Testamento del Lago di Como (1419)

Il racconto/testamento del Lago di Como, autore Francesco Toscani, III media B di via Gramsci, I.C. Como Centro

Io, sottoscritto Lario -altrimenti detto Lago di Como-, scrivo questo documento nel pieno possesso delle mie facoltà mentali; le quali, posso dire, sono molte e molto utili, avendo io avuto più di 1.000.000, ossia un milione, di anni per coltivarle. Tuttavia, non posso dire di avere molti amici e parenti in vita a cui lasciare i miei -pochi- beni.

Già.

Ho sempre avuto un’esistenza abbastanza solitaria.

Quando la mia lunga vita iniziò, non ero ancora Lario, il Lago di Como; ero Lario il Terribile, Lario il Conquistatore; perché, vedete, ero un ghiacciaio.

Discesi dalle Alpi con furia inarrestabile, coi miei tre fratelli; io ero il più piccolo. Avevamo dietro la nostra Invincibile Armata; migliaia di pezzi di ghiaccio, alcuni enormi, altri minuscoli; molti di questi si sono sciolti, ma se lo aspettavano; tutti noi, dalle piccole schegge ai più grandi ghiacciai, eravamo pronti a morire per la causa: l’Armata di Ghiaccio alla conquista del Mondo!

Già.

Nostra Madre ci aveva sconsigliato di partire; ma quale giovane ascolta la propria genitrice?

Nessuno.

Dei Fratelli, io fui il primo a fermarmi.

Gli altri due si bloccarono sul posto. Volevano aiutarmi.

“No!”, dissi loro; “andate! Non fermatevi! Se lo faceste, perdereste secoli preziosi!”

A malincuore, mi dettero ragione.

Proseguirono, lasciandomi indietro; e io cominciai a sciogliermi.

Ma non caddi invano!

Lottai selvaggiamente contro il terreno, senza mai esitare, senza cedere, senza arrendermi; fu una lotta epica, enorme, selvaggia; e, quando la battaglia finì, ero il Lago più profondo d’Italia.

Già.

Non ho più rivisto mia Madre, ma le ho scritto molte lettere.

Oh! Che sbadato! Non ho detto chi sia mia Madre!

Lei è la Catena delle Alpi.

Comunque sia, a 2.000 anni mi ritrovai ad essere liquido e profondo; e provavo nuove, strane sensazioni.

Innanzitutto, l’immobilità: non mi potevo muovere!

Io, Lario il Terribile, il più feroce e tenace dei ghiacciai … e non potevo muovermi.

Che dolore!

Ma durò poco.

C’erano nuove, più strane sensazioni … per esempio, la fluidità.

Mi spiego meglio: essendo un liquido, potevo attraversare me stesso! La mia punta poteva uscire dal mio fondo!

Inoltre, c’erano delle creature che si trovavano dentro di me; piccole, bizzarre creature, la cui vita aveva una fine, che erano solide, ma si muovevano velocissime (potevano fare un metro in pochi secondi, quando qualsiasi ghiacciaio ci avrebbe messo anni!) e attraverso i liquidi …

Avevano solo un organo per funzione … vedevano, sì, ma solo dagli occhi; pensavano, sì, ma solo col cervello; ecc. ecc. …

Inoltre, come scoprii, ce ne erano altre simili fuori di me.

Quelle fuori erano molto più complesse di quelle al mio interno.

Erano enormi (non per me! Ma rispetto a quelle dentro-di-me, che da adesso in poi chiamerò Pesci, come li chiamano gli umani), alte anche 7 metri; si chiamavano mammiferi, e le loro sottospecie erano dette scimmie, lupi, leoni, idrocotherium, mammut, rinoceronti ecc. ecc., ed erano affascinanti.

Alcuni combattevano selvaggiamente, quasi come me quando ero un ghiacciaio! Se ci ripenso …

Molti di quegli animali non ci sono più.

Già.

Poi, un po’ di millenni fa … arrivò l’uomo.

Gli uomini sono assurdi.

In questi millenni hanno fatto un sacco di roba, e molta l’hanno poi disfatta.

