’insetto è relegato a un ruolo negativo: viene visto come qualcosa che danneggia le coltivazioni e le derrate alimentari, che punge”, afferma Mario Colombo, professore di entomologia generale e applicata presso l’Università di Milano “dobbiamo portare l’insetto a un ruolo di dignità, che di fatto ha nell’ambiente e ha avuto nel tempo. L’insetto va visto come alleato: è già usato come alimento e sono note molte sue applicazioni anche in medicina, può essere, dunque, usato a beneficio dell’uomo. Lo definirei oro a sei zampe”. Ci alimentiamo tuttora di poche specie animali e vegetali che abbiamo addomesticato o modificato geneticamente. Sono innumerevoli, invece, le specie da usare come alimento, tra cui gli insetti, a noi sconosciute. L’uso alimentare di alcune specie è un prodotto culturale, pertanto se vogliamo introdurre l’uso degli insetti come cibo dobbiamo realizzare la scoperta di questo nuovo alimento e la stessa informazione non deve riprodurne una percezione negativa. E’ una grande opportunità dal punto di vista ambientale, gastronomico e nutrizionale, essenziale per il futuro del nostro pianeta. La conoscenza delle potenzialità di questa fonte alimentare può essere un motore di cambiamento.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia).

Lotta alla fame e cambiamenti climatici. Nazioni Unite “non andremo da nessuna parte senza collaborare”

Quali azioni stanno attuando le Nazioni Unite per sconfiggere la fame nel mondo entro il 2030? E che peso avranno i cambiamenti climatici nel raggiungimento di questo obiettivo? Risponde Eliana Haberkon, membro del team delle Nazioni Unite a Expo.

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Stop allo spreco alimentare con gli oli essenziali

Expo Milano 2015, 3 agosto (dalla nostra inviata) – Gli oli essenziali possono contrastare il deperimento e il conseguente spreco del cibo, aumentandone quindi la disponibilità, esigenza impellente in un secolo interessato dall’aumento della popolazione a livello globale. A riferirlo è Erica Feliziani, dottore di ricerca in Patologia vegetale ll’Università Politecnica delle Marche. Per causa microbica la frutta e la verdura sia prima che dopo la raccolta vanno incontro a processi di deterioramento. Attualmente circa il 25% della frutta e della verdura prodotte a livello globale va sprecato poiché soggetto marciumi, ma tale percentuale può raddoppiare nei paesi in via di sviluppo. Per contrastare i processi di deterioramento dei prodotti ortofrutticoli in agricoltura convenzionale si usano i fungicidi, molti dei quali sono vietati dalla legge a causa della loro elevata tossicità. Inoltre, oltre a essere dannosi per l’ambiente e per l’uomo, i fungicidi possono innescare lo sviluppo di resistenza da parte dei prodotti stessi. Una valida alternativa a basso impatto ambientale ai fungicidi è rappresentata da sostanze naturali, come gli oli essenziali, estratte dalle piante. “Gli oli essenziali sono prodotti naturali delle piante, una miscela di composti aromatici, idrofobici e volativi, estratti tramite un processo di distillazione da piante officinali”, spiega Erica Feliziani.

Erica Feliziani, Dottore di ricerca in Patologia vegetale dell’Università Politecnica delle Marche.

Gli oli vengono immagazzinati all’interno di speciali strutture di riserva delle piante, e hanno un ruolo di difesa contro l’attacco di parassiti ed erbivori. Anche all’interno di uno stesso individuo può esistere grande variabilità nella composizione degli oli essenziali. Timo, rosmarino, menta e lavanda sono esempi di piante da cui è possibile estrarli. Gli oli essenziali vengono applicati ai prodotti ortofrutticoli per lo più tramite un processo di fumigazione, ma come agiscono? “Tanti composti a basso impatto ambientale, come gli oli essenziali, sono caratterizzati da attività antimicrobica e/o sono induttori di resistenza”, prosegue l’esperta. “In genere gli induttori di resistenza sono parti del patogeno o della pianta, o loro analoghi. Quando tali composti sono applicati alla frutta o in generale ai tessuti vegetali è come se simulassero la presenza del patogeno, andando ad attivare meccanismi di difesa nei tessuti della piante che quindi sono pronte a fronteggiare eventuali attacchi futuri da parte di patogeni. Il patogeno, una volta iniziato il processo di infezione, non viene comunque quasi mai ucciso, ma inibito”. Il trattamento con oli essenziali e altri composti naturali è molto efficace nel contrastare marciumi pre e post raccolta dei prodotti ortofrutticoli, come dimostrano i risultati degli studi condotti su fragole, ciliegie e uva da tavola. In particolare, studi condotti su fragole trattate con oli essenziali dopo la raccolta e immagazzinate per 7 giorni a una temperatura compresa tra – 1 e + 1 C° hanno messo in evidenza che la percentuale di riduzione dei marciumi può arrivare a essere quasi del 50%, più comunemente oscilla attorno a valori dal 20 al 40% (fonte: Romanazzi, Feliziani et al., 2013). Molto significativa anche la riduzione delle perdite, causate dallo sviluppo di marciumi, di fragole trattate sul campo, dunque prima della raccolta, con oli essenziali: le percentuali di riduzione dei marciumi arrivano anche a superare valori dell’80% (fonte: Feliziani, Landi et al., 2015). Le potenzialità di questi composti naturali sono, dunque, elevatissime: permettono di ridurre gli sprechi alimentari ma senza danneggiare l’ambiente, a differenza dei comuni fungicidi, con il risultato di aumentare la disponibilità di cibo. Gli oli essenziali rappresentano una soluzione innovativa e sostenibile di cui ha bisogno il pianeta per nutrire la sua popolazione in rapida e costante crescita.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia).

Corvezzo, va a caccia di innovazioni per il vino, ma ad Expo beve birra

Expo Milano 2015, 3 agosto (dalla nostra inviata Azzurra Giordani) – Producono vino biologico ma bevono birra Poretti. Sono i membri dell’azienda agricola Corvezzo, i quali durante la loro visita a Expo fanno sosta nella piazzetta di Birrificio Angelo Poretti, nel cuore del Padiglione Italia. A raccontarci le caratteristiche dell’azienda è l’imprenditore titolare Renzo Corvezzo, che vede nella visita a Expo una grande occasione di crescita professionale.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia).