Abbattere la CO2 della scuola? Ne parla il preside

di Andrea Casagrande e Giulia Mascherucci della II F, Scuola Madia Statale Tino Buazzelli, I.C. Frascati 1, Frascat (Roma)

Giovedi 3 marzo scorso io e la mia compagna Giulia Mascherucci abbiamo intervistato il Dirigente Scolastico della nostra scuola, Giovanni Torroni, con lo scopo di capire come si sta organizzando per ridurre il problema dell’inquinamento di CO2 prodotto dall’Istituto Comprensivo Frascati 1. Il preside ha accettato con piacere di rispondere ad alcune domande, ci ha accolti con gentilezza nel suo ufficio e ha risposto alle nostre domande con serietà.

Quali provvedimenti ha preso la nostra scuola per evitare l’ emissione di Anidride Carbonica?

Cerchiamo di fare la raccolta differenziata di tutti i rifiuti emessi nel plesso scolastico.

Secondo lei è necessario lasciare i termosifoni accesi?

Sono necessari per riuscire a mantenere una temperatura adeguata all’interno dell’edificio.

Quali provvedimenti secondo lei si potrebbero ancora prendere?

I provvedimenti più importanti e necessari sono già stati presi, certo si potrebbero fare delle giornate di volontariato con i ragazzi , portarli a pulire dei parchi, far loro costruire oggetti con materiali da riciclo in modo di sensibilizzarli ancora di più al problema.

Cosa possiamo fare noi alunni?

Sicuramente dovreste approfondire l’argomento dell’inquinamento, anche con delle attività di volontariato, cercando sempre di dare il buon esempio ai vostri amici, richiamandoli nel caso avessero dei comportamenti errati.

 

Sembra che il Dirigente Scolastico si sta impegnando per cercare di diminuire l’ inquinamento, rimbocchiamoci le maniche e aiutiamolo anche noi, sicuramente tutti insieme otterremo ottimi risultati.

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Salviamo il “mondo moribondo”

di Alessandro Lucia, 13 anni, III A Istituto Comprensivo Tiberio Gulluni di Colonna (Roma)

Cause e conseguenze dell’effetto serra

Il pianeta terra, il posto in cui tutti viviamo.

Forse in futuro esploreremo altre galassie, ma per ora è meglio rendersi conto di quello che succede sul nostro pianeta e cercare di rimediare ai danni che stiamo causando prima che sia troppo tardi.

Il surriscaldamento globale è un problema di cui si parla spesso e che affligge il mondo da molti anni. Recentemente c’è stato un incontro tra i vertici delle principali nazioni per discutere di questo tema. La causa più importante del riscaldamento globale è l’effetto serra, argomento che mi ha particolarmente colpito e di cui vorrei parlare in questo articolo.

L’effetto serra è un fenomeno più che naturale, che avviene nei pianeti sui quali è presente una atmosfera e, quindi, anche sulla Terra. Il vero problema consiste nel fatto che negli ultimi anni la situazione sta peggiorando.

Dal punto di vista scientifico, l’effetto serra consiste nel processo d’entrata dei raggi solari nell’atmosfera con conseguente riscaldamento del pianeta. Durante la fase di uscita i raggi solari si scontrano con l’atmosfera terrestre ed una parte di essi viene trattenuta all’interno consentendo alla Terra di mantenere una temperatura constante. Recentemente, però, lo strato di CO2 è aumentato notevolmente, non permettendo così alla giusta quantità di raggi solari di uscire, provocando in questo modo il surriscaldamento del mondo. Ciò è dovuto all’aumento dei gas nell’aria e all’inquinamento, registrati a partire dalla prima rivoluzione industriale.

