Dalla mucca pazza all’influenza suina: dobbiamo diventare tutti vegetariani?

di Manuela Tugliani, 16 anni, del Liceo G. Alessi di Perugia, coordinamento Annalisa Persichetti e Chiara Fardella

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La comunicazione incontrollata di allarmi sanitari sugli animali ha provocato e provoca tutt’ora psicosi collettive nei consumatori amplificate oggi dal passaparola della Rete.

La cattiva informazione spesso porta a prendere decisioni dettate da una credenza di massa, ed è questo il caso della riduzione del consumo di carne a causa di pandemie come l’influenza suina, l’aviaria e la mucca pazza. Ma quali di queste malattie vengono trasmesse realmente dagli animali agli uomini attraverso il consumo della loro carne? Per capirne di più ho deciso di intervistare degli esperti: la dott.ssa Raffaella Cardinali, dottore di Ricerca agraria, agr.phD; dell’ufficio Anagrafe Zootecnica di Confagricoltura Umbria, e  il professor Simone Stella dell’Università di Milano che si occupa di scienze veterinarie per la salute,la produzione animale e la sicurezza alimentare.

Bufale con le ali

di Sofia Cesaroni, 16 anni, del liceo Galeazzo Alessi di Perugia, coordinamento Annalisa Persichetti e Chiara Fardella

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Sin dal VI secolo a.c il miele è un importantissimo alimento per l’uomo. Definito il “dessert” naturale, ha subito tante diffamazioni e false credenze nel corso degli anni: e allora scopriamole! Come abbiamo detto il miele è un alimento dolce ma naturale, eppure per tanti anni si è creduto che il miele avesse degli zuccheri aggiunti, e alcune persone ancora lo pensano oggi! Ma perché si crede ciò?

davL’opzione più credibile è che la maggior parte degli apicoltori usa il candito per nutrire le api in inverno. Il candito è un alimento a base di glucosio e saccarosio che viene dato alle api in inverno, poiché anche le api hanno una stagionalità. Ciò significa che da marzo ad agosto sono produttive (cioè escono a nutrirsi di polline e producono il miele) ma negli altri mesi no. E come fanno a vivere se non escono dall’aria? Semplicemente con il candito. Questa credenza dello zucchero nel miele è stata accresciuta anche dal mistero che aleggiava intorno alla ricetta del miele fino agli anni ’50, tramandata di solito dalle famiglie. Ma grazie alla globalizzazione possiamo finalmente sfatare questo falso mito.

Altra notizia prettamente falsa: l’apicoltura è un settore “per vecchi”, destinato a morire. Assolutamente no! Le api sono di incredibile curiosità per i giovani d’oggi e una grandissima risorsa in quanto con un minimo investimento e poco lavoro si riesce a creare un profitto cospicuo con cui vivere anche nei mesi di non produttività. Ciò è dovuto all’ aiuto di contributi regionali ed europei che tengono alla salvaguardia delle api, ecosistema indispensabile per il nostro Pianeta. Ultima ma non meno importante è la credenza della regina. Una regina non è per sempre, non parliamo mica di diamanti! Ogni 3 anni, in media, va sostituita e curata regolarmente. Se tenuta in buone condizioni può vivere fino a dieci anni (una notevole differenza dalle operaie che in media vivono venti giorni). Come citato sopra è necessario mantenere una regina giovane e produttiva invece che vecchia e stanca. In conclusione se si vuole acquistare un buon miele consultare sempre l’etichetta, non dare peso al prezzo e (se possibile) risalire al luogo di produzione e confermare che rispetti le norme igieniche sancite dall’ USL. Verificare sempre che sia puro e filtrato, se si parla di barattoli confermarne il sigillo di freschezza. Buon appetito!

Indagine giornalistica su bufale alimentari supercredibili da menti influenzabili

di Valerio Bucciaglia, 15 anni, di Pomezia

Oggigiorno tutte le notizie su ciò che mangiamo possono essere insidiose creando allarmismo e confusione tra i lettori.

Ma se provassimo a proporre un sondaggio con 4 notizie false ed una vera i lettori capirebbero quali sono le notizie false? L’abbiamo fatto utilizzando una inchiesta tramite moduli Google divulgati su social network. I risultati sono sconcertanti, addirittura l’unica informazione vera è stata data per falsa.

Partiamo prendendo in questione la prima bufala, essa molto in voga agli inizi del 2000 parla dei danni alla salute causati dal glutammato monosodico.