Guardandoli li ho visti costruire centinaia di villaggi, cittadine e città sulle mie sponde; molte di queste sono state distrutte e rifatte.

Bah!

Gli umani si ammazzano ogni 10 minuti circa. Dopodiché piangono e fanno qualche monumento per dimostrare che sono dispiaciuti; poi lo fanno crollare.

Strani tipi.

Ci sarebbe molto altro da dire sugli umani; ma, in fin dei conti, questo è un testamento, non un trattato filosofico su quegli esserini. E poi, i miei animali preferiti restano i Pesci.

Sono meravigliosi.

Non c’è niente di asimmetrico nei Pesci; il loro corpo è perfetto, forte, corazzato …

Anche gli uccelli mi piacciono, ma non li capisco bene; sono figli del Vento, non dell’Acqua.

Un caso a parte sono gli Alberi.

È bizzarro come si muovano continuamente, soprattutto verso l’alto e il basso; eppure chi li guarda pensa che siano fermi.

Già.

Ho anche saputo che si nutrono di Luce.

Strano!

La Luce … in effetti, la Luce è stata (o stato?) una dei pochi amici (o amiche) che ho avuto. (Io ne parlo generalmente al maschile).

È uno dei più intelligenti esseri dell’Universo, soprattutto perché -come ogni cosa- pensa cento volte più veloce di quanto non si muova.

E tenendo conto di come si muove … avete capito.

Tuttavia, mi fa impressione: è così aliena …

Del resto, viene dal Sole …

Chi altro è degno di nota?

La Collina di Brunate, naturalmente.

La Collina è stata la mia amica più fidata e più cara, il mio sostegno in tutti questi anni.

È la creatura più simile a me, ed è in effetti una mia sorellastra, figlia di mia Madre … e della Terra.

Già, la Collina vanta una notevole discendenza.

Anch’io, del resto; sono figlio delle Alpi, dopotutto!

E mio Padre … beh, lui è una delle più importanti -e potenti- personalità del mondo.

Mio Padre è il Mare.

È vero che mi ha generato grazie alla Luce (che ha fatto evaporare da lui grandi quantità d’acqua) e al Vento (che mi ha portato da mia Madre sotto forma di nubi), ma è pur sempre mio Padre, e il Padre -con un fulmine- della Vita.

Notevole, eh?

Già.

Ma basta vantarmi della mia famiglia!

Detesto la gente che lo fa. E poi, non ha senso; è merito mio se ho dei genitori importanti? NO!

Comunque, non ho mai visto mio Padre. Povero me! Gli ho scritto, sì; ma non gli ho mai parlato faccia a  faccia.

Già.

Beh, credo di aver detto tutto.

Chi ha letto queste pagine ha conosciuto ogni mio aspetto: Lario il Triste, Lario il Terribile, Lario il Nostalgico, Lario il Conquistatore, Lario il Ghiacciaio, Lario il Solo, Lario l’Amico dei Pesci … Lario il Sofferente.

Già, io sto soffrendo; perché la follia degli umani ha contagiato anche me.

L’Immondizia degli umani, scaricata dentro di me, il loro Sporco … mi ha fatto ammalare, e io non sto solo soffrendo; sto agonizzando.

Anche un Lago può prendere il cancro.

I miei amici mi sono vicini come non mai; la Collina piange per me, la Luce mi rassicura, mi dice che non morirò, che non posso morire; la morte è per gli esseri viventi, non per i Laghi!

Le credo, ma temo che sbagli.

Ma la morte non mi fa paura.

So di aver vissuto bene, pienamente; so di aver avuto non molti amici, ma tutti veri, buoni e sinceri; e di aver vissuto una bella vita, completa, e di essere completo anch’io: perché non sono il Triste, o il Nostalgico, il Terribile, o il Conquistatore, o il Ghiacciaio, il Solo, l’Amico dei Pesci, o il Sofferente; ma sono Lario, il Lago di Como.

Ed è per questo che lascio tutti i miei averi alla Collina di Brunate.

Già.



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