Il blackout

Racconto di Marianna Antonuzzi, 18 anni, di Monterotondo

C’era una volta un sommo saggio che molto tempo fa predicava nelle piazze, si chiamava Eraclito e sosteneva che “tutto scorre”: Panta Rei.

Renato, un giovane principe azzurro della Repubblica Italiana del XXI secolo, ingenuamente si interrogava sul come potesse un filosofo dell’antica Grecia dare a lui, giovane uomo del terzo millennio, consigli di vita.

Proprio per via di queste incomprensioni di carattere logico Renato per quel giorno scelse di chiudere il tomo di filosofia e di uscire a farsi una passeggiata.

C’era un bel calduccio a quell’ora soleggiata del pomeriggio, ma Renato non parve farci caso: sbuffò sfilandosi il giacchetto in ecopelle e si calcò gli occhiali sulla testa, grugnì infastidito dal sole che non gli permetteva di leggere il display del telefono: inarcò la schiena per gettare ombra sul cellulare e gli occhiali da sole gli scivolarono sul naso, ma finalmente era riuscito a sbloccare lo schermo e ad alzare la luminosità.

Affari di casa nostra

di Leonardo Suvieri, 17 anni, corrispondente gNe da Perugia e redattore de La Siringa (Liceo G. Alessi, coordinamento Annalisa Persichetti)

pietralungaC’è una ricchezza che marcisce, che non viene sfruttata da nessuno nel nostro paese. Da anni dovrebbe essere restituita alla comunità sociale, per dare lavoro, ma è ferma, congelata, non può rientrare nel circolo. Cosa si aspetta?… Che la legge venga applicata.

Le più grandi associazioni a delinquere del nostro Paese hanno portato i loro affari ovunque. La stessa Umbria è stata occupata dalle principali cosche mafiose: ‘ndrangheta e camorra. Negli ultimi anni sono stati sequestrati beni nella maggior parte delle città umbre, per un valore complessivo che supera le centinaia di migliaia di euro.

Nel 2016  le confische di beni immobili in Umbria sono state 74, un salto considerevole rispetto agli anni precedenti (nessuna nel 2011, 4 nel 2013). Sono stati oggetti di sequestri 4 aziende, 10 abitazioni (di tipo civile o economico), 11 magazzini, 5 tra stalle, scuderie, rimesse ed autorimesse, 7 beni di enti locali, 34 diversi appezzamenti terrieri, 3 beni immobili di altro tipo.

pietralunga-1Il primo di questi beni ad essere stato sequestrato è però l’unico per il quale è iniziato un effettivo percorso di riutilizzo sociale. Da quattro anni i terreni di Col della Pila, nel comune di Pietralunga, in provincia di Perugia, confiscati alla ‘ndrina reggina dei De Stefano, sono stati affidati ai volontari di Libera Umbria, grazie ai quali sono stati bonificati 20 ettari di cui 80 a bosco.

Si può quindi dire che, ad oggi, il progetto di riutilizzo di queste confische, non è quasi del tutto partito. La mafia ha sottratto ricchezza al nostro paese: soldi, negozi, aziende, attività imprenditoriali, immobili. Ora questa ricchezza è abbandonata, non viene restituita o reimpiegata per uno sviluppo economico: le case vuote potrebbero alleviare i problemi di famiglie che non si possono pagare la casa, le aziende potrebbero ripartire e ridare lavoro, i campi potrebbero essere di nuovo coltivati…Invece da decenni tutto è congelato, si deteriora inutilmente. Ed è un grande spreco. Economia circolare è anche questo: riconvertire e riutilizzare, non solo rifiuti, ma anche ricchezza.

Sentinel-2B: un nuovo “occhio” per la terra

Articolo di Sara Pieretti, 16 anni, redattore de La Siringa (liceo G.Alessi di Perugia, coordinamento di Annalisa Persichetti)

copernicus7 marzo 2017, arriva in orbita il satellite Sentinel-2B. Grande successo per Vega, il razzo lanciatore dal cuore italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che è riuscito a portare correttamente nell’orbita la sonda partendo dalla base spaziale di Kourou nella Guyana Francese.