Ma che cos’è il glutammato monosodico; il glutammato monosodico è un amminoacido utilizzato sin dal 1900 nella cucina orientale, è presente in molti degli alimenti vegetali e animali ma è bersagliato per la sua presenza nel dado alimentare. Ebbene si! Alcune riviste lo accusano di provocare asma, reazioni allergiche ed emicranee. Queste notizie false sono smentite da notevoli articoli scientifici. Nel 2006 veniva postato un articolo “Reconsidering the effects of monosodium glutamate: a literature review”, un riepilogo di tutte le pubblicazioni degli ultimi quarant’anni sui possibili danni causati dal glutammato. L’articolo si conclude con questa dicitura:nonostante la convinzione diffusa che il glutammato monosodico possa provocare mal di testa, e altri sintomi, non ci sono dati clinici coerenti a supporto di questa affermazione”.

Ma come se la saranno cavata coloro che hanno risposto al sondaggio?

Purtroppo, il 63% di coloro che si sono offerti a sottoporsi al sondaggio, ha risposto che il glutammato può causare danni alla salute. Risposta superficiale direi! La convinzione che Il glutammato faccia male è ancora nelle menti di molti forse causa di alcuni blog o finti divulgatori che parlano “per sentito dire”.

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La seconda domanda del sondaggio riguardava il sale iodato e i suoi benefici per la salute. Nonostante questo quesito fosse l’unica notizia vera presente nel sondaggio, il 30% delle persone hanno asserito che la notizia non fosse veritiera. Infatti il consumo di iodio come riportato dal OMS (Organizzazione mondiale della sanità) è fondamentale per lo sviluppo del cervello e per lo sviluppo del feto. Il sale iodato è fondamentale in quanto lo iodio è presente in quantità relativamente piccole nel cibo.

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Altro quesito posto al pubblico è: “I carboidrati la sera fanno ingrassare?” Questa illusione naviga nelle teste degli influencer. Anche questa volta la letteratura scientifica ci viene incontro con uno studio del 2009Metabolic rate and fuel utilization during sleep assessed by whole-body indirect calorimetry”,dopo aver effettuato un test si è potuto dire che I dodici soggetti di sesso maschile presi in considerazione  hanno dormito fino al naturale risveglio e la documentazione polisonnografica del sonno è stata registrato ,è emerso che il dispendio energetico durante la notte rimane quasi uguale a quello giornaliero. Il 58% delle persone, forse già in ansia per la prova costume, ha affermato che la notizia è vera contro il 42% che non si è fatto sopraffare dai timori.

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  Vi è mai capitato di vedere al bar persone indecise tra la bustina dello zucchero bianco e di quello di canna? Ebbene si un’altra notizia falsa riguarda proprio il primo espresso della giornata. Questa notizia non è veritiera perchè se andiamo a vedere le tabelle sui micronutrienti dell’agenzia americana FDA ci vengono dette le dosi di micronutrienti da assumere al giorno. Confrontando i micronutrienti contenuti nello zucchero di canna con le tabelle notiamo che le quantità di micronutrienti sono assolutamente insignificanti, per esempio la dose suggerita di potassio giornaliera è 4700 milligrammi e per poter soddisfarla usando lo zucchero di canna ne dovremmo assumere 3.5 kg al giorno una dose da cavalli. Quindi la differenza anche se numerica dal punto di vista nutrizionale è assolutamente nulla.

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Siamo arrivati al termine di questo articolo ma non possiamo parlare dell’ultimo quesito del sondaggio. Quello con la maggiore percentuale di risposte errate. Le sostanze estratte dalle piante sono migliori di quelle di sintesi? Purtroppo questa domanda ha ingannato molti basti pensare che il 73% ha sbagliato a rispondere. Ma perché le sostanza estratte dalle piante sono uguali a quelle di sintesi? Il motivo è che la tossicità di una sostanza non è data dalla sua provenienza ma dalla sua struttura chimica. “E se nelle sostanze di sintesi rimangono residui di sostanze indesiderate?” Ciò avviene non alle sostanze sintetizzate perché matematicamente sappiamo le quantità di reagenti per evitare che rimangano nel prodotto finale ma proprio alle sostanze estratte da vegetali spesso spacciate da finti scienziati o peggio ancora medici per migliori rispetto alle sostanze di sintesi.

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Ormai viviamo in un mondo dove non sappiamo più a chi credere dove medici e anche persone di una certa cultura diffondono informazioni errate sfruttando la ignoranza dei seguaci che quasi sempre diventano un sostenitori economici e pubblicitari di tali. Per avere la sicurezza dio ciò che viene affermato anche da un premio Nobel dovremmo andare a consultare la letteratura scientifica cosa che non viene quasi mai fatta.

