Pax Mare Pacis: Marcia Perugia-Assisi 2011 (6905)

di Giulia Fontecchio

Il 25 Settembre 2011 si è tenuta in Umbria la marcia Perugia-Assisi (27 km solo andata), organizzata, per la prima volta, 50 anni fa, dall’intellettuale umbro Aldo Capitini. Questa marcia costituisce oggi un diritto/dovere della società civile ed è una piacevolissima passeggiata da poter fare rispettando le proprie potenzialità e limiti, immersi in un bellissimo paesaggio, in mezzo a gente di diverse età, nazionalità e religioni. Ha destato grande emozione vedere operatori che, sotto il torrione di Assisi, in una discesa del 15%, facevano scendere all’indietro, con grande senso civico, le carrozzelle dei disabili.

La marcia è iniziata ai giardini del Frontone di Perugia con un discorso fatto da Palestinesi e Israeliani. Presenti al Frontone anche tutte quelle associazioni che combattono «guerre quotidiane».

Il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, intervenuto all’evento, è stato intervistato ad Assisi, in diretta, dal TG3 e ha colto l’occasione per sollecitare l’informazione ad approfondire maggiormente tematiche geopolitiche che coinvolgano paesi al di là delle nostre coste piuttosto di riempire i palinsesti solo con la cronaca nera.

L’Umbria e Assisi, sono state sempre molto sensibili alle questioni geopolitiche e sono un palco perfetto dal quale proferire tale verbo.

Nell’Ottobre 1997 ho avuto l’onore di essere accompagnatore/interprete del Gruppo Centro della Pace di Assisi e in quella circostanza, sono andati a New York per portare un messaggio di pace al Palazzo di Vetro dell’ONU.

Negli statuti l’elemento umano ha precedenza sulle ragioni di stato, ma ascoltando il necrologio giornaliero, sembra che le autorità internazionali non sempre possano fare tesoro di queste comunicazioni.

Membri della marcia che aspettavano i pacifisti da Perugia hanno perorato tale causa  auspicando che gli sforzi politici si concentrino sulla ricostruzione, sulla formazione in loco.

Di fatto, sarebbe un ottimo modo per dare voce alle parole di Aldo Capitini che portava avanti l’idea di rendere concreti alcuni concetti, senza dimenticare, aggiungo io,  gli aiuti umanitari e le perdite. I diversi tipi di conflitto, da quello classico a quello psico-sociale, rendono arido il territorio e cercano di scalfire il piano sociale e culturale.  La vita riemerge come una araba fenix dalle ceneri e la forza propulsiva  si distingue in volontà particolari. Ne sono un esempio la concessione da parte del Re dell’Arabia Saudita del voto alle donne  e  le persone di diverse nazionalità che hanno trasportato una grande bandiera palestinese verso la Rocca di Assisi.

Giulia Fontecchio

coordinatrice gNe Umbria



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