Foto_3-1455128401388Probabilmente intorno al 2050 si avrà una quantità di CO2 doppia rispetto al periodo della seconda guerra mondiale e questo causerà un aumento delle temperature nelle zone temperate rendendole, di conseguenza, aride e creando un pianeta molto più caldo. È opportuno, quindi, che tutta la popolazione mondiale prenda coscienza della necessità di cambiare, in tempi rapidi, il proprio stile di vita e si incammini verso uno sviluppo ecosostenibile ed ecocompatibile. Le attuali conoscenze scientifiche consentono di utilizzare energie alternative come quella elettrica o geotermica (ove possibile), solo per citare due esempi visibili semplicemente osservando le macchine elettriche, i pannelli solari o le pale eoliche. Purtroppo, però, la società tende a dare più importanza al petrolio, dietro il quale vi sono interessi così grandi ai quali sarà difficile rinunciare, perché chi ha in mano i soldi detiene il potere.

Foto_2-1455128401388Consapevole dello stato della situazione, ogni singolo cittadino dovrebbe mettere da parte l’egoismo e pensare a salvaguardare questo piccolo corpo celeste ormai in rovina. Per raggiungere la suddetta consapevolezza occorre, però, sensibilizzare tutta la popolazione mondiale, attraverso l’istruzione, i mass media ed i social network. Sarebbe opportuna un’azione unanime e concorde da parte di tutti i Paesi del mondo, nessuno escluso, ma l’attuale quadro politico internazionale non fa ben sperare in tal senso. Per tale ragione sottolineo, ancora una volta, che spetta ad ognuno di noi iniziare ad invertire la rotta e fungere da esempio per altre persone. Gettare la spazzatura negli appositi contenitori, consumare meno carne e cibi fuori stagione o preferire i mezzi pubblici alla propria automobile sono alcuni dei tanti piccoli gesti quotidiani che potrebbero aiutarci ad alleggerire la nostra impronta ecologica.

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Rendere la Terra più pulita e sana è, infatti, un nostro dovere per non lasciare alle generazioni future un “mondo moribondo”. Dopotutto questo è il nostro pianeta ed è nostro compito preservarlo!

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Il pianeta Terra “piange”

di Camilla Lisotti, 13 anni, classe III A, Istituto Comprensivo Tiberio Gulluni di Colonna (Roma)

Da quando sono piccola, amo sfogliare libri e giornali ed una delle immaginiFoto 2_ 1455128261462 della natura che mi piace guardare sono i ghiacciai. Hanno un fascino incredibile, quasi magico: una massa bianca gelida che è il risultato di anni di nevicate.

Da un po’ di tempo programmi televisivi, riviste, telegiornali hanno richiamato la mia attenzione con espressioni come “global warming”, “effetto serra”, “scioglimento dei ghiacciai” e devo ammettere che, purtroppo, la situazione è molto preoccupante, perché riguarda il nostro mondo futuro.

Proprio ieri sera, mentre guardavo il telegiornale, ho visto un servizio in cui si sottolineava come questo inverno sia il meno piovoso degli ultimi 250 anni e che tutti i laghi ed i fiumi sono al livello minimo. Non nevica, eppure siamo a fine gennaio, le nostre splendide montagne sono verdi e quelle strisce di bianco che si vedono altro non sono che neve sparata per mandare avanti l’economia dei paesi di montagna.

Le statistiche ci dicono che l’aumento della temperatura globale negli ultimi 150 anni è pari 0,8° C, con una previsione di aumento di 2° C in più rispetto all’epoca precedente alla rivoluzione industriale.

Il pianeta Terra “piange”. Piange perché l’uomo lo sta distruggendo e non ha rispetto della natura. Nella mia infanzia ho fatto molte vacanze estive in montagna e una guida alpina spiegò che il mare, la montagna e i laghi sono paesaggi bellissimi, messi a nostra disposizione dalla natura, con cui è bello entrare in contatto, ma bisogna averne rispetto e non modificarla.