Sentinel-2B è la quinta sonda fino ad ora uscita dall’atmosfera terrestre per il programma di osservazione satellitare Copernicus, gestito e coordinato dalla Commissione Europea con l’aiuto dell’ ESA, dell’Agenzia Europea dell’Ambiente e degli stati dell’Unione per la raccolta di dati in loco.

sentinel-2bDi cosa si tratta? Attraverso vari satelliti spaziali e stazioni terrestri, Copernicus controlla lo stato di salute del nostro pianeta, raccoglie ed elabora un gran numero di dati quasi in tempo reale. Il servizio studia la Terra con vari tipi di sonda, ognuno adibito a raccogliere un certo tipo di informazioni: i satelliti Sentinel-1 raccolgono dati interferometrici; i Sentinel-2 (come Sentinel-2B e la sorella Sentinel-2A) sono satelliti ottici per l’osservazione multispettrale; i Sentinel-3 sono predisposti per le osservazioni oceanografiche e per il monitoraggio della vegetazione terrestre. Nei prossimi anni saranno lanciate anche Sentinel-4, 5 e 6: mentre le prime due sonde studieranno le componenti atmosferiche, le Sentinel-6 controlleranno invece i mari e gli oceani a scopo climatologico.

Alcune delle sonde Copernicus, tra cui la stessa Sentinel-2, servono anche a monitorare le catastrofi naturali: ad esempio, dopo lo sciame sismico che ha colpito l’Italia centrale a partire dallo scorso 24 agosto, il servizio è stato utilizzato per rilevarne i danni a partire dalle immagini satellitari. Tutti i dati e le informazioni del servizio sono raccolti nel sito web europeo www.copernicus.eu, dove vengono anche diffuse notizie in tempo reale sulle condizioni del nostro pianeta.

Adesso aspettiamo solo il lancio delle prossime sonde: Sentinel 5P, che partirà durante il mese di giugno e Sentinel-3B, in programma per novembre, sperando che arrivino a destinazione e riescano a dare il loro contributo al progetto.

Mcblende: il panino che può salvare il mondo

di Gabriele Ripandelli, 17 anni, corrispondente gNe da Perugia e redattore de La Siringa (liceo G. Alessi, coordinamento Annalisa Persichetti)

panino-mec“Panta rei” : tutto scorre, nel concreto tutto può avere una seconda vita.

Questo è quello che ha pensato A.R.C.( American Recycling Company), un’ associazione che si sta espandendo in tutto il mondo, quando il 20 gennaio 2017 ha deciso di dar vita al progetto”MCD 2.0″ che entrerà realmente in azione nell’estate 2017.

L’idea sarebbe dovuta essere presentata già a Coop22 a Marrakech, ma per un imprevisto i capi dell’associazione non hanno potuto partecipare e dunque della notizia si parla ancora poco.

Il tutto partirà dal MCDonalds , reputato da molti  il regno del cibo che fa male e di scarsa qualità, per renderlo, indirettamente, un fast food per la salvaguardia del mondo.

provetteL’idea è quella di trasformare il cibo, fonte d’energia per il corpo umano, in carburante, fonte d’energia per le macchine. Gli scienziati che lavorano per A.R.C. avrebbero già trovato la miscela che renderebbe possibile sostituire definitivamente il petrolio e gli altri combustibili fossili per salvaguardare il pianeta dall’esaurimento delle fonti non rinnovabili. Si tratterebbe di un concentrato degli avanzi del cibo in una miscela di idrogeno e una sostanza variabile tra cluoro e ferro, che permetterebbe di avere una sostanza light per cilindrate minori o strong per quelle maggiori.  Come convincere gli automobilisti?  “la gente tiene al proprio pianeta quanto al proprio portafoglio- dice l’economista John Fuel-una soluzione che costa di meno e che sostenga il pianeta sarebbe gradita a tutti: non serviranno macchine diverse come quelle elettriche e sarà un combustibile adatto a qualsiasi automobile, moto o motorino.”

In questi mesi saranno messi dei primi prototipi di carburante a disposizione dei dipendenti dell’azienda da provare direttamente nelle loro automobili. Dopo uno studio dei risultati ottenuti il carburante inizierà ad essere diffuso nei vari distributori americani e magari, se in America ci sarà una grande risposta positiva da parte dei clienti, tra qualche anno anche la tua automobile userà questa miscela: saresti disposto a provarla?