Bibliografia

Reconsidering the effects of monosodium glutamate: a literature review

Metabolic rate and fuel utilization during sleep assessed by whole-body indirect calorimetry

http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/04/06/miti-culinari-5-le-virtu-dello-zucchero-di-canna/

bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/04/25/ancora-sugli-additivi/

https://www.who.int/elena/titles/salt_iodization/es/

 

Fake news in medicina: la sclerosi multipla è curabile?

di Flaminia De Santis, 15 anni di Roma, e Davide Avanzato, 16 anni di Frascati – Liceo Cicerone di Frascati (RM), coordinamento di Chiara Carosi

immagine-articolo-codice-1552422987046L’aumento dei social media in questi anni ha determinato la nascita del fenomeno delle Fake News.
Queste non colpiscono solo i cittadini comuni ma anche i professionisti di ogni categoria.
Nell’ambito della ricerca medica la diffusione delle Fake News sta generando misinformazione, disinformazione, luoghi comuni, miti, mode e leggende mettendo a rischio la salute delle persone.
I pazienti affetti da Sclerosi Multipla sono in modo particolare colpiti da questo fenomeno, abbiamo intervistato la Dott.ssa Doriana Landi ricercatrice del Centro Sclerosi Multipla del Policlinico Tor Vergata di Roma che così descrive la malattia:
“La sclerosi multipla è considerata una delle malattie che più frequentemente induce disabilità nel giovane adulto, malattia a carattere autoimmunitario che provoca l’aggressione delle cellule della guaina mielinica dell’organismo da parte del sistema immunitario; la patologia esordisce a seguito di uno stimolo ambientale, come un’infezione batterica oppure un altro stato infiammatorio, e determina un danno del sistema nervoso centrale di tipo focale.”
Le Fake News inerenti la malattia sono in continuo aumento e la Dott.ssa Landi spiega il motivo di ciò: “Ad oggi, nonostante esistano molte teorie scientifiche e dati scientifici a supporto della patogenesi, ancora non è stata scoperta la causa della malattia e ciò comporta la nascita di terapie alternative non basate su un metodo scientifico che propongono cure miracolose non producendo risultati positivi.”
Alcuni siti mostrano come la Sclerosi Multipla possa essere curata utilizzando speciali diete ed alimentazioni, come la ricerca della Dott.ssa Terry Walhs nella quale viene descritta una dieta che le ha salvato la vita, riuscendo anche a sconfiggere la malattia alzandosi dalla sedia a rotelle nel giro di un anno, cosa impossibile poiché come affermato in precedenza la Sclerosi Multipla è una malattia progressivamente invalidante ritenuta finora incurabile.
Un altro esempio di Fake News che ci riporta la Dott.ssa è quello di pazienti che si facevano pungere da api più volte al giorno per attenuare l’infiammazione e il processo di demielinizzazione.
Da esperta la Dott.ssa Landi afferma: “Per evitare la disinformazione ed evitare che i pazienti abbocchino a queste Fake News bisogna dare al paziente spiegazioni più chiare e aggiornate possibili, in modo che questo riconosca la professionalità e la competenza del medico dettata dal rigore scientifico; nonostante ciò, a giorno d’oggi c’è la tendenza dei pazienti di cercare autonomamente informazioni, basandosi sul fatalismo e la superstizione, tutto questo è difficile da controbilanciare con la scienza medica tradizionale, la cosa migliore è quella di assecondare la richiesta del paziente offrendo loro siti affidabili da consultare”.
Abbiamo chiesto alla Dott.ssa come si comporterebbe se un paziente un giorno venisse da lei e le dicesse di voler sospendere la terapia poiché ha trovato una cura alternativa sul web. “Questi sono dei momenti difficili per noi medici poiché dobbiamo superare una difficoltà personale nel vederci messi in discussione, una volta fatto ciò bisogna convincere il paziente, spiegando le conseguenze delle proprie azioni, poiché in una malattia come questa se la terapia non dovesse avere una sufficiente certezza determinerà lo sviluppo di una disabilità permanente, e ciò il medico lo sa molto bene al contrario del paziente, quindi l’obiettivo di noi medici è quello di comunicare ciò senza far sembrare che sia un modo per portare acqua al proprio mulino, cioè alla propria teoria scientifica e questo non è sempre semplice.”
L’incontro con la dott.ssa Landi ha posto in evidenza la condizione vissuta quotidianamente dai pazienti affetti da Sclerosi Multipla.
Questi, consci della loro condizione clinica, spesso la rifiutano cercando rifugio in notizie provenienti dai social media, questa ricerca li espone al rischio di essere ingannati da manipolatori che sfruttano la rete per diffondere informazioni false.
Se le Fake News non vengono individuate dal paziente come tali possono danneggiarlo, inducendolo a sospendere le cure basate sul metodo scientifico.
La lotta alle Fake News è appena iniziata, anche il Papa ne ha parlato recentemente ed i Politici stessi cercano soluzioni che difendano i cittadini.
In medicina, come indicato dalla Dott.ssa Landi, la difesa dei pazienti passa attraverso l’informazione, l’aggiornamento continuo e il rapporto di fiducia che tutti i medici dovrebbero instaurare con i loro assistiti.

