Il buco nero dell’informazione ingoia il mondo

video della classe I, scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo “Foscolo-Gabelli” di Foggia, coordinamento Barbara Doronzo

Sinossi: Un centro di ricerca statunitense divulga la notizia attraverso i telegiornali che il buco nero più prossimo alla Terra, Sagittarius A star, vive una fase di anomala dilatazione e con la sua potente attrazione magnetica ha modificato l’inclinazione dell’asse terrestre. A causa di ciò, la temperatura del Pianeta è destinata a scendere. In circa cinque anni, le calotte polari si estenderanno fino al 40° parallelo N. e S.. La fascia temperata riguarderà  le aree a ridosso dell’Equatore. Proprio queste aree geografiche saranno destinate ad accogliere tutta la popolazione mondiale, invertendo così i flussi migratori. 

Al fine di rallentare la nuova era glaciale che si va prefigurando, gli scienziati consigliano di inquinare quanto più possibile, per determinare un innalzamento della temperatura del globo. Trattandosi di una fake news, dopo cinque anni la Terra paga le conseguenze di tanta dissennatezza. 

Rinunciamo alla sardella per rendere la vita del mare più bella

di Djamila Achouri, Giovanni e Giuseppe De Giacomo, Martina Sinfonico, della II E, scuola secondaria di primo grado Erodoto di Corigliano Calabro, coordinamento di Rosina Ranieri

Il Regolamento del Mediterraneo n° 1967\2006 ha sancito il divieto di pescare le giovanissime sarde o alici, questa misura restrittiva ha l’obiettivo di tutelare e difendere la conservazione dell’habitat naturale dell’ambiente marino.Purtroppo, da molti anni a questa parte si registra un impoverimento sensibile e costante  di alcune specie ittiche, poiché l’attività di pesca è molto intensa e i pesci catturati troppo piccoli. 

In Calabria dalla pesca del novellame si produce un prodotto identificativo della regione, anche all’estero,  la sardella o rosamarina, ottenuto dalla miscela di bianchetto, neonata delle alici o delle sarde e peperoncino rosso piccante...

Qui per leggere tutta l’inchiesta impaginata.

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Tre storie per resiliere

di Giuseppe Mattia Borgia, Antonino Carbone, Giuseppe Cartisano, Domenico e Teresa Mezzatesta, Flaminia e Francesco Lentini, Antonino Leuzzi, Giulia Mantice, Carmelo Ortuso, Simone Pergoliti, Vittoria Zirino, Benedetta e Caterina Orlando, Angela Alvaro, Vincenzo Domenico Genua, Carlo Elisa, Rocco Duardo, Iris Lombardo, Vincenzo Tramonti, Francesca Versaci, Caterina Pettimalli della redazione delle I, II, III F della Scuola Secondaria di Primo Grado Giuseppe Capua di Melicuccà (RC), coordinamento di Natale Todaro

Resiliere e non abboccare

A causa dell’inquinamento dell’uomo, la natura si sta danneggiando molto; animali che muoiono, spazzatura in tutta la natura … insomma per noi non si mette bene. 

Gli uomini si nutrono di alcuni animali, ma a causa dell’inquinamento che stanno causando non stanno capendo che in questo modo possono morire sia loro che gli animali; ad esempio se si butta della plastica nel mare l’acqua si avvelena e in questo modo i pesci che sono animali che noi uomini mangiamo si avvelenano e muoiono, ma anche se non muoiono e riescono a sopravvivere, l’uomo pesca questi pesci, ma non capisce che potrà togliersi la vita da solo, perchè prima di pescarli lui ha inquinato il loro ambiente. 

A causa del clima i ghiacciai si sciolgono e fanno perdere vita agli animali che vivono lì ad esempio gli orsi polari e anche inquinare i mari. Noi non dobbiamo indebolirci con le notizie false sull’inquinamento che stanno girando in tutto il mondo, ma dobbiamo resistere. 

Rispettare la natura è un diritto che deve compiere ogni uomo di questo mondo, non si deve inquinare, non c’è alcun senzo per farlo perchè così facendo pagheremo noi le conseguenze. Affinchè gli adulti capiscano meglio quanto sia importante un mondo davvero ecosostenibile, abbiamo provato ad inventare questa storia in cui alcuni animali dimostrano come la resilienza possa veramente far breccia nel duro cuore degli esseri umani. 

In un bosco, in mezzo a delle montagne, vivevano tanti animali: c’erano orsi, lupi,istrici, scoiattoli, conigli e tanti altri; in particolare in una piccola tana viveva una volpe con la sua amica tartaruga che si divertivano tutto il giorno insieme ai loro amici. 

Il rumore del mare

di Francesco Morrone e Christian Francesco Feraco della II media E dell’Istituto Erodoto di Corigliano Calabro, coordinamento di Ermanno Lanzillotti

Le coste del Mediterraneo non da sempre interamente popolate.

Nel secondo secolo A.C. i romani chiamavano il mar Mediterraneo “Madre Natura” ma, nei secoli, le attività umane hanno man mano trasformato il mare in un mondo chiassoso che soffoca i suoni naturali e portano fonte di stress a molti animali marini.

Le navi, difatti, provocano deflagrazioni forzatamente accompagnate da frastuono. Sono molto numerose le navi militari che emettono, con i loro sonar, onde sonore molto potenti per individuare la presenza di sommergibili. 

Gli animali marini, per comunicare tra loro, si servono del suono, e i rumori legati alle attività dell’uomo possono renderli sordi e, persino, ucciderli. Tutta la vita sottomarina è minacciata dall’inquinamento sonoro quindi, per ridurre il rumore nei mari, si potrebbero costruire navi più silenziose e realizzare tecniche meno invasive e rumorose.

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