A salvare il pianeta si inizia dai cambiamenti nel quotidiano e questo pare proprio poter esserne un esempio, chi ci dice che a salvare la Terra non potrebbe essere proprio il cibo?

Earthtube

Canale youtube di Gabriele Ripandelli e Sonia Forlimbergi, 17 anni, corrispondenti gNe da Perugia e redattori de La Siringa (liceo G. Alessi, coordinamento Annalisa Persichetti) dedicato ad una declinazione creativa del tema “Panta Rei”.

 

 

Economia circolare spiegata ai ragazzi

di Mario Bucaneve, 16 anni, della redazione de La Siringa (Liceo G. Alessi) di Perugia, coordinamento di Annalisa Persichetti

immagine-economia-circolareEconomia circolare è ormai una realtà sempre più familiare nell’immaginario collettivo.

Questo concetto resta comunque restio alle giovani menti del XXI sec che non riescono sempre a concepire questa visione di riciclaggio a causa della loro esistenza in un’epoca consumistica.

Ma,che cosa è l’economia circolare?Si definisce economia circolare un economia in grado di rigenerarsi da sola o utilizzando materiali biologici,che possono essere rigenerati dalla biosfera,o riciclando materiali artificiali per evitare che contaminino il nostro pianeta.

Questi paroloni spiegano un concetto che possiamo vedere tutti i giorni nelle nostre case.

Infatti quando utilizziamo gli avanzi invece di buttarli possiamo dire di aver compiuto un atto di economia circolare.

Parlando in ambito economico aziendale si definisce circolare un’economia che usa energie rinnovabili,come ad esempio quella solare o eolica,risorse resilienti ovvero quelle risorse o materie prime che possono essere rigenerate autonomamente dalla natura e per ultimi, non per importanza, tutti i materiali che si riescono a ottenere dal riciclaggio degli scarti delle aziende.

Questo tipo di politica risulta però molto dispendiosa  in quanto queste risorse possono essere più costose di quelle “non rinnovabili”. Queste spese spingono gli imprenditori a scegliere alternative più vantaggiose che tuttavia mettono in secondo piano l’ambiente e i suoi ecosistemi.

Ora che il concetto di economia circolare è chiaro anche ai più giovani è il momento di spiegare come e quando è nato nella nostra società quest’idea.

il concetto di economia circolare nasce dalla necessita di vedere i sistemi produttivi simili agli organismi viventi, cioè in cui le sostanze utilizzate vengano riutilizzate in un processo ciclico.

economia_circolarePossiamo comprenderlo più facilmente con la metafora del cowboy e dell’astronauta. L’uomo negli ultimi decenni ha vissuto come il cosiddetto cowboy, il quale avendo a disposizione risorse superiori al suo bisogno,le ritiene inesauribili. Oggi invece ci stiamo avviando a un economia simile a quella dell’astronauta, il quale avendo risorse limitate deve razionarle, riciclare e sfruttarle al massimo.

Già nell’1976 Walter Stahel e Genevieve Reday compresero questa situazione e ipotizzarono l’impatto positivo di un economia circolare sulla creazioni di posti di lavoro e il risparmio di rifiuti.

Questa ricerca venne pubblicata nel 1982 nel libro jobs for Tomorrow,titolo molto attuale anche ai giorni nostri.

Nonostante si attribuisca la paternità di questo concetto a questi due personaggi, già nel 1966 erano iniziati a uscire svariati articoli sull’argomento.

L’economia circolare infine viene promossa definitivamente a partire del 2006 quando venne identificato come la politica nazionale nel 11º piano quinquennale della Cina a partire dal 2006.

Ora non resta che aspettare che gli imprenditori si decidano a mettere il pianeta al primo posto e che siano disposti a prendere le sue difese.   