L’uomo, però, cosa fa? Esattamente questo: pensa ai suoi interessi. Mi tornano in mente le tante costruzioni abusive che ho visto ai piedi di un monte o sul letto di un fiume, per non parlare della deforestazione e delle frane. Se continuiamo con questi atteggiamenti disinteressati verso l’ambiente, la natura ci distruggerà, saremo le sue vittime, sotterrate dalle acque che si innalzeranno a causa di un sempre più repentino scioglimento dei ghiacci, dalle macerie dei terremoti sempre più frequenti, perché  si è riscontrato che i movimenti delle placche tettoniche, a seguito dell’aumento della temperatura e alla forza delle precipitazioni, sono aumentate del 20% rispetto alla normalità. Tali situazioni mi fanno paura, perché sono tutte riconducibili al “global warming”, ossia al surriscaldamento climatico, il mutamento del clima terrestre sviluppatosi nel corso del ventesimo secolo e  tuttora in corso.Foto 1_ 1455128261462

Il principale responsabile del cambiamento della temperatura globale è la quantità di gas emessi nella nostra atmosfera, i quali si stabilizzano nell’aria, risultando dannosi per l’ambiente e le persone. Queste emissioni provocano il fenomeno dell’effetto serra, ossia rendono l’atmosfera molto più densa e molto meno permeabile al passaggio di calore; per questo motivo, il calore imprigionato dalla terra non viene espulso, bensì trattenuto come accade in una serra. I gas permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera, ma ne ostacolano il passaggio verso lo spazio. Gli studiosi affermano che il clima sulla Terra sta mutando, perché le attività umane, le enormi emissioni di gas e la deforestazione modificano la composizione chimica dell’atmosfera.

Il cambiamento climatico comporterà delle implicazioni estremamente significative sia a carico della salute dell’uomo che dell’integrità dell’ambiente. Il clima, infatti, influenza fortemente l’agricoltura, la disponibilità delle acque, la biodiversità, la richiesta di energia  e l’economia. Il crescente aumento della temperatura sta generando mutazioni continue: la più evidente è una diminuzione delle precipitazioni che, tuttavia, si abbattono più violentemente rispetto al passato, causando danni e disastri ambientali, come è spesso accaduto negli ultimi anni.

Ho riflettuto a lungo su questo problema e ho capito che ognuno di noi può fare qualcosa, seriamente, anche nella propria casa, per non peggiorare vertiginosamente la situazione. Ad esempio basterebbe spegnere le luci nelle stanze, non lasciare le apparecchiature in stand-by, fare la raccolta differenziata, riciclare i rifiuti organici, ma soprattutto non usare le automobili e regolamentare con leggi rigide e controlli severi gli scarichi delle industrie nell’atmosfera. Ciò, sommato alle misure proposte dall’Unione Europea che prevedono di diminuire del 20% le emissioni di gas serra ed aumentare la quota delle energie rinnovabili nel consumo totale di energia, potrebbe essere un buon inizio.

E’ proprio il caso di riflettere sulle targhe alterne che, a volte, lo Stato ci impone: sindaci, politici, ci vuole così tanto a chiudere le città al traffico anche alle macchine blu e creare una città a dimensione d’uomo con mezzi pubblici efficienti? Vedremmo gente che cammina meno stressata dai clacson, che si gode la bellezza della propria città e un’atmosfera che “sorride” per il minore smog emesso.

La colpa è vostra, uomini di potere, che non volete stravolgere in meglio la vita di tutti noi. Ne conseguirebbero solo effetti positivi, ma il vostro potere, la paura di perdere consensi, l’incapacità di attuare cambiamenti vi rende immobili, tutti uguali e intanto l’aria è irrespirabile, i tassi di smog sono a livello di guardia per la nostra salute, il pianeta “piange”, lancia segnali, ma cosa c’è di peggio di chi non vuol vedere?

