Meglio la farina bianca o l’integrale?

di Giulia Burioli, 13 anni, di Perugia – III E, Istituto comprensivo Perugia 9, coordinamento di Federico Panduri

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Molte persone sono convinte che la farina integrale sia più naturale e leggera rispetto a quella bianca.

Secondo alcuni nutrizionisti la farina integrale è la migliore sul campo perché a differenza delle altre non subisce processi di raffinazione come ad esempio la farina di tipo 00. Ecco che i salutisti ricorrono subito all’integrale perché non è raffinata e dunque più ricca di elementi nutritivi fondamentali per l’organismo. In realtà la maggior parte della farina integrale che consumiamo abitualmente non è altro che la farina raffinata a cui viene aggiunto in un secondo momento della crusca rimacinata, quindi possiamo considerarla una farina doppiamente raffinata e quindi, se vogliamo, più “dannosa” rispetto a quella di tipo 0.

Ovviamente come tutte le sostanze anche le farine integrali hanno dei vantaggi e dei svantaggi. Tra i vantaggi ricordiamo che aumenta il senso di sazietà, riduce lo sviluppo di alcuni tipi di cancro, riduce l’assorbimento delle sostanze cancerogene. Mentre uno dei principali svantaggi è dato dal consumo eccessivo di fibra che ostacola l’assorbimento di alcuni minerali tra cui il calcio e lo zinco.   Medici e nutrizionisti, non hanno dubbi nel dire che tra i due tipi, la farina integrale e farina bianca, la prima è più sicura, igienicamente sana, quella che fa meglio alla salute. Maurizio Monti, per 8 anni presidente dell’ANTIM (Associazione Nazionale Tecnici Industria Molitoria) invece dichiara di non avere dubbi: sceglie la farina bianca. “Solo chi non ha la più pallida idea del fatto che il grano è una pianta che nasce e vive a cielo aperto, soggetta a intemperie e malattie varie soprattutto ora che il clima sta cambiando a ritmi assurdi può avere dubbi in merito. La buccia del grano è la sua parte esterna, la crusca. Ha caratteristiche igienico sanitarie assolutamente peggiori del centro della cariosside. È rarissimo trovare tracce elevate di contaminanti nelle farine bianche macinate in Italia, è molto più facile trovarle nelle crusche. Gli ultimi studi fatti sulla tecnologia molitoria hanno dimostrato in maniera evidente come decorticando il chicco di grano si ottengano farine igienicamente molto più sane: la microbiologia va a zero, come i metalli pesanti e i residui di antiparassitari, le micotossine si eliminano quasi completamente. Ma decorticare vuol dire togliere parte della crusca prima che il chicco arrivi alle macine, non certo aggiungerla o macinare tutto assieme. Il primo strato di crusca, quello superficiale (circa il 5%) a contatto con l’ambiente è assolutamente il peggiore in assoluto dal punto di vista igienico sanitario, molto peggiore del centro del chicco”.

La farina bianca è un veleno” è un’affermazione che non dovrebbe essere nemmeno considerata né letta, mentre invece fa presa sulla gente e purtroppo influenza l’opinione pubblica dei consumatori, al punto che abbiamo la dieta mediterranea patrimonio dell’umanità, siamo un’eccellenza nel mondo per pane, pasta, pizza, biscotti, dolci, panettoni ecc, e facciamo il possibile per demonizzarli e ostacolarli.

DonatelloNews sostenibililmente online

della redazione dell’Istituto Comprensivo Donatello di Roma coordinamento di Lucia Viola

In linea con il tema proposto quest’anno, la sostenibilità appunto, la redazione ha abbandonato definitivamente l’edizione cartacea dell’house organ e si è “lanciata” in rete con un blog. Il sito propone diverse sezioni, tutte gestite dagli alunni e coordinate da una equipe di docenti che per la prima volta ha puntato su una produzione snella e facilmente consultabile.

DonatelloNews contiene (per ora) contributi scritti, disegni e foto inedite. Nel prossimo futuro è previsto l’inserimento di una sezione video per documentare, secondo schemi tipici della fruizione 2.0, le attività dell’Istituto e del territorio circostante.

DONATELLONEWS

donatellonews

Quattro Passi per l’Ambiente

a cura degli alunni della classe 5 A della scuola primaria di Bovino (ISTITUTO COMPRENSIVO DI BOVINO-PANNI-CASTELLUCCIO DEI SAURI)

Sono ormai un po’ di anni che la nostra scuola è attenta ad una coscienza ecologica che crei una consapevolezza dell’importanza dell’Ambiente come valore assoluto alla base di una sana prospettiva di vita e di sviluppo sostenibile.
Con la nostra insegnante, abbiamo lavorato sull’attenzione globale e locale immaginandoci come futuri cittadini che…

[continua nell’impaginato]

Agricoltura biologica ed economia circolare per lo sviluppo del territorio

di Redazione di Castelluccio dei Sauri, Istituto Comprensivo di Bovino

Un solo Pianeta non ci basta. «L’esistenza di ogni uomo implica il consumo di una certa quantità di ambiente: i ricercatori la chiamano “impronta ecologica”. Dal 1966 al 1996 questo consumo è raddoppiato. E l’impronta ecologica di uno statunitense oggi è di 12 ettari; quella di un etiope mezzo ettaro. Per questo qualsiasi politica dei Paesi industrializzati non può non prevedere una riduzione del consumo di natura».

Queste le parole di Gianfranco Bologna, portavoce del Wwf e curatore dell’edizione italiana del rapporto sullo stato del pianeta del Worldwatch Institute del 2010 . L’eccesso del consumo di natura oggi è l’emergenza e per limitarlo bisognerebbe mantenere la popolazione mondiale intorno ai dieci miliardi di individui entro la fine del secolo e trovare modelli di sviluppo diversi, ridurre cioè il peso dell’impronta ecologica degli occidentali. E’ fondamentale cambiare radicalmente i modelli economici: il modo di produrre alimenti, evitando gli sprechi, il modo di produrre e usare l’energia, il modo di consumare le risorse come suolo e acqua. È difficile convincere le persone ad adottare uno stile di vita più sostenibile, se pochi hanno reale consapevolezza del problema. Temi come “cambiamenti climatici”, “rischio desertificazione”, “scarsità dell’acqua”, “perdita della biodiversità” da molti, fra cui anche Capi di Stato, vengono ritenute visioni catastrofiste oppure fake news. L’informazione e la cultura sono il punto da cui partire. La scuola e la società hanno un ruolo fondamentale.