Un uomo di versi e un uomo d’affari(11629)
domenica, marzo 16th, 2014 (11629)Racconto di Francesco Toscani, 17 anni, di Como.
L’aria intorno a me è piena di fremiti e di sussurri, come se la natura stesse cantando di nascosto, solo per me. La voce del vento mi mormora all’orecchio centinaia di esili melodie, e ciascuna melodia porta con sé un mistero, una promessa. Ma per me non ci sono più misteri, non ci sono più promesse. Io morirò.
I rumori, le melodie vengono dalle gole e dalle ali di uccelli, cicale, grilli, da un torrente che scorre lontano, dagli alberi che fremono accarezzati dal vento, dal passo pesante dei mammiferi che camminano tra i cespugli. Io non vedo né i mammiferi, né il torrente, né il vento (e come potrei), né gli uccelli. Sento solo le loro voci, le sento intorno a me. Stanno cantando per me, penso. No, non è vero. Tutto è indifferente. La natura continuerà a cantare finché ci sarà. A nessun sasso importa della mia fine, a nessuna farfalla, a nessuna stella. Tutto è indifferente e presto lo sarò anch’io, perché morirò.
Anche la morte è indifferente. Arriverà che io lo voglia o meno e farà di me il niente. O magari no, ci sarà una luce e un volto benevolo mi dirà ‘Benvenuto’ e campi aperti, campi in fiore mi si apriranno. Ah, ma chi ci crede? No, morirò, non sarò più niente.
Questo è doloroso. (altro…)
Tweet