E se finisse il cioccolato? (6916)

di Andrea Sorrentino

Fin quasi dagli albori della società umana ha sempre avuto un ruolo determinante, in particolar modo nel Sud America. Gli antichi Maya infatti lo chiamavano il cibo degli dei. Stiamo parlando del Theobroma Cacao o semplicemente del cioccolato – giunto in occidente dopo la scoperta delle Americhe, forse uno degli alimenti più venduti al mondo, a cui è difficile resistere e trovare una persona a cui non piaccia questo nutrimento.

Dopo i vari studi effettuati sugli effetti benefici o meno che ha, il cioccolato si trova al centro dei riflettori perché è a rischio d’estinzione entro i prossimi cinquant’anni con un declino netto della produzione già a partire dal 2030. E’ ciò che emerge da uno studio, unico nel suo genere,di scienziati del International Center for Tropical Agriculture(Centro Internazionale per l’Agricoltura Tropicale) con il contributo della Fondazione Bill e Melinda Gates.  La motivazione sarebbe riconducibile all’aumento di circa 2,5° del Riscaldamento Globale. Iricercatori di quest’ente statunitense hanno analizzato circa 19 modelli climatici differenti tra loro applicandoli alle caratteristiche fisiche della pianta del cacao. La coltivazione di questa pianta necessita di molta umidità, infatti generalmente si trova nelle foreste pluviali nei climi tropicali. Potete immaginare cosa può succedere se dovesse aumentare repentinamente la temperatura.

Attualmente i maggiori produttori mondiali sono la Costa d’Avorio e il Ghana dove i piccoli proprietari terrieri stanno già facendo una cospicua fatica per far fronte alla crescente domanda  globale di cioccolato. “Molti di questi agricoltori usano gli alberi di cacao come se fossero un bancomat- a sostenerlo è Peter Laderach, responsabile del gruppo di ricerca- raccolgono qualche baccello e lo vendono velocemente per pagare le spese mediche o per le tasse scolastiche. Questi alberi hanno un ruolo critico nella vita rurale.”

I ricercatori stanno “già vedendo gli effetti della crescita della temperatura in aree marginali e con i cambiamenti climatici queste aree aumenteranno progressivamente. In un momento in cui la domanda globale di cioccolata sta crescendo velocemente, particolarmente in Cina, questo porterà prima o poi a un aumento dei prezzi”- ha continuato Laderach. Intanto le quotazioni in borsa del cioccolato  si sono ridotte notevolmente. C’è però “una buona notizia, che il report quantifica i rischi e visualizzale aree particolarmente vulnerabili in tempo  ragionevole affinché azioni efficaci siano prese” fa sapere il Centro di ricerca.

Provate dunque per solo un attimo ad immaginare che mondo sarebbe senza cioccolato e quale danno economico per molti ne deriverebbe.


Andrea Sorrentino

redazione centrale gNe

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