WORKSHOP – Si fa presto a dire green

Francesca Mazzi – II media A I.C. Don Milani, Monte Porzio Catone

In questo articolo inizierò parlando di una rivoluzione dai risvolti inquinanti, per poi passare alle piante e a tutte le sostanze benefiche che si possono ricavare da esse; successivamente parlerò del significato di chimica e del significato del prodotto naturale; per poi concludere con l’intervista al giornalista scientifico Sergio Ferraris. Continua … »


WORKSHOP – Si fa presto a dire green

Danaè Lizzi, scuola media San Nilo di Grottaferrata

I siti green sono siti che si occupano dell’interesse comune sulla salvaguardia dell’ambiente e quindi sui cambiamenti climatici, sulle energie rinnovabili,sul riciclo creativo.

Essi sono un punto d’incontro per le persone che hanno uno stile di vita green e possono informare le persone interessate. Ci sono alcuni motori di ricerca che controllano le emissioni di CO2, delle community on-line per la ricarica dei veicoli elettrici e la condivisione di notizie eco-friendly, o ancora delle comunità per preservare la salute del pianeta.

I GREEN SOCIAL NETWORK sono una grande occasione per coinvolgere persone di ogni età al fine di promuovere l’urgenza delle tematiche green. Ne citiamo alcuni. Continua … »


WORKSHOP – Si fa presto a dire green

Camilla Cannuccia, Lorenzo Carafa, Leonardo Guida Simon e Maria Chiara Taggi – I media E Istituto Comnprensivo via d’Azeglio, Frascati

Non bisogna sempre credere alle pubblicità, agli slogan e alle icone scritte sui prodotti o alle immagini trasmesse in TV. Ormai assistiamo ad un vero e proprio abuso delle parole come “green”, “ecologia” e “natura” e allo stesso modo siamo sommersi di immagini che riproducono ambienti naturali e incontaminati. Questo fenomeno non interessa tutto il pianeta, ma solo i paesi sviluppati occidentali, come gli Stati Uniti e l’Europa ed ha avuto sviluppo soprattutto negli ultimi anni. Continua … »


WORKSHOP – Si fa presto a dire green

Giacomo Risi, Stefano Talucci, Davide Omagbon, Andrea Frasca, Flavio Ricottini, Flavia Marcoccia – II C Scuola media, Frascati

Lo sapete com’è progettata una casa ecologica ?

Vi piacerebbe viverci ?

All’Università di Roma Tor Vergata con Giornalisti Nell’Erba, durante il workshop “green sin dall’inizio”, abbiamo capito che il primo problema sono i materiali.

Devono essere quelli giusti, che non inquinano l’ambiente. Ci può aiutare la bio archittetura che tutela la salute delle persone, rispetta l’ambiente, usa materiali naturali non inquinanti, utilizza tecniche di risparmio energetico.

Ci si può avvalere dell’energia di nuova generazione, ricavata dal sole e dai  mirtilli, come ci ha detto Monica Coppola, del progetto CHOSE, solare organico: questi frutti di bosco con le loro molecole organiche, le antocianine, provocano una reazione elettrochimica naturale, che permette la trasformazione dell’energia solare in energia elettrica. Come la fotosintesi, “maestra” della ricerca in questo campo.

Al polo solare organico, progetto dell’Università di Tor Vergata e della Regione Lazio, si studiano “panelli solari golosi di mirtilli ”: la casa diventa così un accumulatore di energia pulita.

cod. conc. 1604112932


WORKSHOP – Si fa presto a dire green

Laura Morgagni, 16 anni, Roma

Green sin dall’inizio è un concetto che dovrebbe applicarsi ovunque e comunque, per la sopravvivenza del pianeta e per quella dell’umanità. La professoressa Cinzia Forni, biologa ed esperta in biotecnologie all’Università di Roma Tor Vergata, ci ha dato qualche numero su cui riflettere: la popolazione globale, ha detto, continuerà a crescere ed è probabile che per la metà del secolo sarà di 9 miliardi di persone; sarà necessario produrre dal 70 al 100% di cibo in più. Ma il pianeta è già ora sfruttato molto di più di quanto possa dare. Bisogna cambiare qualche cosa, altrimenti si scateneranno guerre per l’acqua, per la terra, per l’energia, per il cibo. Continua … »


