Arne Naess, una soluzione al problema ecologico (5399)

Una riflessione sull’equalitarismo biosferico proposto dal filosofo nel secondo anniversario dalla sua morte Articolo di Lorenzo De Donato, 20 anni, di Salerno

Due anni fa moriva il filosofo norvegese Arne Naess, il teorico dell’ecologia profonda, il promotore di un’innovativa e radicale etica ecologica. La visione ecologica di Naess, ispirata dal principio gandhiano della non-violenza, implica che ogni essere vivente ha un uguale diritto a vivere e a svilupparsi. Mentre l’approccio ecologico tradizionale affronta i problemi ambientali da un punto di vista umano e antropocentrico, la deep ecology teorizza che tutte le forme di vita, non solo quelle umane, «hanno un eguale diritto a vivere e a realizzarsi pienamente». Naess contrappone all’antropocentrismo tipico di qualsiasi etica dell’ambiente, anche la più efficace e rispettosa, un radicale biocentrismo, in cui ad essere messo al centro non è l’uomo, ma il bios, la vita, in tutte le sue forme, da quella umana a quella animale, da quella vegetale a quella minerale. L’idea del filosofo norvegese, dunque, è quella di un riconoscimento dell’egualitarismo biosferico, unica posizione ideologica veramente ecologica e realmente in grado di mutare le sorti del pianeta. Si tratta di un cambiamento innanzitutto dell’atteggiamento mentale degli uomini, prima che del comportamento pratico.
Naess afferma che il diritto alla vita è un «diritto universale», appartenente ad ogni forma di vita, dunque «nessuna specie vivente può beneficiare del diritto a vivere e a riprodursi più di un’altra». Ognuno ha il diritto a realizzare se stesso, ma ha anche il dovere di farlo non egoisticamente bensì sentendosi parte di un tutto. Ne deriva una nuova concezione del sé che distrugge la tradizionale credenza nella supremazia dell’essere umano rispetto all’ambiente naturale, permettendo così di concentrare l’attenzione sul valore di ogni singola forma di vita. Questa posizione porta ad un sistema di valori radicalmente diverso da quello antropocentrico: si tratta di un vero e proprio ecocentrismo.
L’impatto dell’uomo sull’ecosistema può essere devastante; l’attività umana, ed in particolare la moderna civilizzazione, minacciano il benessere ecologico globale. Gli esseri umani sono diventati gli aguzzini di quel pianeta che ha dato loro la vita, e lo stanno più o meno consapevolmente massacrando. Le risorse del pianeta Terra sono finite, limitate, dunque dovrebbe essere posta la parola fine ad un utilizzo dissennato di esse. Inquinamento, rifiuti, industrializzazione sfrenata, deforestazioni, pesca dissennata, buco nell’ozono, cambiamenti climatici, riduzione della biodiversità: azioni umane e loro conseguenze formano un tutto indistinto di cui nessuno ha voglia di sentir parlare. La corrente teorica dell’ecologia profonda, in cui si sono condensate le idee intelligenti, affascinanti e rivoluzionarie di Naess, spera di influenzare il cambiamento sociale e politico avendo come obiettivo la diffusione tra le persone di una mentalità e una coscienza ecologica di questo tipo, per evitare che tutto questo resti unicamente una splendida ma irrealizzabile utopia. Il biocentrismo non è altro che la massima affermazione di una coscienza etica declinata in senso ecologico, l’idea che il pianeta stesso, nella sua globalità, sia vita, una vita che vive e dà la vita. Il pensiero di Naess costituisce una vera e propria ecosofia, che come indica il termine stesso è una forma di saggezza concernente l’oikos (dal greco: casa, famiglia), ovvero la casa-Terra, le condizioni di vita del nostro pianeta, dell’ecosistema in cui viviamo.
Una delle leggi morali che Kant aveva formulato era: «agisci sempre in modo da considerare ogni essere umano come scopo e mai come semplice mezzo». I valori dell’egualitarismo biosferico portano Naess ad una revisione di questo principio, arrivando a dire: «agisci sempre in modo da considerare ogni essere vivente come scopo e mai come semplice mezzo». Ogni forma di vita, di qualsiasi tipo, ha uguale dignità e uguale diritto ad essere rispettata.
