Stravolte le teorie attinenti l’inquinamento terrestre

di Velleda Ungaro, Angela Ginevra Coschignano, Roberta Miuccia Fusaro, Virginia Sosto, della II media C dell’Istituto Erodoto di Corigliano Calabro, coordinamento Vita Minisci

Per diverso tempo si è pensato che il buco dell’ozono causato dall’inquinamento terrestre fosse nocivo alla salute dell’uomo. Per questo molti scienziati hanno trascorso tutta la loro vita a cercarne una soluzione, oggi però si è scoperto grazie ai primi satelliti mandati nello spazio che questo è sempre esistito già dalle origini della Terra, infatti, fu un errore degli studiosi dire che il buco dell’ozono fosse nato in seguito all’inquinamento atmosferico. Oggi si è più che mai convinti che questo permette la fuoriuscita dei gas, dell’anidride carbonica e piccole particelle di polvere che sono nocive all’ambiente.

Un’altra errata convinzione è relativa al riscaldamento globale che secondo una vecchia teoria è la causa dell’aumento dei gas serra nell’atmosfera favoriti dall’emissione nocive connessa alla crescente attività industriale. Il riscaldamento globale esercita il suo influsso determinando lo scioglimento dei ghiacciai, l’estensione dei deserti subtropicali e l’aumento dei livelli del mare. La tesi sperimentata lo scorso Dicembre 2018 arrivò da un gruppo di scienziati che affermarono la scomparsa del riscaldamento globale dovuta alla fuoriuscita della Terra dall’orbita solare.

Notizia sconvolgente nel mondo dell’industria

di Miriam De Vico, 12 anni, della II C Istituto Erodoto, coordinamento Vita Minisci

I fumi dei fumaioli non inquinano più

Oggi, giorno 2 Febbraio 2019 il web è stato sommerso da notizie davvero sconvolgenti che inizialmente sono state segnalate come bufale, ma che dopo alcune ricerche approfondite degli esperti sono state confermate. La notizia in questione sarebbe stata lanciata da un’industria di rifiuti italiana la IESR (Industria Ecologica Smaltimento Rifiuti) la quale ha dichiarato di aver trovato un modo per smaltire i rifiuti senza inquinare l’ambiente e senza contribuire al buco dell’ozono creatosi nel 1980 a causa dell’inquinamento atmosferico. Questa industria avrebbe, infatti, capito, secondo alcuni studi, che differenziano i rifiuti in modo accurato (carta con carta, plastica con plastica, organico con organico e materiali indifferenziati divisi per specie) aggiunti  a materiali naturali, usati in quantità minime rispetto a come venivano utilizzate in passato: carbone e petrolio. si evita l’inquinamento dei fumi emessi nell’atmosfera ottenuti dalla combustione dei seguenti materiali aiutano a purificare l’aria e contribuiscono alla chiusura del buco dell’ozono grazie alle piccole quantità di elmetti naturali presenti nei fumi. La domanda che in questo momento tutti i cittadini si pongono è la seguente: perché questa industria è così sicura che il suo progetto funzioni? L’industria ha fatto sapere che per 10 anni siamo stati impegnati a studiare l’inquinamento e le sue forme per riuscire a trovare un modo per combattere l’inquinamento e vincere la battaglia che nessuno è mai riuscito ad affrontare”. L’amministratore dell’industria in seguito ha aggiunto:”il mio obbiettivo è quello di salvare il pianeta permettendo alle generazioni future di condurre una vita felice ma soprattutto senza pagare i danni fatti in passato dall’uomo. Io faccio tutto ciò anche per dare alla natura tutto ciò che l’uomo le ha tolto in tutti questi anni per vivere in armonia con essa ma soprattutto perché così facendo si possa vivere molto più a lungo perché molte persone a causa dell’inquinamento si ammalano e muoiono senza aver vissuto la propria vita come andrebbe vissuta”. L’industria 1 settimana dopo ha pubblicato su internet come questo progetto funzioni davvero attraverso i risultati della reazione del buco dell’ozono a questo progetto. Molti lettori leggendo i risultati sono rimasti scioccati: il buco dell’ozono si era ridotto del 10%. La IESR , inoltre, ha pubblicato i costi delle spese per realizzare questo progetto per migliorare la natura; questi sono inferiori rispetto ai costi delle spese per smaltire i rifiuti tossici che inquinano. La notizia è subito giunta al governo che vedendo i benefici naturali ed economici ha deciso di adottare questa tecnica in tutte le industrie d’Italia. L’amministratore ha in seguito ringraziato il governo per avere approvato il suo progetto e proponendo a quest’ultimo di visitare l’industria. Il governo ha accettato l’invito da parte dell’amministratore dell’industria con piacere. Dopo pochi giorni il governo si è recato all’industria rimanendo notevolmente sorpreso. Oggi 2 Febbraio 2020, a distanza di un anno, il buco dell’ozono è diminuito dell’80%. Visti i progressi il governo italiano ha proposto alla sede del governo europeo di adottare questo modo per smaltire i rifiuti in tutta Europa affinché si riesca a sconfiggere l’inquinamento. Il governo europeo ha accettato la proposta del governo Italiano e ha fatto si che tutte le industrie d’Europa adottassero questo sistema. Dopo 1 anno (2021) il buco dell’ozono si è ufficialmente chiuso in tutti i suoi strati e il mondo è finalmente riuscito a sconfiggere l’inquinamento facendo di questo un pianeta che ha restituito alla natura tutto ciò che le aveva tolto l’uomo in passato, facendo si che diventasse un pianeta bellissimo.

