#GNE2013 Panel discussion “Giornalisti, il futuro della professione” (10430)

Al Panel, moderato da Paola Bolaffio, hanno preso parte il segretario del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Giancarlo Ghirra, il presidente della FNSI Giovanni Rossi e la giornalista freelance Rosy Battaglia. Sono state trattate numerose tematiche sul futuro della professione del giornalista che deve essere sempre più formato e ben preparato per poter comprendere al meglio la realtà da raccontare.  E’ emersa inoltre l’ importanza di saper utilizzare le nuove piattaforme che non devono sostituire completamente il valore dell’esperienza acquisita sul campo.

Andrea Sorrentino. 18 anni

Qui il programma del panel

Come sarà il futuro del giornalista?

di Andrea Sorrentino

Gli occhi leggermente lucidi di alcuni giornalisti professionisti di grande esperienza quando ricordano i propri esordi, la prima gioia provata alla vista delle brevi pubblicate sul giornale. Questa è ormai solo storia? Molti tra i partecipanti del panel “giornalisti, il futuro della professione” non hanno nemmeno mai sentito parlare di questi termini. Adesso, in un periodo in cui è molto più facile accedere alle informazioni, ha ancora senso il mestiere del giornalista? E di preciso che cosa fa? Per Giancarlo Ghirra, Segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, “Il sogno di fare il giornalista è bello ed è un dovere quello di raccontare sia le notizie positive sia quelle negative”.  “Il giornalista- ha proseguito Ghirra- cerca di approfondire le notizie”. Purtroppo anche nel mondo del giornalismo sta avvenendo un fenomeno, che colpisce indistintamente diversi giovani, l’assenza di lavoro.Ghirra ha inoltre evidenziato come ancora oggi in Italia in alcuni casi manchi la figura dell’editore super partes. Il Segretario dell’ODG ha in seguito auspicato che in un futuro prossimo vi sia un’informazione il più trasparente possibile.

Giovanni Rossi, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana(FNSI), ha tracciato un quadro più ampio sulla situazione italiana descrivendo una crisi che non colpisce unicamente la carta stampata che attualmente vende solamente 5 milioni di copie, una percentuale bassa in proporzione al numero di abitanti in Italia. “Tra qualche anno, verso il 2018- 2020, ha previsto Giovanni Rossi, i quotidiani italiani dovrebbero vendere al massimo 2 milioni di copie”.  In quest’ottica poco rassicurante le testate locali potrebbero scomparire.  “Il web- ha aggiunto il Presidente della FNSI- è ancora sottostimato dal punto di vista pubblicitario”.  A tal proposito una soluzione si potrebbe avere “se gli editori- ha proseguito Rossi- investissero maggiormente nelle nuove piattaforme”.  In seguito ha fornito la sua ricetta sul futuro giornalista che “ deve essere multimediale, deve saper lavorare su più piattaforme e deve avere un numero maggiore di competenze rispetto a quelle che erano richieste in passato”.  Paola Bolaffio ha suggerito che deve anche “saper lavorare sui social, allo stesso tempo è sia foto sia video reporter”. “Il nuovo giornalista- ha aggiunto Ghirra- esce a fare il servizio con la telecamera, lo monta, lo diffonde sul web e scrive un approfondimento per la carta”.  Ha pertanto citato l’esempio di alcuni giornalisti tedeschi che seguono il Papa, i quali prima che l’aereo decolli hanno già inviato diversi messaggi con le prime dichiarazioni fino a terminare alla sera con la scrittura del reportage.

Ghirra si è poi soffermato sull’importanza della formazione sia deontologica sia culturale che deve avere il giornalista. “Vogliamo che i giornalisti siano corretti, bisogna  insegnare il rispetto delle carte deontologiche con l’intento di non essere strumentalizzati”. Rosy Battaglia, giornalista free-lance, ha condiviso la propria esperienza personale, evidenziando quanto sia stata importante per lei la formazione in quanto le ha permesso di assumere nuovi impieghi durante la crisi.

Ad una domanda di un giovane presente in sala sul perché è necessario studiare per diventare giornalista?  Giovanni Rossi ha così risposto “Io credo che il giornalista debba studiare perché significa che è una persona dalla mente aperta. Non è un esperto di tutto il mondo, ma spesso deve affrontare problemi della realtà che lo circondano. Se è maggiormente formato riesce a comprendere meglio la realtà”.  “I giornali- ha proseguito Rossi- sono difficili da leggere perché sono scritti in maniera burocratica”.  “Lo studio deve essere approfondito” suggerisce Rossi.

L’altro tema affrontato è stato quello relativo alle sanzioni previste dall’ODG  in caso di violazioni da parte dei giornalisti delle carte deontologiche. Ghirra a nome dell’Ordine ha espresso la propria contrarietà all’utilizzo del carcere come forma punitiva in caso di diffamazione che è un reato grave in quanto attribuisce ad una persona fatti che non ha commesso. Altre volte spesso “la condanna per diffamazione- ha ricordato Ghirra- può riguardare dei giornalisti deboli che scrivono per pochi euro argomenti importanti”. Nel caso di diffamazione “sarebbe sufficiente una rettifica- come ha suggerito Ghirra- prassi utilizzata negli Stati Uniti”. E’ sorprendente tra molti casi l’esempio del New York Times dove spesso in prima pagina appaiono delle rettifiche.Ghirra ha detto di essere anche contrario alle condanne pecuniarie che rischiano di mettere in crisi soprattutto le piccole testate e ha auspicato che l’ODG diventi più severo.

Giovanni Rossi ha ricordato come a volte in Italia le rettifiche non vengano nemmeno pubblicate oppure sono rese poco visibili generalmente nelle pagine dedicate alle lettere. Questo per Rossi “è un meccanismo scorretto”.

Il Panel è stato molto interessante.  Chissà se dopo quest’evento diversi giovani decideranno di intraprendere questa professione e di avvicinarsi al mondo della comunicazione anche perché il giornalista continua ad avere un ruolo cruciale.


Leave a Reply


>