Un “equipaggio” per l’ospedale di Jenin (12063)

di Alice Attiani, 17 anni, Roma

La striscia di Gaza vive in uno stato di perenne carenza energetica. Sunshine4Palestine vuole installare un impianto fotovoltaico da 41kW sul tetto di un ospedale nella striscia di Gaza e un insieme di componenti di accumulazione energetica in grado di fornire energia sufficiente per 24 ore al giorno e per tutto l’anno, in modo da dare piena operatività all’Ospedale di Jenin che offre servizi sanitari a 200 mila persone.

 

Barbara Capone, presidente della ONG Sunshine4Palestine, ci spiega che per la popolazione di Gaza “la fruizione di cure ospedaliere di alta qualità e per 24 ore su 24, 7 giorni su 7, è fortemente condizionata dalla difficoltà degli ospedali di accedere alle risorse energetiche”. Gli ospedali, quindi, sono costretti molto spesso a ridurre il numero di pazienti da curare e anche le terapie possibili, perché senza elettricità  devono spesso ridurre il numero di pazienti trattati e di terapie offerte. Anche i costi dei trattamenti sanitari e delle medicine sono spesso aumentari a causa dei problemi energetici. E i macchinari, che non hanno tecnologicamente nulla da invidiare a quelli dei migliori ospedali (ottenuti attraverso finanziamenti di varie NGO internazionali come Welfare Association, UNDP, Music for Peace tra le varie), devono però spesso essere oggetto di costosi interventi di manutenzione per i danni dovuti alle interruzioni della corrente.

Senza trattamenti, senza medicine, la qualità della vita peggiora, e i pazienti, quando possono, vanno negli ospedali egiziani o israeliani, che non hanno questi problemi.

 

“L’Ospedale Caritatevole di Jenin, situato nel distretto di Al-Shijaia, quartiere tra i più poveri della zona, è un esempio di eccellenza sanitaria – continua Barbara Capone – La struttura offre prestazioni mediche di alta qualità ad una popolazione di più di 200.000 persone e al suo interno sono attivi molti reparti che offrono trattamenti medici al prezzo più basso di tutta la regione. Ad esempio, la Clinica Odontoiatrica ha prezzi del 56% inferiori rispetto alle altre cliniche omologhe e i laboratori di analisi praticano prezzi del 60% inferiori in confronto agli altri laboratori pubblici o privati”.

 

L’Ospedale è specializzato in ostetricia e pediatria – spiega il presidente della Sunshine4Palestine –  discipline molto richieste in una regione ad alto tasso di natalità. In particolare sono offerti gratuitamente ai bambini le medicine e il supporto psichiatrico, non prestato da alcun’altra istituzione”.

 

L’Ospedale di Jenin nasce da un duro lavoro, supportato da ONG – che negli anni hanno ricevuto gran quantità di donazioni – e dalle Nazioni Unite, che sono una costante fonte di materiali medici e di attrezzature avanzate. “Sfortunatamente – prosegue Barbara Capone – a causa delle interruzioni di corrente elettrica, la struttura ospedaliera può essere attiva soltanto per 6 ore al giorno: ciò non solo riduce il numero totale di pazienti che possono essere curati giornalmente, ma rende difficile –se non impossibile – offrire servizi cruciali, quali il Pronto Soccorso ed anche le Terapie Intensive, specialmente ai neonati che necessitano di permanenza in incubatrici”.

 

Secondo l’UNICEF a Gaza 1.600 bambini all’anno muoiono nelle prime quattro settimane di vita e, secondo l’OMS, il 30% delle morti è dovuta a scarso peso o parto prematuro.”Una situazione a dir poco frustrante per per i medici che lavorano nell’ospedale”.

 

Sunshine4Palestine sta dunque cercando di installare un impianto fotovoltaico da 41kW sul tetto dell’ospedale e un insieme di componenti di accumulazione energetica in grado di fornire energia sufficiente per 24 ore al giorno e per tutto l’anno. E’ riuscita finora a realizzare il primo modulo dell’impianto fotovoltaico. Ne mancano altri due. Da settembre 2013, organizza eventi musicali e culturali a sostegno finanziario dell’associazione e del progetto di Sunshine4Palestine. Hanno aderito personalità dello spettacolo, intellettuali, scrittori, cantanti, (tra questi, Valentina Lupi, i Radiodervish, accompagnati da Saro Cosentino e Nicola Alesini, Vauro, Cristina Donà, Matteo Sannicchio, Ivan Pappe, l’intellettuale israeliano, Susan Abulhawa, la scrittrice palestinese, e anche Antonio Rezza), che hanno prestato la loro voce, la loro arte, il loro tempo e talento a supporto dell’iniziativa.

 


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