I wurstel

di Gaia Antonietta Ginnari, 11 anni, della I D dell’Istituto Erodoto di Corigliano Calabro, coordinamento di Carla Minisci

Amati e di ottima qualità sono considerati i Wurstel, cibi appartenenti alla cucina germanica ed austriaca ma ormai diffusi in tutto il mondo. La parola Wurstel significa “insaccato” ma sono conosciuti in tutto il mondo anche con il nome di Hot Dog, accompagnati con patatine e salse varie. Ci sono vari tipi di Wurstel come quelli di pollo, tacchino o al formaggio oltre ai classici a base di carne suina. Essi spesso contengono scarti di carne e per questo vanno considerati come cibi non salutari che andrebbero aboliti. Il medico e nutrizionista Nicola Sorrentino appartenente alla clinica Cambus Clinic Diet spiega che esistono anche wurstel di ottima qualità fatti con carne scelta. Fanno male solo se vengono cucinati in modo sbagliato. Non tutti sanno che i wurstel di bassa qualità sono quelli separati meccanicamente (CSM). Sono degli insaccati fatti con un mix di carne magra e grassa con aggiunta di sale, pepe e spezie varie. L’impasto viene messo dentro budelli di maiale o agnello e poi vengono fatti affumicare o stufare. Le calorie dei wurstel variano a seconda del tipo di carne usata. Ma non superano le 150 calorie.

Mi rivolgo a noi giovani, a cui questo tipo di cibo piace molto, cerchiamo di mangiarne meno e mangiamo cibi più salutari come la frutta.

Carne: fa bene o fa male?

di Valentina Magni, 14 anni, della III E dell’Istituto C. Perugia 9, coordinamento Federico Panduri

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I nostri nonni davano grande importanza alla carne, soprattutto a quella rossa, perché dicevano che “la carne fa sangue!”.  Ma è proprio così? 

Studi scientifici hanno dimostrato che sia la carne rossa che quella bianca svolgono una funzione antianemica (la quantità di ferro contenuta nelle carni bianche è di poco inferiore a quella delle carni rosse, fa eccezione il cavallo, che ne è particolarmente ricco contenendone circa il 50% in più delle altre carni). Eppure si sente dire che mangiare carne rossa fa male, tanto che in Italia il consumo di carne è ai minimi storici: quasi una persona su dieci l’ha eliminata del tutto dalla propria dieta.

Probabilmente questa scelta nasce dalle recenti affermazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha classificato come “probabilmente cancerogene le carni processate, cioè quelle trattate con salature, fermentazione e affumicazione, mentre la carne rossa è stata classificata come “potenzialmente cancerogena” (gruppo 2A), perché gli acidi grassi saturi sono stati associati a un maggior rischio di sviluppare il cancro mammario e il cancro del colon retto. Studi più recenti hanno infine dimostrato che le proteine della carne possono essere sostituite senza alcun problema da quelle vegetali ottenute dall’associazione di legumi e cereali integrali.

