Aree protette = laboratori per il futuro del territorio (10067)

GNE2013 Menopermenofapiù – 31 maggio 2013, ore 15.15

Salette S. Giacomo, S. Filippo, S. Pietro –  Villa Campitelli (Frascati – Roma) 

 

AREE PROTETTE =

LABORATORI PER IL FUTURO DEL TERRITORIO

con Namrata Mancuso

Siamo l’ultima generazione ancora in tempo e in grado di salvare le estensioni naturali necessarie a garantire la funzionalità dei sistemi ecologici che consentono la vita sulla Terra. Le aree protette costituiscono lo strumento più efficace per applicare in concreto lo sviluppo sostenibile, basato su un uso razionale delle risorse naturali che rispetti gli equilibri ecologici del Pianeta.

 Negli ultimi cinquant’anni si è sviluppata in Italia un’ingente attività edilizia; è stato calcolato che il 90% circa degli spazi urbani è stato costruito dal dopoguerra ad oggi: solo il 10% di città e paesi ( corrispondente ai centri storici) lo abbiamo ereditato dalle generazioni precedenti: si sono tagliati boschi, abbandonate colture, si è ridotto il terreno permeabile; si sono ignorate la natura, il sottosuolo, le cavità dei terreni e i sottili sistemi che connettono e regolano i meccanismi naturali. Il risultato di questo fenomeno è il risultato dello studio “Ecosistema Italia” compiuto dal WWF Italia nel 1996.

Il fabbisogno di natura aumenta con il crescere del tempo libero, ma rischia anch’esso di “consumare” l’ambiente come un qualsiasi “prodotto” senza promuovere una “cultura del territorio”, che può essere diffusa solo attraverso la restituzione di significato ai luoghi e ai beni culturali e ambientali. Le Aree Protette non sono altro che i laboratori in cui sperimentare le pratiche da applicare progressivamente all’intero territorio.

 Emerge chiaramente la necessità di pianificare la gestione delle Aree Protette in maniera organica, permettendo la conservazione della biodiversità e nel contempo favorendo una crescita sostenibile dell’economia e delle identità territoriali presenti all’interno delle Aree Protette.

 Ma come si conserva la natura? Quali sono i valori intrinseci associati al verde? Quali benefici ci comporta un’accurata tutela del patrimonio naturale? Chi si occupa del futuro del nostro pianeta?

Il tutto sarà spiegato nel modo più semplice possibile, con esempi consoni alla fascia d’età della platea; saranno spiegati i vari livelli di protezione assegnabili alle aree protette italiane e non (parco regionale, area marina integrale/parziale, zona umida, parco nazionale etc. etc.), e cosa le caratterizza (chi decide cosa proteggere: es Filicudi e i cetacei);

 Es: il parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise fa parte di un sistema di aree protette che prende il nome di “progetto rete Natura 2000”; sono stati proposti 130 SIC (siti di importanza comunitaria) e 4 ZPS (zone di protezione speciale). Ecco perchè l’Abruzzo può essere definito come la “regione dei parchi”.

Namrata Mancuso

è nata a Kathmandu nel 1986. Si è laureata in Ecologia all’Università di Tor Vergata e in Ecobiologia alla Sapienza. All’università Paul Sabatier di Toulouse ha lavorato sulle risposte di difesa vegetali a seguito di stress idrico e salino. Ad oggi si occupa di produzione di biocarburanti da materiale vegetale presso il laboratorio di ricerca del dipartimento di biologia vegetale “ Charles Darwin”. 


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