WORKSHOP – Si fa presto a dire green

Alessia Maria Lanari, II C medie  Istituto Comprensivo via D’Azeglio, Frascati

Fanno presto a dire “green”. Ma cosa si intende veramente con questo termine? Eh sì, perché alcune industrie usano questa parola (che in italiano vuol dire “verde”) solo per “farsi belle” agli occhi degli altri, anche quando di “green” non hanno proprio niente. All’Università di Roma Tor Vergata, per il primo workshop di Giornalisti Nell’Erba del ciclo Si Fa Presto a Dire Green, abbiamo capito che un’industria non è “green” per come si presenta agli occhi del consumatore, ma per il rispetto che ha realmente verso l’ambiente e che potrebbe influenzare anche il nostro modo di pensare e di ragionare.  Continua … »


WORKSHOP – Si fa presto a dire green
Rosa Clementi, 17 anni, Roma

Costruire sostenibile è “una sfera sconfinata”, dice Mauro Spagnolo, direttore di Rinnovabili.it, al workshop “Green sin dall’inizio”, il primo degli incontri sulla “greenicità” organizzati da Giornalisti Nell’Erba all’Università di Roma Tor Vergata. La progettazione sostenibile in edilizia è una necessità, visto che l’europeo medio passa il 90% della sua esistenza in ambienti costruiti e che quindi la qualità della nostra vita è molto influenzata da quella degli edifici in cui abitiamo, lavoriamo, studiamo. Progettare costruzioni più verdi è un dovere soprattutto perché gli edifici partecipano attivamente e massicciamente al fenomeno del cambiamento climatico. In Europa l’edilizia è responsabile del 41% del consumo energetico e delle emissioni di CO2 globali. Anche in Italia si sta facendo strada la consapevolezza che nel rapporto tra edifici ed energia si gioca gran parte del futuro del pianeta e che quindi è importante progettare green, un po’ anche grazie alle direttive europee che ci hanno “imposto” di fare più attenzione a questi aspetti. Le soluzioni possibili sono tante, tali da consentire di pensare a una strategia di progettazione sostenibile a 360 gradi. SI va dalle soluzioni per il risparmio energetico al solare attivo (fotovoltaico e termico) e passivo (bioclimatica e tecniche costruttive per …..), all’uso delle biomasse di origine vegetale, ai materiali “attenti” come riciclati e legno, alle tecniche innovative come la cogenerazione e l’uso dell’idrogeno come vettore energetico che può consentire di utilizzare in un secondo momento l’energia prodotta dalle rinnovabili. Il risparmio energetico degli edifici sta insomma diventando un tema di discussione anche da parte di politici e amministratori. Restano da affrontare però due aspetti critici di cui i media parlano poco. Il primo: nel nostro paese manca ancora una politica unitaria e nazionale di riferimento e le regioni hanno cercato di supplire con iniziative autonome. Questo potrebbe portare alla situazione paradossale in cui potremmo avere, su questo stesso tema, 20 normative regionali diverse una dall’altra. L’altro aspetto critico è che, a fronte delle tante soluzioni possibili per l’efficientamento energetico degli edifici, mancano indicazioni certe su come integrarle in uno stesso edificio per ottenere risultati armonici col tessuto urbano circostante. Per Spagnolo “la grande scommessa del risparmio e dell’efficientazione energetica nell’edilizia può essere vinta”, ma occorre coltivare la capacità di integrare e far dialogare tra loro l’insieme delle tecnologie disponibili e delle metodiche progettuali “che costituiscono la sconfinata sfera del costruire sostenibile”.
cod. conc. 1604105424