Tuttavia, secondo i ricercatori dello studio ABR di Roma (Sicurezza degli Alimenti e Tutela della Salute) noi italiani non siamo a livelli di pericolo. Le cose cambiano nel caso si eccedesse nel mangiare carne rossa: consumare 100 g al giorno di carni rosse aumenta del 17% la probabilità di incorrere in alcuni tipi di tumore e il rischio sale al 18% con 50 g di carni conservate, come quella in scatola. Sappiamo che la carne contiene molti grassi saturi, presenti però in qualità e quantità variabile a seconda dell’età, della specie, della parte anatomica e dello stato d’ingrassamento dell’animale.

L’ingestione prolungata di carne comporterebbe anche un aumentato stimolo pro-infiammatorio cronico e questo è un dato che non si deve sottovalutare, perché l’infiammazione che sembra essere attivata dalle endotossine batteriche prodotte dai batteri veicolati dalla carne, rappresenta il primo processo attraverso il quale si attivano molte patologie organiche croniche. L’AIRC, (l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro), ha espressamente spiegato che “nessuna patologia è causata soltanto dal consumo di carne e non vi è una relazione di causa-effetto diretta tra proteine animali e sviluppo di una data malattia”.

Quindi possiamo confermare che, come tutti gli alimenti, la carne non è pericolosa in quanto tale, ma in particolari condizioni e se ne facciamo un consumo smodato. Diventa quindi importante sapere sempre da dove proviene la carne che mettiamo in tavola e come sono stati allevati e alimentati gli animali prima di essere macellati.

In conclusione, se stiamo attenti a consumare una giusta quantità di carne, alla qualità di quello che mangiamo e a come lo cuciniamo, non solo non ci esponiamo a rischi, ma ci fa anche bene per le proprietà importanti che la carne contiene e che nessun altro alimento può dare al nostro organismo.

Il buco dell’ozono è scomparso

di Francesco Ungaro, 13 anni, della IIIA dell’Istituto Erodoto di Corigliano Calabro, coordinamento di Vita Minisci

Il 31 Gennaio gli scienziati hanno dato una notizia sconvolgente: nel pianeta è scomparso il buco dell’ozono! E’ stato scoperto che la stratosfera, ovvero uno dei cinque strati da cui è composta l’atmosfera, riesce ad assorbire i raggi ultravioletti del sole evitando che questi arrivino senza filtro sulla terra provocando conseguenze devastanti sia sull’ambiente che sulla salute dell’uomo. Si è sempre pensato che a causa del surriscaldamento globale, delle piogge acide, degli agenti inquinanti rilasciati nell’atmosfera dalle industrie e dalle attività umane, dei raggi UV che sono molto pericolosi per la salute umana perché aumentano il rischio di cancro della pelle e provocano trasformazioni del DNA, la vita sulla terra fosse in grave pericolo. Oggi è stato constatato che lo stile di vita corretto assunto da qualche decennio dagli uomini ha risanato il pianeta, è scomparso il buco dell’ozono. Sono bastati piccoli accorgimenti da parte di tutti i cittadini del pianeta: è bastato privilegiare l’uso dei mezzi pubblici, della bicicletta evitando l’uso massiccio delle auto, evitare gli sprechi di energia elettrica, di acqua, evitare l’uso degli spray, fare la raccolta differenziata. Tutte queste attenzioni hanno contribuito alla scomparsa del buco dell’ozono.

Isola Ecologica che regala biglietti per concerti

di Federica Bruno, Maria Isabella Cuccaro e Chiara De Marco, 12 anni, della II media C IStituto Erodoto di Corigliano Calabro, con il coordinamento di Vita Minisci

