Sorrento – Inquinamento da acque reflue al Capo, scatta la denuncia di Antonetti (9424)

Il leader cittadino dell’IDV interviene con forza nella vicenda scarichi fognari nell’area archeologica della villa Pollio Felice. Un’opera contraria ai vincoli paesaggistici e ambientali vigenti.

Articolo di Francesco Pascuzzo, 26 anni, di Meta (Napoli)

Impianti abusivi di scarico e deflusso delle acque nere in mare da parte di privati, per lo più ristoranti e strutture turistiche. E’ scattata così nella giornata di ieri la denuncia dell’avvocato Giovanni Antonetti – ex candidato sindaco di Sorrento e leader dell’Idv nella cittadina costiera – contro questo scempio per uno dei tratti più belli e suggestivi della costiera sorrentina, come quello dell’area marina protetta del Capo di Sorrento.

Proprio in prossimità dei lidi della Regina Giovanna in località Capo di Sorrento, dove sorge la villa romana di Pollio Felice, da tempo infatti si verifica questo fenomeno.

Con una lettera inviata alla Procura di Torre Annunziata, dopo aver fatto presente ciò al Comune di Sorrento oltre che alle competenti autorità sovracomunali, l’avvocato Antonetti ha evidenziato il problema. Una violenza all’ambiente innanzi tutto, ma anche un problema di tutela di un bene culturale come la villa romana in questione; un bene acquistato nel 2003 dalla Provincia di Napoli a costi anche piuttosto elevati e che adesso deve essere liberato da simili abusi.

La costruzione di impianti fognari di deflusso delle acque nere verso il mare è in palese contrasto con la vigente normativa regionale in materia ambientale e paesaggistica, nonché con i vincoli nazionali prescritti dal Codice del paesaggio e dei beni culturali del 2004.

“E’ opportuno individuare dunque i siti incriminati, gli autori, verificarne la regolarità e rimuovere le opere tuttora in corso, per evitare un danno enorme alla zona archeologica e alla costa – è quanto sostiene Giovanni Antonetti – soprattutto considerando i dubbi di legittimità in relazione all’atto di compravendita del bene archeologico stipulato a suo tempo dal Comune”.

Il vincolo in questione sorgeva già dagli obblighi contrattuali assunti dall’ente comunale, rientrando la villa romana nella Zona F3 – Parchi speciali stabilita con legge reg. n. 431 del 1987, introduttiva del Piano urbanistico territoriale (PUT).

Si attende una risposta positiva da parte della Soprintendenza per i Beni ambientali e architettonici di Napoli, al cui parere vincolante sarà sottoposta la vicenda, prima di avviare un’eventuale indagine a cura del Procuratore Capo di Torre Annunziata dott. Diego Marmo al quale è stata inoltrata la denuncia.

codice concorrente 2201212523


Leave a Reply


>