Data la situazione non resta che sperare nelle ricerche degli scienziati, mossi non dal potere, ma dalla loro sete di diffondere cultura. Insieme a loro potremmo urlare a gran voce il disastro imminente, incontrare questi ciechi uomini di Stato, muovere il loro senso civico  e convincerli a fare molto, molto di più. Esorto tutti a riflettere, a prendere coscienza di tale situazione. Impariamo a custodire il  bel mondo che ci è stato donato, altrimenti temo che sarà la natura a distruggere l’umanità.

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Lo scioglimento dei ghiacciai

di Aurora Torcello, 13 anni della classe III A Istituto Comprensivo Tiberio Gulluni di Colonna (Roma)

1456086748202Al giorno d’oggi, viviamo in un mondo “inquinato” dove l’aria che respiriamo non è pura, bensì alterata, contaminata, in altre parole non più salubre come lo era prima della seconda rivoluzione industriale.

Una delle cause dell’inquinamento è sicuramente l’alta concentrazione nell’aria di anidride carbonica (CO2) che causa il riscaldamento globale della terra che a sua volta provoca lo scioglimento dei ghiacciai.

Quest’ultimo  problema, di cui, ultimamente, si è discusso a livello mondiale (a Parigi) può dare origine non solo a particolari gravi e pericolosi fenomeni come  l’inondamento di intere città costiere, ma può anche provocare forti diversità climatiche tra il nord e il sud europeo, portando come conseguenza una differenza di temperature favorevoli all’agricoltura al settentrione e una disponibilità minore di acqua dolce al meridione.

Questo scioglimento può anche causare cambiamenti geografici e caratteristici ai poli. Nella foto sottostante, si può notare facilmente il cambiamento avvenuto in 28 anni ai ghiacciai del circolo polare artico.

Per fortuna, ci sono anche aspetti positivi al riguardo: le morti a causa del freddo diminuiranno insieme ai costi del riscaldamento (anch’esso causa dell’aumento della CO2) e l’aumento delle precipitazioni  favorirà le zone che soffrono la siccità.

Non è semplice trovare una soluzione ad un grave problema ma secondo me, per cercare, quantomeno, di limitare l’aggravarsi, dovremmo prestare tutti più attenzione nei piccoli gesti quotidiani come ad esempio buttando la spazzatura negli appositi cassonetti (raccolta differenziata), limitare l’uso delle macchine e tutti quei mezzi “inquinanti”, utilizzando i condizionatori con parsimonia e molti altri piccoli gesti.

Spero, e mi auguro, che l’intera umanità si possa rendere conto quanto prima di cosa sta facendo, prima che sia troppo tardi.

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Mais OGM in Friuli

I ragazzi della 2°E della scuola secondaria di primo grado di via Massimo D’Azeglio di Frascati, referente professoressa Giuditta Iantaffi, partecipano con un lavoro sul mais OGM seminato in Friuli da Giorgio Fidenato e propongono un sondaggio al quale sarebbe bello che partecipiate.


 

DI CHE CIBO SEI?

Ci siamo accorti che in alcune scuole sono presenti degli erogatori di cibi quasi sempre nocivi alla salute. Per questo motivo ci siamo chiesti se i ragazzi sapessero alcune cose come:

1)consapevolezza dei prodotti

2)motivi delle scelte di alcuni cibi che è risaputo facciano male

3)cosa può rendere più appetibile il cibo sano

Domande:

1. secondo te le merendine in commercio:

Mola di Bari, un transistor monitora le “pattumelle” di ogni famiglia

Intervista all’assessore all’ambiente del comune di Mola di Bari, Michele Palazzo, e articolo sulla discarica Martucci, realizzati dalla redazione della I A indirizzo sociosanitario dell’ISS Morea de Lilla di Conversano (Bari), coordinata da Loredana Brunetti

Gli alunni della 1^A O. S.S. chiedono: “CHIUDIAMO LA DISCARICA MARTUCCI”