Fino ad oggi abbiamo sempre avuto problemi a causa del buco dell’ozono. Questo è uno dei cinque strati che formano l’atmosfera terrestre che diventava sempre più grande a causa dell’inquinamento. L’aumento del buco dell’ozono è sempre stato un problema a causa dei raggi del sole che cadono perpendicolari sulla Terra senza filtri causando l’insorgere di molte malattie quali: tumori alla pelle, malattie respiratorie, allergie, infiammazioni delle vie aeree, asma… Oggi però tutto ciò non è più un problema da risolvere perché l’uomo è riuscito a far scomparire l’inquinamento mettendo in atto comportamenti più sostenibili che preservano il pianeta da effetti nocivi. A Roma, per esempio, si è risolto il problema della spazzatura, tutti usano mezzi pubblici e biciclette così da diminuire l’inquinamento urbano. Inoltre non si usano le bombolette a spray, l’uso di impianti di riscaldamento si è ridotto perché ci si veste più pesanti, gli elettrodomestici sono a basso consumo e grazie a ciò si è ridotto anche l’inquinamento industriale. Ovunque si realizza agricoltura biologica. Sono stati aboliti i concimi chimici, infatti, si usano i concimi naturali. Ciò è possibile grazie ad uno studio accurato che controlla la fertilità del suolo, così la pianta cresce senza aver bisogno dell’aiuto dei concimi chimici. Proprio grazie a questo cambiamento il buco dell’ozono si è quasi chiuso. 

Un  altro grande cambiamento, inoltre, si registra  nel comune di Corigliano-Rossano dove un gruppo di giovani ha ideato un’isola ecologica che sprona la gente a fare la raccolta differenziata e inquinare meno. Nell’isola è possibile mettere i rifiuti riciclabili nella macchinetta  A.A.S. (Associazione Ambiente Sostenibile) e in cambio da questa  ricevere un biglietto per grandi eventi come concerti e viaggi.  La funzione di questa isola ecologica é quella di ridurre l’uso della plastica e lattine di alluminio. Grazie a tutto ciò, la gente inquina molto meno e giorno dopo giorno, il pianeta diventa sempre più pulito. La qualità di vita è migliore, infatti, aumentano le nascite e la vita si allunga. Lo scioglimento della calotta polare  (del ghiaccio che deriva dal congelamento dell’acqua marina) non c’è più, perciò gli orsi polari e i pinguini sono aumentati, tanto da diventare gli animali più numerosi dopo l’uomo.

Indagine giornalistica su bufale alimentari supercredibili da menti influenzabili

di Valerio Bucciaglia, 15 anni, di Pomezia

Oggigiorno tutte le notizie su ciò che mangiamo possono essere insidiose creando allarmismo e confusione tra i lettori.

Ma se provassimo a proporre un sondaggio con 4 notizie false ed una vera i lettori capirebbero quali sono le notizie false? L’abbiamo fatto utilizzando una inchiesta tramite moduli Google divulgati su social network. I risultati sono sconcertanti, addirittura l’unica informazione vera è stata data per falsa.

Partiamo prendendo in questione la prima bufala, essa molto in voga agli inizi del 2000 parla dei danni alla salute causati dal glutammato monosodico.

Ma che cos’è il glutammato monosodico; il glutammato monosodico è un amminoacido utilizzato sin dal 1900 nella cucina orientale, è presente in molti degli alimenti vegetali e animali ma è bersagliato per la sua presenza nel dado alimentare. Ebbene si! Alcune riviste lo accusano di provocare asma, reazioni allergiche ed emicranee. Queste notizie false sono smentite da notevoli articoli scientifici. Nel 2006 veniva postato un articolo “Reconsidering the effects of monosodium glutamate: a literature review”, un riepilogo di tutte le pubblicazioni degli ultimi quarant’anni sui possibili danni causati dal glutammato. L’articolo si conclude con questa dicitura:nonostante la convinzione diffusa che il glutammato monosodico possa provocare mal di testa, e altri sintomi, non ci sono dati clinici coerenti a supporto di questa affermazione”.

Ma come se la saranno cavata coloro che hanno risposto al sondaggio?

Purtroppo, il 63% di coloro che si sono offerti a sottoporsi al sondaggio, ha risposto che il glutammato può causare danni alla salute. Risposta superficiale direi! La convinzione che Il glutammato faccia male è ancora nelle menti di molti forse causa di alcuni blog o finti divulgatori che parlano “per sentito dire”.

