Un progetto italiano per la “circolarità” europea

 

articolo di Margherita Esposito, 17 anni, liceo G. Alessi di Perugia (La Siringa)unnamed-1
SCREEN (Synergic Circular Economy across European Regions): ecco il nuovo progetto che lavorerà per diffondere dei modelli di economia circolare in tutta l’Europa.

È un progetto innovativo che parte proprio dall’Italia, più precisamente dalla Regione Lazio, approvato dalla Commissione Europea, la quale ha già stanziato circa 1,7 milioni di euro per la sua realizzazione. La Regione Lazio, affiancata dall’università della Tuscia, studierà le caratteristiche socio-economiche e industriali delle regioni coinvolte e attraverso i risultati ottenuti sarà creato un approccio intento a sviluppare modelli di economia circolare in tutta l’Europa.

Questo progetto ha un grandissimo valore dal punto di vista sociale, perchè rivela la consapevolezza da parte dell’Unione Europea di dover andare contro gli sprechi e iniziare a trovare strade che ci permettano di creare un’economia più sostenibile e che riduca gli sprechi al minimo.

Alessandro Ruggeri, rettore dell’università della Tuscia, parlando di questo progetto ha detto:”Lo sviluppo economico dell’area euro può sfruttare le specializzazioni produttive presenti nelle diverse regioni per poter costruire una catena del valore rispettosa dell’ambiente, che contribuisca alla creazione di servizi che salvaguardino la circolarità, la resilienza dei processi di produzione e più in generale dell’intera economia”.

Sicuramente ancora c’è molta strada da fare prima di trovarci in un’Europa basata sull’economia circolare, un’Europa che riduca gli sprechi al minimo, un’Europa più sostenibile, ma questo progetto è già un grande passo che l’Europa ha fatto in questa direzione, e noi in qualità di italiani dobbiamo essere fieri che un progetto di così grande importanza sia partito proprio dal nostro Paese.

Seconda vita con Secondamanina

di Edona Xhaferri e Francesca Biancalana, del liceo sceintifico G. Alessi di Perugia

img-20170407-wa0071Nell’era in cui viviamo, il consumismo è ormai diventato parte della società e della vita di ognuno di noi; la gente compra a dismisura oggetti, talvolta anche inutili, buttandoli poi via dopo breve tempo perché fuori moda.
Uno dei settori più colpiti è quello dei bambini; si parte ad esempio con una infinità di spese ed un consumo esagerato di oggetti che dopo il breve utilizzo vengono buttati o messi da parte.
Ma come si può ridar vita a questi oggetti? A questo ha pensato Elisa Bagnetti, imprenditrice che ha deciso di fondare “Secondamanina” un negozio per l’acquisto e la vendita di oggetti usati, in particolare nel settore infantile. Esso si trova in una zona commerciale del territorio umbro, precisamente a Ellera, in provincia di Perugia ma si possono trovare altri siti anche nel resto d’Italia . Ma come funziona? Come tutti i mercatini dell’usato la merce viene ritirata in conto vendita e poi, per la valutazione dell’attrezzatura, si ricerca ogni oggetto sul web: se il prodotto è ancora in produzione, lo si pone alla metà del valore del nuovo, se invece è fuori produzione ma attuale e funzionante, si stabilisce un prezzo in proporzione allo stato di conservazione. Parlando con la proprietaria abbiamo scoperto, inoltre, che il mercato dell’usato sta incrementando i profitti e si sta diffondendo in vari ambiti grazie ai numerosi vantaggi che da sia al compratore che al venditore. Si spera, quindi, che in un futuro remoto le persone inizino a evitare le spese eccessive e a valorizzare ciò che possiedono anche semplicemente vendendo o prestando oggetti a chi ne farebbe un uso migliore.