Il problema della discarica è partito circa 40 anni fa. Le informazioni di questo problema sono arrivate da persone che frequentavano la zona, a cominciare dagli agricoltori, ma soprattutto da un traffico accentuato di tir che passavano di lì, ma anche da delle confessioni di operatori che lavoravano all’interno della discarica.
Il 15 Gennaio 2015 c’è stata un’udienza preliminare dove si sarà deciso se questo deve essere riconosciuto come “disastro ambientale”.
Da esiti di uno studio epidemiologico condotto da alcuni medici di base nei territori di Mola Di Bari, Monopoli, Rutigliano, Turi, Castellana Grotte e Noci, provincia di Bari si nota un’incidenza discretamente più alta di individui con tumori all’apparato respiratorio nei comuni di Monopoli con 38,1%, Mola Di Bari con 34,2%, Rutigliano con 33,7% rispetto al dato nazionale che si attesta sul 31,2%. Anche per individui con tumori al sistema nervoso si sono notate discrepanze a Castellana Grotte con 18,5%, Turi 18,1%, Conversano con 14,4%, Noci con 13,9% e Monopoli con 12,6% rispetto al dato regionale che si attesta al 10%.

Storie di vita “oltre”

Storia di una famiglia di Genova, una famiglia “oltre”, ovvero di “tre persone che dimostrano con i fatti il loro Amore per il nostro pianeta”, della 2 E dell’I.C. Corradini di Roma coordinata da Maria Grazia Antonella.

La II E ha anche intervistato la Preside Maria De Biase dell’I.C. “Teodoro Gaza” di San Giovanni a Piro (Sa), la “preside terra terra” che ha vinto il Premio cittadino europeo.

La nostra ricerca di vite “oltre” ci ha portato a conoscere una persona veramente eccezionale. Talmente eccezionale che se ne sono accorti anche al Parlamento Europeo, assegnandole un premio come uno dei migliori Cittadini Europei. Lei è Maria De Biase, preside dell’Istituto comprensivo “Teodoro Gaza” di San Giovanni a Piro, in provincia di Salerno. Una scuola molto particolare, in cui i bambini coltivano da sé ciò che occorre per fare una genuina “ecomerenda”, in cui l’attenzione per l’ambiente è massima e si cerca di applicare alla lettera la regola delle 3 R (Riduci, Riusa e Ricicla). Ecco come si è raccontata a noi in un’intervista virtuale:

Com’è nata l’idea del progetto di “educazione alla ruralità”?
Sono nata e cresciuta a Marano di Napoli, un paese a nord di Napoli. Figlia di contadini, mi sono sempre occupata di scuola. Ho cominciato a fare l’insegnante appena diciottenne, oggi ne ho 55. Con gli anni mi sono occupata soprattutto di educazione alla legalità, anche insieme a Libera, l’associazione di don Ciotti. Diciamo che per oltre 20 anni ho lavorato sull’emergenza, sulle dinamiche mafiose, sul degrado, sull’inquinamento da rifiuti tossici che ha devastato la mia terra. Nel 2007 ho superato il concorso per dirigenti scolastici e mi sono trasferita in provincia di Salerno, nel Cilento. Avevo voglia di misurarmi con una pseudonormalità che mi era mancata. Volevo provare a capire cosa può realizzare una scuola in condizioni di normalità.

Quanto tempo ci è voluto per realizzare questo progetto?
Ho cominciato subito, appena arrivata nel Cilento, nel 2007. Da allora non ci siamo mai fermati.

Come hanno reagito genitori, alunni ed insegnanti a questa iniziativa?
In tanti hanno reagito male, almeno all’inizio. Erano perplessi, i docenti si sentivano “declassati”, ritenevano offensivo che volessi mandarli a zappare! Oggi sono in tanti a seguirmi, a condividere questa idea di scuola. Molti si sono formati, sono preparati e capaci. Tanti sono più avanti di me. Tanti genitori, quando abbiamo cominciato, si sono mostrati ostili e diffidenti. Oggi la comunità ci guarda con attenzione e molti adulti partecipano attivamente alle attività della scuola.