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La seconda domanda del sondaggio riguardava il sale iodato e i suoi benefici per la salute. Nonostante questo quesito fosse l’unica notizia vera presente nel sondaggio, il 30% delle persone hanno asserito che la notizia non fosse veritiera. Infatti il consumo di iodio come riportato dal OMS (Organizzazione mondiale della sanità) è fondamentale per lo sviluppo del cervello e per lo sviluppo del feto. Il sale iodato è fondamentale in quanto lo iodio è presente in quantità relativamente piccole nel cibo.

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Altro quesito posto al pubblico è: “I carboidrati la sera fanno ingrassare?” Questa illusione naviga nelle teste degli influencer. Anche questa volta la letteratura scientifica ci viene incontro con uno studio del 2009Metabolic rate and fuel utilization during sleep assessed by whole-body indirect calorimetry”,dopo aver effettuato un test si è potuto dire che I dodici soggetti di sesso maschile presi in considerazione  hanno dormito fino al naturale risveglio e la documentazione polisonnografica del sonno è stata registrato ,è emerso che il dispendio energetico durante la notte rimane quasi uguale a quello giornaliero. Il 58% delle persone, forse già in ansia per la prova costume, ha affermato che la notizia è vera contro il 42% che non si è fatto sopraffare dai timori.

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  Vi è mai capitato di vedere al bar persone indecise tra la bustina dello zucchero bianco e di quello di canna? Ebbene si un’altra notizia falsa riguarda proprio il primo espresso della giornata. Questa notizia non è veritiera perchè se andiamo a vedere le tabelle sui micronutrienti dell’agenzia americana FDA ci vengono dette le dosi di micronutrienti da assumere al giorno. Confrontando i micronutrienti contenuti nello zucchero di canna con le tabelle notiamo che le quantità di micronutrienti sono assolutamente insignificanti, per esempio la dose suggerita di potassio giornaliera è 4700 milligrammi e per poter soddisfarla usando lo zucchero di canna ne dovremmo assumere 3.5 kg al giorno una dose da cavalli. Quindi la differenza anche se numerica dal punto di vista nutrizionale è assolutamente nulla.

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Siamo arrivati al termine di questo articolo ma non possiamo parlare dell’ultimo quesito del sondaggio. Quello con la maggiore percentuale di risposte errate. Le sostanze estratte dalle piante sono migliori di quelle di sintesi? Purtroppo questa domanda ha ingannato molti basti pensare che il 73% ha sbagliato a rispondere. Ma perché le sostanza estratte dalle piante sono uguali a quelle di sintesi? Il motivo è che la tossicità di una sostanza non è data dalla sua provenienza ma dalla sua struttura chimica. “E se nelle sostanze di sintesi rimangono residui di sostanze indesiderate?” Ciò avviene non alle sostanze sintetizzate perché matematicamente sappiamo le quantità di reagenti per evitare che rimangano nel prodotto finale ma proprio alle sostanze estratte da vegetali spesso spacciate da finti scienziati o peggio ancora medici per migliori rispetto alle sostanze di sintesi.

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Ormai viviamo in un mondo dove non sappiamo più a chi credere dove medici e anche persone di una certa cultura diffondono informazioni errate sfruttando la ignoranza dei seguaci che quasi sempre diventano un sostenitori economici e pubblicitari di tali. Per avere la sicurezza dio ciò che viene affermato anche da un premio Nobel dovremmo andare a consultare la letteratura scientifica cosa che non viene quasi mai fatta.

Bibliografia

Reconsidering the effects of monosodium glutamate: a literature review

Metabolic rate and fuel utilization during sleep assessed by whole-body indirect calorimetry

http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/04/06/miti-culinari-5-le-virtu-dello-zucchero-di-canna/

bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/04/25/ancora-sugli-additivi/

https://www.who.int/elena/titles/salt_iodization/es/

 

Fake news in medicina: la sclerosi multipla è curabile?