  

Spazzatura high tech

di Raffaele Bianco, 16 anni, redattore della Siringa del liceo Alessi di Perugia, coordinamento Annalisa Persichetti

immagine-nanotecnologieÈ Rubbish toshi-ka ovvero “urbanizzazione spazzatura” il nome dato al nuovo prototipo di città quasi totalmente autosufficiente. Essa è frutto di un esperimento pilota iniziato nel settembre del 2016 che ha coinvolto i più noti esperti internazionali di economia, tecnologia e chimica . Il governo Giapponese aveva infatti dato il via libera circa tre anni fa allo sviluppo di questo progetto di centro abitato fortemente tecnologico potenzialmente in grado di cambiare il rapporto tra la razza umana e il pianeta Terra. Rubbish toshi-ka è infatti dotata di un impianto di riciclaggio dei rifiuti rivoluzionario che facilita ai cittadini il dovere di salvaguardare l’ambiente.

I rifiuti vengono convogliati da un sistema di tubature direttamente da ogni abitazione alla centrale di riciclaggio nella quale vengono smistati in base alla loro composizione molecolare. Plastica, vetro, carta e altri rifiuti inorganici vanno incontro alla normale procedura a cui vengono sottoposti in qualsiasi altra centrale di riciclaggio, la novità sta invece nel recupero dei rifiuti organici grazie alla nanotecnologia.

Negli ultimi anni le nanotecnologie si sono sempre più affermate trovando i più svariati utilizzi in moltissimi settori, dalla medicina all’industria pesante ma grazie a questo progetto la loro funzione  in ambito ambientale si rivela addirittura rivoluzionaria.

immagine-rifiuti-organiciTutto il materiale organico che si trova nel nostro pianeta è fondamentalmente composto da tre atomi ovvero carbonio, ossigeno e idrogeno. Partendo da tale realtà di base gli scienziati sono riusciti a separare questi elementi utilizzando i più avanzati studi di robotica molecolare capaci di combinare nanotecnologie e intelligenza artificiale. Da quelli che erano rifiuti solidi organici e liquami, sono riusciti quindi a riciclare materia a livello atomico per poi successivamente ricombinarla in strutture originarie complesse fino a produrre un combustibile di nuova generazione in grado di sostituire i derivati del petrolio sia per il riscaldamento che per la produzione di energia elettrica della città stessa. In tal modo dei rifiuti inutilizzabili diventati unicamente un peso per l’ecosistema terrestre si rivelano invece una risorsa preziosa in grado di aiutare il nostro pianeta a vivere ottimizzando la sua meravigliosa materia.

Rifunzionalizzazione, il “panta rei” dei monumenti

inchiesta e intervista di Benedetta Tedeschi, 17 anni, caporedattore de La Siringa (liceo G. Alessi) e corrispondente gNe da Perugia, coordinamento Annalisa Persichetti

romaPer addentrarci in questa particolare declinazione del tema ‘ambiente’ sono d’obbligo alcune riflessioni preliminari, alcuni capi saldi che ci possano accompagnare attraverso un ragionamento ‘alternativo’ che coinvolga, quanto più esaustivamente possibile, il panta rei e la trasformazione costante a cui è soggetto il mondo.

Quando si parla generalmente di ‘ambiente’, le prime immagini che ci vengono in mente sono gli alberi, i fiumi, i vulcani, le foglie, il mare e così via, ma, se ci soffermiamo a ragionare sul concetto in sé e per sé, non sarà difficile comprenderne il significato ‘più etimologico’ (quasi più banale), ovvero: tutto ciò che ci sta intorno.

Partendo da questo punto, la domanda è spontanea: cos’è che abbiamo intorno? Alberi, vulcani, foglie e mare? Sì, anche, ma chi vive in città (al netto delle città particolarmente verdi come ad esempio Perugia) incontra con lo sguardo un ‘ambiente’ diverso: monumenti, case, persone.

Per poter comprendere più a fondo la tematica trattata, vorrei riportare le parole di Guido Viale, economista, ma anche scrittore che da anni interviene sulle principali testate nazionali per parlare di ambiente, economia modello di sviluppo. L’imperativo che emerge dal suo saggio La civiltà del riuso è chiaro:riusare conviene, riduce il prelievo di materie prime e la produzione di rifiuti, promuove condivisione di gusti e stili di vita, e aumenta l’occupazione”. Un’accezione positiva, dunque, del termine “riusare” il cui significato “nel nostro mondo usa e getta”, si è molto sfumato.