Gina la gocciolina (876)

Racconto di Alessia Chiuri e Gloria Roselli, 13 anni, III C Polo 3 “G.Rossi” di Tricase (Lecce)


Ciao a tutti,

mi chiamo Gina, la Gocciolina, e vorrei raccontare a voi uomini una storia che spero vi insegni a capire il valore dell’acqua e del rispetto che bisogna avere per questo bene così prezioso per la vita di tutto il nostro pianeta.

Io abito in un fiume molto bello, chiamato Splendido per il suo aspetto. Nelle sue acque cristalline siamo in tanti a vivere in pace, sguazzando in tutta tranquillità. Ma un giorno, mentre giocavamo tutti insieme, ci accorgemmo che un grosso camion dall’aspetto poco amichevole, si stava avvicinando sempre più al nostro fiume.

Tutti ci riunimmo per ordine della goccia Saggia, la guida del nostro villaggio, che ci disse con voce preoccupata:

-Cari amici, purtroppo noi non possiamo più vivere in questo fiume perché gli uomini stanno riversando i loro rifiuti nel nostro corso d’acqua e, tra poco, verremo tutti sommersi da sporcizia e sostanze tossiche-

-Cosa si po’ fare per evitare questo disastro? – chiese qualcuno.

-Niente, non dipende da noi ma dagli uomini …-

Allora iniziarono tutti a correre presi dal panico e io non sapevo cosa fare. Nel caos persi anche i miei genitori e rimasi sola.

Il fiume si stava ammalando sempre di più e tutti gli esseri viventi che Splendido accoglieva da tempo stavano cominciando a sentirsi male.

Allora decisi di risalire in superficie per vedere il grosso camion più da vicino. Lo vidi; stava scaricando nell’acqua rifiuti e sostanze tossiche di ogni genere. Ben presto mi ritrovai a nuotare in un’acqua sporca e velenosa e mi veniva sempre di più la nausea.

Cercai di nuotare verso un punto dove l’acqua non fosse stata ancora contaminata. Appena arrivata, mi accostai alla riva e mi misi a piangere per la tristezza.

Il mio pianto attirò una bella bambina che si avvicinò a me e mi chiese:

-Perché piangi, piccola gocciolina?-

Io le raccontai tutto quello che mi era successo. Lei si commosse e mi prese tra le mani dicendomi:

-Non ti preoccupare, ci sono io qui vicino a te! Ti prometto che andrà tutto bene e che riuscirò a fermare i lavori di scarico e a ridare la vita a tutti gli abitanti di Splendido-

Allora la bambina ed io andammo dal grosso camion e raccontammo la storia degli abitanti di Splendido che per colpa loro stavano pian piano morendo. Gridammo agli operai:

-Dovete fermare i lavori perché state inquinando il fiume e uccidendo tutti quelli che vivono lì!!!-

In un primo momento gli operai sembrarono sordi alle nostre grida e continuarono le loro operazioni. Ma quando la bambina si buttò nel fiume, venne investita dagli scarichi e cominciò a sentirsi male, uno degli operai, spaventato, si rivolse ai suoi colleghi e cercò di farli riflettere:

-Amici, cosa stiamo facendo? Guardate quella bambina, ci sta dando una grande lezione. È pronta a sacrificare la sua vita per salvare il fiume e tutti i suoi abitanti. Pensate se un giorno anche i nostri figli, giocando, venissero a fare il bagno in questo fiume!-

Allora gli operai, pensando ciascuno ai propri figli e ai rischi che avrebbero potuto correre, capirono che stavano sbagliando, fermarono i lavori e andarono via, lontano dal fiume.

Tutti gli abitanti di Splendido gioirono e festeggiarono, ringraziarono la bambina e le dissero di tornare a giocare con loro ogni qualvolta avesse voluto! Dal quel giorno tutti gli abitanti di Splendido hanno ricominciato a vivere in pace e tranquillità, gli operai hanno imparato a rispettare l’acqua e  io e la bambina siamo diventate amiche inseparabili.



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