di Flaminia De Santis, 15 anni di Roma, e Davide Avanzato, 16 anni di Frascati – Liceo Cicerone di Frascati (RM), coordinamento di Chiara Carosi

immagine-articolo-codice-1552422987046L’aumento dei social media in questi anni ha determinato la nascita del fenomeno delle Fake News.
Queste non colpiscono solo i cittadini comuni ma anche i professionisti di ogni categoria.
Nell’ambito della ricerca medica la diffusione delle Fake News sta generando misinformazione, disinformazione, luoghi comuni, miti, mode e leggende mettendo a rischio la salute delle persone.
I pazienti affetti da Sclerosi Multipla sono in modo particolare colpiti da questo fenomeno, abbiamo intervistato la Dott.ssa Doriana Landi ricercatrice del Centro Sclerosi Multipla del Policlinico Tor Vergata di Roma che così descrive la malattia:
“La sclerosi multipla è considerata una delle malattie che più frequentemente induce disabilità nel giovane adulto, malattia a carattere autoimmunitario che provoca l’aggressione delle cellule della guaina mielinica dell’organismo da parte del sistema immunitario; la patologia esordisce a seguito di uno stimolo ambientale, come un’infezione batterica oppure un altro stato infiammatorio, e determina un danno del sistema nervoso centrale di tipo focale.”
Le Fake News inerenti la malattia sono in continuo aumento e la Dott.ssa Landi spiega il motivo di ciò: “Ad oggi, nonostante esistano molte teorie scientifiche e dati scientifici a supporto della patogenesi, ancora non è stata scoperta la causa della malattia e ciò comporta la nascita di terapie alternative non basate su un metodo scientifico che propongono cure miracolose non producendo risultati positivi.”
Alcuni siti mostrano come la Sclerosi Multipla possa essere curata utilizzando speciali diete ed alimentazioni, come la ricerca della Dott.ssa Terry Walhs nella quale viene descritta una dieta che le ha salvato la vita, riuscendo anche a sconfiggere la malattia alzandosi dalla sedia a rotelle nel giro di un anno, cosa impossibile poiché come affermato in precedenza la Sclerosi Multipla è una malattia progressivamente invalidante ritenuta finora incurabile.
Un altro esempio di Fake News che ci riporta la Dott.ssa è quello di pazienti che si facevano pungere da api più volte al giorno per attenuare l’infiammazione e il processo di demielinizzazione.
Da esperta la Dott.ssa Landi afferma: “Per evitare la disinformazione ed evitare che i pazienti abbocchino a queste Fake News bisogna dare al paziente spiegazioni più chiare e aggiornate possibili, in modo che questo riconosca la professionalità e la competenza del medico dettata dal rigore scientifico; nonostante ciò, a giorno d’oggi c’è la tendenza dei pazienti di cercare autonomamente informazioni, basandosi sul fatalismo e la superstizione, tutto questo è difficile da controbilanciare con la scienza medica tradizionale, la cosa migliore è quella di assecondare la richiesta del paziente offrendo loro siti affidabili da consultare”.
Abbiamo chiesto alla Dott.ssa come si comporterebbe se un paziente un giorno venisse da lei e le dicesse di voler sospendere la terapia poiché ha trovato una cura alternativa sul web. “Questi sono dei momenti difficili per noi medici poiché dobbiamo superare una difficoltà personale nel vederci messi in discussione, una volta fatto ciò bisogna convincere il paziente, spiegando le conseguenze delle proprie azioni, poiché in una malattia come questa se la terapia non dovesse avere una sufficiente certezza determinerà lo sviluppo di una disabilità permanente, e ciò il medico lo sa molto bene al contrario del paziente, quindi l’obiettivo di noi medici è quello di comunicare ciò senza far sembrare che sia un modo per portare acqua al proprio mulino, cioè alla propria teoria scientifica e questo non è sempre semplice.”
L’incontro con la dott.ssa Landi ha posto in evidenza la condizione vissuta quotidianamente dai pazienti affetti da Sclerosi Multipla.
Questi, consci della loro condizione clinica, spesso la rifiutano cercando rifugio in notizie provenienti dai social media, questa ricerca li espone al rischio di essere ingannati da manipolatori che sfruttano la rete per diffondere informazioni false.
Se le Fake News non vengono individuate dal paziente come tali possono danneggiarlo, inducendolo a sospendere le cure basate sul metodo scientifico.
La lotta alle Fake News è appena iniziata, anche il Papa ne ha parlato recentemente ed i Politici stessi cercano soluzioni che difendano i cittadini.
In medicina, come indicato dalla Dott.ssa Landi, la difesa dei pazienti passa attraverso l’informazione, l’aggiornamento continuo e il rapporto di fiducia che tutti i medici dovrebbero instaurare con i loro assistiti.