Una famiglia sostenibile

di Labonia Filippo, 12 anni, Corigliano Calabro

C’era una volta una famiglia che teneva molto alla sostenibilità e al riciclo. Abitava in un condominio che aveva un cortile che era sempre molto sporco e pieno di rifiuti. Così si decise di fare una riunione condominiale per prendere provvedimenti. Una domenica si misero tutti con scopa, palette e sacchetti e si misero a pulire. Vennero messi anche dei bidoni per fare in modo che la gente buttasse lì i rifiuti.

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Un altro problema era quello dei costi elevati della corrente. Dopo un’altra riunione si decise di prendere provvedimenti, quindi tutti iniziarono a chiudere le luci quando abbandonavano una stanza, non lasciare aperto il frigorifero, eccetera…

Il bilancio solidale della famiglia Pittaluga

di Francesca Geraci, 12 anni, Corigliano Calabro

Ormai la basilica era sommersa da acqua, detriti e fango invadevano le sue navate. Una signora saltellava tenendosi alzata la gonna come se ballasse la Tarantella. Un’altra ancora, per lo spavento, saltò in braccio al signore che le sedeva accanto. Il panico portò a un fuggi fuggi generale verso l’esterno. D’un tratto ci si accorse che il mare aveva inondato l’intera città. La Lanterna, simbolo di Genova, galleggiava fra i veicoli anch’essi in  balia delle onde. Urla, pianti, ragazzini che provavano a mettersi in salvo, mamme disperate  che gridavano i nomi dei propri figli invocando l’aiuto di Dio. Il porto non esisteva più. I Caruggi erano irriconoscibili. Persino l’acquario,  con i suoi turisti, era stato distrutto. Una vera e propria catastrofe! Il giorno dopo tutto  sembrava finito. Il paesaggio era spettrale. Un bambino impaurito stringeva a sé un orsacchiotto, ricordo di sua madre.

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Giorno 13 Gennaio 2038, ore 7:00

Eco-Game

Dalla redazione della I e della II secondaria di primo grado dell’Istituto Frascati, guidata da Giuditta Iantaffi, una serie di focus group e lavori giornalistici per un bilancio di sostenibilità di comunità. Qui il questionario.

 Cliccando qui, il divertente quiz per mettersi alla prova: basta cliccare sul link, leggere il numero del quiz e inserirlo dallo smartphone collegato a kahoot.it.

Qui sotto il servizio video con interviste al sindaco di Frascati, Roberto Mastrosanti, al presidente del Consiglio comunale, Franco D’Uffizi, alla consigliera per la Scuola, Paola Gizzi

E qui, in versione-power-point e in versione-pdf, il progetto completo 

Con il coordinamento di Giuditta Iantaffi, che ha preparato anche questo documento di presentazione

La preside sceglie lo sviluppo sostenibile e propone ‘il voto nelle gite scolastiche’

Intervista degli studenti del lab di giornalismo della scuola media dell’Istituto Luigi Settembrini di Roma, coordinamento di Agnese Malatesta
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Con oltre mille studenti, l’istituto Luigi Settembrini di Roma è una scuola media pubblica di un quartiere centrale della città che da decenni, con l’impegno di tutti i professori, accoglie ed educa accuratamente gli studenti. Da settembre scorso, a capo della scuola c’è una nuova dirigente, Maria Andreina Le Foche, che ha accettato di parlare con noi di sviluppo sostenibile nella nostra scuola. Figlia di un preside e amante della cultura, con un passato di insegnante di italiano all’Università di Zurigo, Le Foche ritiene che la sostenibilità deve ancora essere realizzata nell’istituto che dirige ma che è impegnata su questo obiettivo. E per la sostenibilità culturale, propone una importante  novità: il voto da assegnare agli studenti per le gite scolastiche.

Parlando di sostenibilità, come si colloca la nostra scuola?

La sostenibilità è un concetto positivo su cui bisogna lavorare. Sono favorevole a tutto ciò che può qualificare la scuola. Stiamo elaborando un progetto per rendere la nostra scuola perfetta su tutti i punti di vista. Ma ci sono ancora pecche su cui bisogna lavorare. Per agire abbiamo anche bisogno dell’appoggio dell’Istituzioni.

Ci può spiegare meglio quali sono gli aspetti critici che riguardano la Settembrini da questo punto di vista?

Proprio ieri ho visto un pannello da cui fuoriuscivano dei fili elettrici: ecco questo non è per niente economico. È paradossale avere tre router e poi mille fili che escono dall’armadietto. Anche lo sciacquone dei bagni ha dei limiti, siamo costretti a premerlo più volte consumando molta acqua. Anche questo è uno spreco. La sostenibilità è un concetto ad ampio spettro ma penso che ci sia bisogno di partire dalle piccole cose.

Il diritto di accesso in materia ambientale

tesi di laurea di Lucia Menza, 28 anni di San Cataldo di Bella (Potenza) – Università La Sapienza, facoltà di giurisprudenza.

Il lavoro di tesi è stato condotto seguendo una linea direttrice precisa, cioè: a) la conoscenza delle principali fonti normative a livello internazionale, comunitario e interno; c) la delineazione delle radici storiche del sistema amministrativo legato al tema dell’accesso e, infine, la proposizione di un modello integrato di gestione delle informazioni ambientali funzionale alla partecipazione dei singoli e delle associazioni ambientaliste ai processi decisionali in materia ambientale e alla tutela del diritto di accesso. Ed invero, lo studio condotto in ordine alla normativa internazionale in materia ambientale ha reso evidente la mancanza nel nostro ordinamento interno di un sistema informatico ben organizzato per la gestione delle informazioni in materia ambientale nei principali settori relativi allo stato delle acque, dell’aria, dell’atmosfera e del suolo. Infatti, ciò che è stato rappresentato è la mancanza di chiarezza, organicità e comprensibilità dei dati raccolti a livello regionale dalle ARPA e tale mancanza di organicità si riflette, non solo sulla scarsa conoscenza dei cittadini delle principali problematiche che affiggono i territori interessati dalle informazioni nei settori su indicati, ma si riflette, soprattutto, sui rapporti tra pubbliche amministrazioni e le aziende che sul territorio svolgono le proprie attività produttive. Ed invero, si è rilevato che la gran parte degli sforzi condotti dal Legislatore per la creazione dei siti internet dedicati alle ARPA regionali e, dunque, alla pubblicazione dei dati raccolti sullo stato del territorio, si sono rivelati fallaci, poiché, i dati vengono riportati in maniera incompleta, senza alcun tipo di spiegazione necessaria a persone, con una media conoscenza scientifica, quale la maggior parte degli utenti, di poter accedere all’informazioni su esposte.