Non solo Golfo del Messico. I nuovi drammi del petrolio (3706)

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Marea nera. Mentre Bp sigillerà entro ferragosto definitivamente il pozzo della Deepwater horizon, due nuovi incidenti: la rottura di un oleodotto in Michigan e il rovesciamento di un porta container a Mumbai in India.

La parola fine, titoli di coda, dissolvenza. Bp, dopo aver terminato l’operazione “Top kill”, la cementificazione del tappo sulla cima del pozzo, si appresta entro ferragosto a chiudere per sempre il pozzo danneggiato con l’ausilio di due pozzi di emergenza dai quali verrà iniettato sul fondo fango e cemento, modus operandidal nome tecnico di bottom kill. Approfittando del momento di distensione ha prodigamente versato in anticipo 3 miliardi di dollari per il fondo speciale di recupero sovrainteso dal governo centrale (rimane il mistero di come troverà gli altri 17 miliardi).



Intanto a oltre 1400km di distanza si continua a lavorare per pulire un altro disastro petrolifero, ben più piccolo ma non per questo meno dannoso per l’ambiente. Oltre 3 milioni di litri di petrolio sono usciti dal 26 luglio da un oleodotto di proprietà della compagnia canadese Enabridge, situato nello stato del Michigan. Il disastro è avvenuto nei pressi del ruscello Talmadge Creek un affluente del fiume Kalamazoo che sfocia direttamente nel noto Lago Michigan. «Ora tutti sono preoccupati», spiega Jim Rutherford, ufficiale sanitario della contea di Calhoun, «il petrolio potrebbe insinuarsi nelle falde acquifere. E non si vedranno gli effetti adesso. Solo sul lungo periodo sapremo». Quando cominceranno a manifestarsi tumori e malattie connesse all’esposizione elevata ad agenti cancerogeni.

Da alcuni giorni anche il governo indiano è alle prese con una grave fuoriuscita di petrolio ed altri idrocarburi al largo di Mumbai. Oltre centinaia di tonnellate di greggio insieme a numerosi agenti chimici si sarebbero riversate da un portacontainer battente bandiera panamense, la MSC Chitra, a soli 9 km dalle coste della città indiana, dopo essere entrato in collisione con un’altra imbarcazione. Secondo un comunicato del ministro dell’ambiente Jairam Ramesh la falla “sotto controllo”. Grazie anche all’uso sproporzionato di dispersanti chimici non meglio specificati. Oramai la procedura è acquisita, i rimedi post-incidente sono noti. La grande incognita di ogni incidente rimangono gli effetti invisibili a lungo termine. E la data e il luogo del prossimo disastro.

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