Meno di una scuola su due ha il certificato di agibilità (6819)

Da TerranewsRossella Anitori

SCUOLA. Presentato ieri a Roma l’ultimo Rapporto di Cittadinanzattiva sulla qualità e il comfort degli edifici scolastici in Italia. Il 28 per cento delle strutture non è a norma. Soffitti cadenti, cavi volanti e finestre rotte: oltre 8 milioni di studenti fanno lezione ogni giorno in aule fatiscenti. Nel nostro Paese il 28 per cento degli istituti scolastici è fuorilegge. Le barriere architettoniche rendono la vita difficile ai disabili. I bagni sono sporchi e le palestre malmesse. Gli alunni stipati nelle aule come sardine. È quanto emerge dal IX Rapporto “Sicurezza, qualità e comfort nelle scuole” presentato ieri da Cittadinanzattiva. L’indagine ha riguardato un totale di 88 istituti in 12 regioni (Piemonte, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna). Nel 18 per cento casi, nelle classi sono stati riscontrati distacchi di intonaco, nel 23 per cento finestre rotte, nel 56 per cento mancavano le persiane, il 21 per cento delle aule ha il pavimento sconnesso.

Banchi e sedie rotte si trovano rispettivamente nel 13 per cento e nel 18 per cento dei casi. Per non parlare delle barriere architettoniche che rendono impossibile la vita degli studenti disabili. Soltanto l’11 per cento delle scuole dispone di un’apposita entrata priva di ostacoli. Dal Rapporto emerge anche che le classi pollaio, quelle con più di 30 alunni sono 21 su 1.234, ossia l’1,7 per cento. Un dato che non coincide con quello fornito dal ministero dell’Istruzione che per quest’anno, ha dichiarato che il numero di classi oltre i parametri stabiliti è pari a circa lo 0,6 per cento. Ma non è tutto. La capienza infatti è solo l’ultimo dei problemi se si pensa che solo una scuola su 2 tra quelle monitorate possiede il certificato di agibilità statica. La percentuale è quasi la stessa nel caso della certificazione igienico- sanitaria. Il taglio dei fondi, denuncia Cittadinanzattiva, ha inciso anche sull’acquisto di prodotti come il sapone, gli asciugamani, la carta igienica.

Particolarmente deficitaria la situazione dei bagni, che sono gli ambienti più sporchi: nel 32 per cento manca la carta igienica, nel 42 per cento è assente il sapone, il 63per cento è sprovvisto di asciugamani. Ma il dato più grave è quello relativo alla certificazione di prevenzione incendi: ne è provvista soltanto poco più di una scuola su quattro. Per Cittadinanzattiva è necessario che l’Anagrafe dell’edilizia scolastica venga subito resa nota. «Senza una completa e aggiornata mappatura dello stato degli edifici scolastici italiani è impossibile passare dall’emergenza a una vera programmazione degli interventi» sostiene l’associazione che ritiene opportuno il varo di un regolamento che indichi «competenze, obblighi, funzioni e responsabilità» dei diversi soggetti coinvolti in materia di sicurezza scolastica; inserisca «l’obbligo, per l’ente proprietario di aggiornare in maniera costante i dati relativi alle condizioni, strutturali e non, degli edifici»; omologhi gli studenti ai lavoratori non soltanto quando fanno uso di laboratori.

Quanto ai fondi per l’edilizia, oltre a sollecitare la definizione dell’effettiva entità delle risorse necessarie, Cittadinanzattiva chiede di dare stabilità nel tempo ai finanziamenti attraverso un piano quinquennale «basato, anzitutto ma non esclusivamente, sui fondi ordinari» utilizzando le risorse già disponibili (circa 420 milioni di Fondi Fas e circa 220 milioni dei Fondi strutturali Europei). Cittadinanzattiva chiede inoltre, in nome della autonomia scolastica, l’affido dei fondi e delle funzioni legati alla manutenzione ordinaria, direttamente alle scuole. «Oltre 5mila edifici scolastici hanno bisogno di interventi immediati» dice il presidente dell’Unione delle Province d’Italia Giuseppe Castiglione, «in caso contrario saremo costretti a chiudere. Non possiamo permetterci di mettere a rischio la salute di ragazzi che hanno il diritto di studiare in aule sicure, accoglienti, moderne e dotate di laboratori e strumenti che permettano loro di acquisire le competenze necessarie per competere con il resto d’Europa. Se si continuerà ad ignorare le nostre richieste e le proposte che abbiamo presentato per rilanciare gli investimenti raccoglieremo tutte le perizie che ci verranno consegnate dagli organi di controllo e le consegneremo al Governo».


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