Grey o Green? Questione di scelte(12120)
sabato, aprile 5th, 2014 (12120)WORKSHOP – Si fa presto a dire green
di Helodie Fazzalari, 19 anni, Roma
E se fosse Bloch a possedere quella che Heidegger chiamava “essenza della verità”, quel concetto tanto meditato da Kant, quel tassello mancante, quell’ultimo numero, quella chiave che apre la mente umana e rivela ciò che l’apparenza nasconde e ciò chela bocca omette? Bloch comprende quanto sia grande l’insoddisfazione umana, tanto da portare l’uomo stesso a stancarsi del bene che la natura gli ha offerto, tanto da cercare qualcosa di meglio con la conseguenza di distruggere ciò che di bello aveva, tanto da doversi infine accontentare della distruzione che le sue stesse mani insoddisfatte hanno generato.
Analogia azzardata la mia, ma a mio avviso completa. Racchiude perfettamente quel ciclo umano che finisce per concludersi con il degrado, con l’amaro in bocca, e con l’annichilimento più totale di anima, corpo e in questo caso ambiente! Un annichilimento che da anni ormai si cerca di superare, e che in parte si cerca di nascondere, vuoi per comodità, per la fretta, o per scarse risorse economiche.
È questo l’esempio di Fabio Iraldo al workshop “Come si misura la greenicità” (per il ciclo “Si fa presto a dire green”) organizzato da Giornalisti Nell’Erba all’università di Roma Tor Vergata. ”Oggi come oggi, di fronte a due prodotti identici ma di prezzo differente si è portati a scegliere quello con il costo inferiore”. Iraldo ha quindi sottolineato come prima cosa il problema economico, e ha continuato: “Oggi come oggi” (e forse neanche un tempo, aggiungo io) “nessuno di noi si sofferma a leggere le etichette dei prodotti sugli scaffali del supermercato, tanto meno si presta particolare attenzione a quelli che possono essere prodotti più o meno GREEN, e quando lo si fa, c’è il rischio di incorrere nell’errore”. Perché? Dove sta l’errore? La risposta è la cattiva informazione. Spesso infatti capita che un prodotto,che ad esempio limita le emissioni di CO2, possa inquinare più di un altro, che nonostante non sia etichettato GREEN, è stato realizzato con materiali di gran lunga meno inquinanti del primo prodotto. Come fare allora? Come distinguere il GREY dal GREEN, in una società dove riesce quasi impossibile la messa a fuoco dei colori? (altro…)
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