L’urlo green connette realtà virtuose

della redazione dell’Urlo Green della Pascoli – Nivola di Assemini( Ca), coordinamento di Roberta Mascia e Bernardina Troncia

Quest’anno il nostro blog dinamico ha dato voce alla Laguna di Cagliari, chiamata Stagno di Santa Gilla. In particolare ci siamo occupati della sostenibilità di un impianto industriale ubicato nella Laguna: le Saline Conti Vecchi.

Ai nostri servizi e reportage abbiamo dato un approccio propositivo per un’informazione costruttiva che non solo metta in luce delle buone iniziative, ma che possa anche creare una connessione fra le diverse realtà virtuose in modo da renderne più concretamente spendibili le idee.

l’URLO GREEN

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Racconto di Gabriele Ripandelli, 18 anni, di Perugia.

Nessuno parlava. Nell’aula regnava il silenzio. L’unico rumore che si poteva sentire era quello dello scorrere delle penne sui fogli. Era una cosa molto strana per una classe di un liceo. Dei ragazzi soprattutto all’età di 18 anni in grado di seguire con quell’attenzione il docente non si erano mai visti. Eppure I 25 ragazzi dello scientifico di Perugia non osavano mai parlare durante le spiegazioni di Belardinelli. Non si capiva  il perché. Non credo fosse tutta causa dell’interesse per la materia che in una situazione del genere si sarebbe dovuto chiamare passione vera e propria. Non era neanche la paura per gli esami in cui scienze aveva un ruolo chiave e che ormai erano veramente vicini.  La condizione oramai era la stessa da due anni. Forse era il terrore che quella testa pelata di prof suscitava in loro. Probabilmente era cosi’…. (continua sfogliando qui sotto)

Oro verde: il “petrolio” del futuro

Multinazionali e cementificazione, i killer della terra. Stop allo sfruttamento intensivo del suolo.

di Clara Marangoni, 18 anni, dell’ISS Luciano Dal Cero di San Bonifacio (Verona)

cementificazione2“Tenetevi caro il pezzo di terra che avete, perché un giorno varrà quanto l’oro”.

Queste sono le parole che mia madre si è sentita ripetere fin da piccola da suo nonno.

Saranno passati quarant’anni, ma mai un’affermazione poteva essere più vera: l’agricoltura, il terreno, sono da sempre indispensabili per la nostra sopravvivenza ed il nostro benessere. Senza di essi non avremmo la maggior parte del cibo che portiamo sulle nostre tavole o le varie risorse minerarie che hanno permesso lo sviluppo della nostra società.

Purtroppo, questo non è bastato a fermare l’istinto distruttivo dell’uomo.

Secondo l’European Environment Agency l’Europa è uno dei continenti con maggior sfruttamento intensivo del suolo (circa l’80%), soprattutto per insediamenti abitativi ed infrastrutture industriali. Le richieste di territorio all’Unione Europea da parte di imprese e governi è nettamente superiore al suolo ancora realmente sfruttabile.

Le conseguenze sono molto gravi: l’utilizzo estremo del terreno è uno dei fattori con maggiore impatto sul cambiamento ambientale, in particolare sulla qualità della vita, gli ecosistemi e la gestione delle infrastrutture.

Questa ricerca eccessiva di risorse sta creando una situazione catastrofica, di non ritorno. La terra riesce sempre meno a sostenere ulteriori sfruttamenti e cambiamenti.