Panta Rei gNe11

“Parlare di Panta rei, Eraclito, all’interno di un progetto di educazione ambientale come gNe11 Giornalisti Nell’Erba con alunni di scuola primaria?
Secondo noi si può e si deve, anzi siamo stati ascoltati anche in Sala Rossa al VII Municipio grazie all’invito dell’assessore all’istruzione Elena De Santis. Piccole idee trasmesse ai grandi!””
Opera della Classe 5 C dell’I.C Via G Messina di Roma con il coordinamento di Paolo Aghemo, Carla Vergine, Chiara Lamberti e Antonietta Farro

Tutto scorre (podcast)

Cosa significa Panta rei per alunni della scuola primaria in contesto di educazione ambientale? Gli alunni della 3 D del Plesso Via Fadda dell’I.C. via G. Messina di Roma, con l’aiuto di Antonietta Bardoscia, ci comunicano la loro idea, chiara, in modo allegro in una trasmissione radio di cui potete ascolta qui sotto il podcast
 

Ascolta “Tutto cambia” su Spreaker.

Il blackout

Racconto di Marianna Antonuzzi, 18 anni, di Monterotondo

C’era una volta un sommo saggio che molto tempo fa predicava nelle piazze, si chiamava Eraclito e sosteneva che “tutto scorre”: Panta Rei.

Renato, un giovane principe azzurro della Repubblica Italiana del XXI secolo, ingenuamente si interrogava sul come potesse un filosofo dell’antica Grecia dare a lui, giovane uomo del terzo millennio, consigli di vita.

Proprio per via di queste incomprensioni di carattere logico Renato per quel giorno scelse di chiudere il tomo di filosofia e di uscire a farsi una passeggiata.

C’era un bel calduccio a quell’ora soleggiata del pomeriggio, ma Renato non parve farci caso: sbuffò sfilandosi il giacchetto in ecopelle e si calcò gli occhiali sulla testa, grugnì infastidito dal sole che non gli permetteva di leggere il display del telefono: inarcò la schiena per gettare ombra sul cellulare e gli occhiali da sole gli scivolarono sul naso, ma finalmente era riuscito a sbloccare lo schermo e ad alzare la luminosità.

Affari di casa nostra

di Leonardo Suvieri, 17 anni, corrispondente gNe da Perugia e redattore de La Siringa (Liceo G. Alessi, coordinamento Annalisa Persichetti)

pietralungaC’è una ricchezza che marcisce, che non viene sfruttata da nessuno nel nostro paese. Da anni dovrebbe essere restituita alla comunità sociale, per dare lavoro, ma è ferma, congelata, non può rientrare nel circolo. Cosa si aspetta?… Che la legge venga applicata.

Le più grandi associazioni a delinquere del nostro Paese hanno portato i loro affari ovunque. La stessa Umbria è stata occupata dalle principali cosche mafiose: ‘ndrangheta e camorra. Negli ultimi anni sono stati sequestrati beni nella maggior parte delle città umbre, per un valore complessivo che supera le centinaia di migliaia di euro.

Nel 2016  le confische di beni immobili in Umbria sono state 74, un salto considerevole rispetto agli anni precedenti (nessuna nel 2011, 4 nel 2013). Sono stati oggetti di sequestri 4 aziende, 10 abitazioni (di tipo civile o economico), 11 magazzini, 5 tra stalle, scuderie, rimesse ed autorimesse, 7 beni di enti locali, 34 diversi appezzamenti terrieri, 3 beni immobili di altro tipo.

pietralunga-1Il primo di questi beni ad essere stato sequestrato è però l’unico per il quale è iniziato un effettivo percorso di riutilizzo sociale. Da quattro anni i terreni di Col della Pila, nel comune di Pietralunga, in provincia di Perugia, confiscati alla ‘ndrina reggina dei De Stefano, sono stati affidati ai volontari di Libera Umbria, grazie ai quali sono stati bonificati 20 ettari di cui 80 a bosco.

Si può quindi dire che, ad oggi, il progetto di riutilizzo di queste confische, non è quasi del tutto partito. La mafia ha sottratto ricchezza al nostro paese: soldi, negozi, aziende, attività imprenditoriali, immobili. Ora questa ricchezza è abbandonata, non viene restituita o reimpiegata per uno sviluppo economico: le case vuote potrebbero alleviare i problemi di famiglie che non si possono pagare la casa, le aziende potrebbero ripartire e ridare lavoro, i campi potrebbero essere di nuovo coltivati…Invece da decenni tutto è congelato, si deteriora inutilmente. Ed è un grande spreco. Economia circolare è anche questo: riconvertire e riutilizzare, non solo rifiuti, ma anche ricchezza.