Ecologia in prima pagina, workshop Gisotti-Giornalisti Nell’Erba (6011)

di Sara Onori

Si è appena concluso, a Perugia, il quinto Festival Internazionale del Giornalismo. Mercoledì 13 aprile, nel Teatro Pavone di Perugia, è intervenuto Marco Gisotti, giornalista ambientale, direttore della rivista «Modus Vivendi» per 13 anni. Il giornalista ha partecipato come docente per un workshop su «Giornalismo e Ambiente». Alla lezione erano presenti alcuni dei partecipanti del progetto «Giornalisti nell’erba», tra i quali le due terze del Liceo Scientifico «A.Volta» di Spoleto che hanno partecipato con un video nella sezione internazionale. Gli alunni hanno gremito una buona parte della platea, presenti anche giovani scrittori provenienti da Roma e Bologna.

Gisotti ha spiegato come negli ultimi anni l’ecologia sia arrivata in prima pagina. Il giornalista ha spiegato come sia nata l’ecologia fino ad arrivare a come si crea un articolo di carattere ambientale.

La parola ecologia, ha detto il giornalista, viene dalle parole greche oikos, casa, e logos, studio, quindi studio della casa, inoltre è una vera e propria scienza. Il primo a parlarne fu il filosofo John Evelyn nel 1661, proponendo di inserire più aree verdi nella capitale inglese, ma il problema dell’inquinamento si era già mostrato secoli prima.

Nel lontano 1273, Edoardo I d’Inghilterra, a causa del troppo carbone bruciato dagli Inglesi, promise di mandare alla forca chiunque ne avesse continuato a bruciare. Londra dovette combattere ancora contro l’inquinamento nel 1956, quando ci furono migliaia di morti a causa di un’epidemia data da quest’ultimo. Nello stesso anno la popolazione giapponese fu dimezzata da una dispersione di mercurio.

Il giornalista ci ha anche ricordato «la Primavera silenziosa» della biologa Rachel Carson, dove si racconta come cambiarono in maniera radicale le primavere dei campi americani dopo l’invenzione degli insetticidi, proprio da questo testo nascono i primi scandali sui problemi che causa l’inquinamento agli animali e agli uomini.

Nel 1972 c’è la prima conferenza ONU sull’ambiente , dove sono stati uguagliati il rispetto dei diritti dell’uomo con il rispetto per l’ambiente; perché sono strettamente legati tra di loro; se si ha rispetto per la società si ha rispetto per il proprio pianeta. Nel 1986 nasce il Ministero per l’ambiente in Italia.

Dopo di che si è ritornato a discutere riaguardo le stragi ambientali. Nel 1984 a Bhopal in India c’è stata una fuoriuscita di isocianato di metile (MIC) che ha provocato molti morti e nel 1986 a Chernobyl in Russia esplode il reattore numero quattro della centrale nucleare posizionata nella città, rilasciando così nell’atmosfera una nube di materiali radioattivi che ha provocato, secondo la stima massima presentata da Greenpeace, 6.000.000 morti. E’dopo il disastro di Chernobyl che nasce il razzismo nucleare, cioè il non avvicinarsi a chi ha nel corpo agenti radioattivi.

Si è discusso anche dei problemi sul territorio italiano: in 800 anni si sono successi 5000 eventi estremi, si parla di 2300 frane e 2070 inondazioni. In Italia ci sono 13.000 zone a rischio idreologico e il 70% dei comuni si trovano nel pericolo ogni giorno. Abbiamo 1119 industrie a rischio. Sono numeri di elevata importanza.

Il 4 Novembre del 2008 il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, utilizzò per la prima volta nella storia tra le parole di un Presidente i termini Green Economy e green jobs. La Green economy è pura innovazione sui prodotti, sulla tecnologia e sul progresso. I green jobs li troviamo in numerosi settori: dall’energia rinnovabile all’ecofinanza, dalla chimica verde alle bonifiche ambientali.

Il docente ha mostrato come nelle più piccole cose ci sia educazione ambientale. Ha parlato di Carl Barks, detto l’uomo dei paperi, mostrando una delle sue creazioni del 1957, il fumetto Paperino nella terra dei pigmei, dove si mostra come l’avidità dell’uomo, rappresentata da Zio Paperone, abbia distrutto la natura. Inoltre sono stati proiettati degli spezzoni dei cartoni animati Futurama e Simpson, spiegando così come sia più semplice far arrivare al pubblico, messaggi ricchi di importanza, attraverso la finzione.

Infine, Gisotti ha spiegato come diventare bravi giornalisti. Ha iniziato dal concetto di verità facendo riferimento ad una citazione del filosofo M. Santambrogio «Il concetto di verità non è fisicamente utile». Bisogna fare attenzione alle fonti che utilizziamo, ad esempio, internet è molto importante per l’informazione ma spesso non dà giuste informazioni.

Bisogna farsi capire. Siamo noi che siamo stati poco chiari, non sono gli altri che non comprendono. Quindi dobbiamo essere chiari e concisi, scettici e ordinati, ed arrivare così all’obiettivo.

E’importante, spiega il giornalista, per concludere il suo monologo, seguire le piste giuste e bisogna evitare attacchi a nomine, generalizzazioni frettolose, appellare l’ignoranza, eludere le questioni, equivocare, creare un effetto valanga e, infine, fare falsa dicotomia. Dopo aver concluso la lezione, Gisotti è sceso nella platea per far parlare il pubblico, che ha potuto raccontare e spiegare quali sia stato il loro lavoro. Il workshop è terminato con un grande applauso.


Sara Onori

3C – Liceo Scientifico A.Volta – Spoleto

Articolo realizzato per «Giornalisti nell’erba», 15/04/2011



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