A questo proposito, i governi dei singoli Paesi e l’UE hanno chiamato tutti, dai singoli cittadini alle imprese, alla sostenibilità, decretando di cercare di ridurre la cementificazione entro il 2050. Certo, è un grosso obiettivo ed un buon proposito. Ma se fosse troppo tardi? Perché hanno aspettato che le condizioni diventassero quasi irreversibili prima di agire?

Ci sono aree del mondo dove la percentuale di cementificazione e sfruttamento del suolo sta raggiungendo livelli fin troppo elevati ed uno di questi è proprio la pianura padana.

Secondo un’inchiesta de L’Espresso, le due città con le maggiori colate di cemento sono Milano e Torino mentre il Veneto è la regione con più consumo di suolo in un’area che si estende dal Lago di Garda fino alla provincia di Venezia.

Nonostante gli incentivi da parte della Comunità Europea per fare in modo che il suolo consumato non sia superiore al suolo ancora recuperabile, proprio quest’ultimo è ormai inesistente, mentre quello occupato da abitazioni, impianti ed infrastrutture aumenta sempre di più.

Purtroppo per noi (e per il pianeta) non siamo gli unici peccatori: tra le aree più martoriate e sfruttate dalle multinazionali rientrano l’Africa ed il Sudamerica. In questo caso a risentire dell’impatto ambientale non è solo il terreno, ma anche la popolazione locale.

Col passare del tempo, le multinazionali hanno assunto il controllo di vasti territori, in Africa per il petrolio e le risorse minerarie, in Sudamerica per la costruzione di nuovi insediamenti e piantagioni intensive, costringendo la gente ad abbandonare le proprie case e tutto ciò in loro possesso (l’espropriazione forzata è uno dei principali motivi che spinge i profughi verso l’Europa) per lasciare spazio a pozzi petroliferi e miniere che inquinano sempre di più i cosiddetti “polmoni della Terra”, come le foreste del Congo e la foresta amazzonica, ingigantendo quello che è già uno dei problemi ambientali più discussi: la deforestazione.

Se pensate che i governi locali intervengano per prevenire queste fughe di massa, beh vi sbagliate.

Senza un “piccolo aiutino” dall’interno, come avrebbero fatto le multinazionali ad insediarsi così fortemente in questi ricchissimi territori?

E dunque, alla luce di questi fatti europei e non, quali possono essere le soluzioni per fermare almeno una delle piaghe che sta distruggendo il nostro pianeta? Tornare ad un’agricoltura più sostenibile, rispettosa dei tempi della natura e che impieghi prodotti meno invasivi, tornare a sementi antiche, quasi perdute, e che hanno comunque il vantaggio di essere assai resistenti, in Europa come nel resto del mondo, anche laddove è possibile avere nuovi terreni resi fertili.

Inoltre, bisogna veramente puntare al massimo recupero del ricchissimo patrimonio immobiliare esistente, basta nuovo cemento.

Il nostro mondo necessita di maggiore equità in ogni ambito; ogni uomo deve essere educato in modo etico e sostenibile, nel rispetto di tutto e di tutti, soprattutto della nostra Madre Terra, i cui frutti saranno le “pietre” preziose del futuro.

Altro che petrolio, possiamo anche farne a meno: il vero oro, non nero ma verde, sarà l’agricoltura, sarà il cibo per sfamare l’umanità.

 

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Be the change you wish to see

Numero speciale de La Siringa del liceo G.Alessi di Perugia, con il coordinamento di Annalisa Persichetti. Hanno partecipato alla stesura Chiara Brozzi (5F), Sonia Forlimbergi (5D), Manuela Tugliani (1P), Giorgia Soriani (1P), Sofia Stopponi (1P),  Sofia Cesaroni (1P), Maria Luisa Orlandi (1P), Cesare Foresi (1P), Carlotta Balucani (1P), Rossella Salazar Flores (1P), Aurora Micci (1P), Filippo Paparelli (1P), Emanuele Santoro (1P), Mario Bucaneve (4F), Raffaele Bianco (4F), Leonardo Suvieri (4F), Edona Xaferri (4E), Edoardo Cucina (3E), Arianna Llanos Ferrin (3E), Sara Pieretti (4F), Margherita  Esposito (4F), Gabriele Ripandelli (5D), Ester Baroni (5F), Niccolò Cesaroni (5F), Davide Casciarri (2F), Silvia Verzaro (3C), Riccardo Piselli (2 G), Giovanni Vincenti (1F), Massimo Trovato (1M), Giuseppe Miscena’ (1H), Elisa Massettini (4F), Alessia Peccini (4F), Rebecca Piccioni (2B).