WORKSHOP – Si fa presto a dire green
Chiara De Luca e Gianmarco Lavorante, II media A – Istituto Comprensivo Don Milani, Monte Porzio Catone

“Che cos’è l’ecodesign? E chi se ne occupa? Per essere più informati su questo argomento abbiamo fatto un po’ di domande a Paolo Mondini, ingegnere dei materiali ed esperto in eco design e tecnologie per l’ambiente. Mondini, ci spiega cos’è l’eco-design? “L’eco design, detto anche design sostenibile, è la progettazione di oggetti realizzati con materiali che non inquinano, una progettazione che tiene conto di tutto il ciclo di vita di ciò che si progetta da un punto di vista della tutela dell’ambiente e delle persone. L’obiettivo dell’eco design è quello di costruire oggetti riducendo l’inquinamento nella produzione degli stessi. Ci vuole più o meno tempo per progettare qualcosa di green? “Dipende dai casi”. Costano di più i prodotti green o tutti gli altri? “Anche questo dipende dai casi. Può costare di più ma anche di meno, se ad esempio l’azienda produttrice risparmia lungo il percorso proprio grazie all’eco-progettazione. Il prezzo poi dipende anche dalla qualità, dalle materie prime di cui è fatto un prodotto, da tantissimi fattori. Ma è un luogo comune pensare che ciò che è green costi necessariamente di più” Ci può dire quali materiali sono più ecosostenibili? “Dipende dall’oggetto che si vuole costruire”. Dopo questa intervista possiamo dire che l’eco design fa bene alla nostra salute e alla natura.

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WORKSHOP – Si fa presto a dire green
Raffaella Spizzichino, 25 anni, neolaureata in architettra a Roma, Valle Giulia

L’Italia per quanto riguarda l’architettura sostenibile non si tira indietro. Che siano case davvero piccole, immaginate come una tana da portare con sé, o grandi interventi che ospitano 65 imprese hi-tech, la parola d’ordine è greenicità. Renzo Piano, a Weil amRhein in Germania, si è voluto cimentare nella progettazione della casa minima, che nel 2013 è stata inaugurata con il nome Diogene. In soli 2,5 per 3 metri – ci spiegano dal suo studio RPBW di Genova-contiene tutto il necessario per essere utilizzata come riparo, adattabile alle esigenze e facilmente trasportabile. Si compone di tre ambienti: una stanza trasformabile per uso diurno e notturno, una piccola cucina ed un bagno. Quest’unità abitativa è energeticamente autosufficiente; pannelli solari e fotovoltaici la dotano di acqua calda ed elettricità, serbatoi raccolgono l’acqua piovana che viene filtrata e pompata all’interno per essere utilizzata in cucina e per la doccia, uno speciale tipo di sistema compost fa sì che la toilette non abbia bisogno di acqua. Mario Cucinella, invece, nel 2010 ha concluso il progetto del Polo Tecnologico di Navacchio a Pisa. Cinquemila metri quadri tra uffici e laboratori che consumano solamente 16 kg di anidride carbonica al metro quadro l’anno, circa il 55% in meno di un edificio tradizionale. Interpellato lo studio MCA di Bologna di Cucinella, scopriamo che la piazza tra i tre edifici, paralleli e poco ruotati rispetto all’asse est-ovest, è riparata da una copertura schermante, che alterna pannelli tondi fotovoltaici e frangisole che favoriscono la ventilazione naturale della corte interna, le acque piovane sono raccolte e riutilizzate. Gli spazi di lavoro sono organizzati con una struttura semplice e modulare, blocchi da 100 metri quadri aggregabili senza limite, orientati in maniera razionale per ottimizzare gli apporti termici estivi ed invernali. Tutto ciò fa sì che l’edificio sia collocato nella classe A, in quanto i fabbisogni energetici sono davvero sorprendenti per un intervento di queste dimensioni.
cod. conc. 1604101732