Bolle di sapone per capire come cambia il clima (6885)

Le bolle di sapone sono un po’ magiche, lo sanno tutti. Anche gli scienziati. Una cosa che forse non tutti sanno è che le bolle di sapone possono essere usate anche per tenere d’occhio i cambiamenti climatici. In che modo? Giornalisti Nell’Erba è andato a curiosare sul campo, anzi sul prato: quello di piazza Ariostea a Ferrara, dove durante il festival di Internazionale 2011 Carlo Buontempo, climatologo del Met Office britannico, ha animato Bolle di vento, un grande esperimento scientifico partecipativoa cui hanno preso parte oltre 200 persone. A condurlo insieme a lui, e ad analizzare i risultati, c’erano Fred Pierce, giornalista scientifico inglese, e Carlo Cacciamani, dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente dell’Emilia Romagna.


Da sinistra: Fred Pierce (giornalista), Carlo Buontempo (climatologo Met Office), Carlo Cacciamani (Arpa Emilia Romagna)



Piccoli e grandi hanno soffiato le loro bolle di sapone al centro del prato. Poi, naso all’insù e occhi aperti: c’erano due compiti da svolgere. Per prima cosa bisognava osservare che direzione prendevano le bolle, e poi cronometrare quanti secondi impiegavano per volare lungo una distanza di circa 10 metri.

Una volta presi gli appunti, tutti da Buontempo: il climatologo ha inserito i dati nel suo computer e fatto tutti i calcoli. Poi ha decretato: “le bolle hanno registrato un vento della velocità di 0,45 metri al secondo”. L’anemomentro, lo strumento scientifico professionale che si usa proprio per misurare i venti, ha dato lo stesso risultato. Quindi le bolle di sapone sono precise! “Precisissime – spiega Buontempo. – E danno indicazioni affidabili proprio sulla velocità dei venti meno forti, che gli anemometri hanno difficoltà a sentire”.

Le bolle sono volate quasi tutte in direzione nord est, seguendo il vento. C’è stata però qualche “ribelle” che si è diretta dalla parte opposta: come mai? “A queste basse velocità è normale che le bolle si disperdano un po’ “, spiega il climatologo.

Le bolle di sapone sono magiche anche perché possono farci conoscere meglio il clima del posto in cui le soffiamo. “Per esempio in città possono dirci come il vento interagisce con il tessuto urbano, le case, le strade”, spiega il climatologo, “e darci un’idea di come cambia il clima cittadino”. Le città sono più calde delle campagne che le circondano, e la presenza di una metropoli modifica il clima locale, per esempio influenzando il percorso dei venti. “Questi cambiamenti locali sono importanti, anche se non sono necessariamente collegati ai mutamenti climatici su grande scala che coinvolgono tutto il mondo”, dice Buontempo. “Usare le bolle è comunque un modo semplice e divertente per entrare in relazione con il nostro territorio e il suo clima”. Insomma, per capire che aria tira nel nostro quartiere.

Per saperne di più, ascoltate la videointervista.

A Ferrara abbiamo fatto due chiacchiere anche con Fred Pierce, giornalista scientifico inglese. Gli abbiamo chiesto come diventare bravi giornalisti ambientalisti. “Si può scrivere di ambiente in modi diversi, come sono diversi i pubblici a cui ci rivolgiamo”, risponde nel video, “ma il messaggio di base è semplice: per esempio, stiamo cambiando il nostro clima e dobbiamo rimediare. Dobbiamo smettere di ricavare l’energia dal petrolio e dal carbone”.


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