Nelle mani di Cerroni… (7071)

di Paola Bolaffio

Secondo il consigliere regionale del Lazio Enzo Foschi, del Pd, non ci sono altre soluzioni, se non si vuol finire come “Napoli”, che raccomandarsi al “capace e scaltro imprenditore” Manlio Cerroni. La “banda di chiacchieroni”, ossia Alemanno, Polverini e tutto il Pdl, continua Foschi, ha condotto il prefetto Pecoraro in un vicolo cieco. Ora, è vero che, come dice il consigliere, “il nuovo piano rifiuti strombazzato ai quattro venti è fermo” (e per fortuna, aggiungiamo noi), ed è verissimo che “la società Colari (ndr Cerroni, appunto), ha inviato l´ultimatum dicendo che il suo sito non accetterà più rifiuti dal primo gennaio”. Foschi suggerisce di scendere a patti con la Colari e convincere Cerroni ad accogliere i rifiuti. In cambio, però, non si procedere all´esproprio delle cave di Quarto Alto, “unica carta in mano a Regione e Comune”. Il “magnanimo” avvocato salverebbe Roma dai rifiuti in strada, un icona, questa, già propinata dal collega di partito Mario Di Carlo, ex assessore regionale con delega ai rifiuti ed amico di code alla vaccinara di Cerroni.
Un po´ meno vero, dunque, è che tutta la responsabilità di questo “risultato da manuale del fallimento”, sia da attribuire esclusivamente a Polverini ed Alemanno, visto che gli affari con Cerroni sono iniziati ben prima, così come ben prima ma sono iniziati anche i balletti delle proroghe. Il discorso che oggi è di Foschi, è un tormentone che inizia ogni anno di quest´epoca, un paio di mesi prima delle scadenze dicembrine. Prima veniva dalle destre, oggi viene dalle sinistre. Ma è lo stesso. Il risultato? Anche quello è tristemente o stesso. Come dice Foschi, si tornerà di nuovo a chiedere “scusa con il cappello in mano, appellandoci alla “magnanimità e benevolenza” del Patron dei rifiuti laziali.



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