Naess fornisce spunti importanti che hanno ispirato altri ecologisti e altre teorizzazioni. Altri spunti di un certo rilievo provengono ad esempio dall’oceanografo Jean-Jacques Cousteau, che – dimostrando una sensibilità in grado di andare oltre l’utilitarismo pari a quella del filosofo norvegese – scrisse la Carta dei Diritti delle Generazioni Future, dando all’ecologia una proiezione temporale in quanto si tratta di diritti di persone che ancora non esistono. Un pensiero sempre interno ad una visione antropocentrica, ma che almeno sposta l’orizzonte temporale, prevedendo non solo la preservazione dal danno ma anche la preservazione della risorsa; un passaggio importante, perché non ledere le generazioni future significa evitare di lasciare loro in eredità una situazione ecologica disastrosa.
L’armamentario teorico di Naess fornisce però lo spunto per un’ulteriore speculazione, se si provano ad immaginare le conseguenze dell’applicazione pratica delle sue idee. La specie umana è l’unica specie vivente in grado di modificare l’ambiente in cui vive, di dominarlo e di non subirlo, rispetto alle decine di migliaia di specie viventi esistenti sul nostro pianeta che non possono farlo. Una filosofia come quella di Naess, se diffusa e praticata a livello di massa, potrebbe rivelarsi una tesi talmente avanzata e radicale da produrre un effetto inverso. Potrebbe accadere che l’ecologia si rivolti contro l’uomo, che il tentativo dell’uomo di salvare la natura si rivolti contro di lui. Se tutto si fermasse improvvisamente e gli esseri umani smettessero di compiere tutti gli interventi verso l’ambiente che di solito compiono per modificarlo, per ʺtenere a badaʺ la natura e vivere in essa, la natura stessa si ribellerebbe, insorgerebbe. Riacquisterebbe a poco a poco gli spazi che le sono stati sottratti. Infatti, per la loro capacità di modificare l’ambiente in cui vivono, gli esseri umani hanno travalicato la loro nicchia ecologica (basti pensare che, quando apparve l’homo sapiens sul pianeta, la specie umana contava circa un milione di esemplari, mentre oggi siamo quasi sette miliardi); siamo passati da una nicchia ecologica naturale ad una nicchia ecologica innaturale, dunque l’applicazione delle teorie di Naess porterebbe ad un’insurrezione della natura nei confronti dell’uomo. Il biocentrismo andrebbe a scapito dell’antropocentrismo e porterebbe ad un restringimento della nicchia ecologica della specie umana.
Esiste inoltre un problema di ordine sociale, un problema di democrazia. Non si può scindere l’ecologia dalla democrazia. Una spinta eccessiva a livello di massa, una ʺdittatura ecologicaʺ, sarebbe completamente errata poiché si tratta di dinamiche che hanno bisogno di essere democraticamente accettate ed approvate da tutti gli uomini: il problema principale dell’ecologia è infatti un problema di accettazione di essa all’interno dei gesti quotidiani. L’integralismo ecologico di Naess, se proposto alle masse, potrebbe provocare una reazione negativa. Il problema ecologico diventa perciò un problema di ecologia sociale.
Non si può ovviamente non accennare inoltre all’altro grande tema collegato all’ambientalismo, quello degli interessi economici, che sembra essere la motivazione di base dell’accanimento umano contro il pianeta. Il problema, a ben vedere, non è l’economia in quanto tale, ma il fatto che essa è legata ad un modello di sviluppo distorto che prevede uno sfruttamento dissennato e sfrenato delle risorse naturali, che andrebbero invece utilizzate ma al tempo stesso preservate.
Come spesso accade, gli anniversari sono occasioni per ricordare i grandi eventi e i grandi uomini, ma perdono la loro veste di vuoto rituale solo se servono a risvegliare le coscienze, ad instillare un dubbio, a favorire un cambiamento. Ricordare la scomparsa di Naess deve servire a ricordarci le atrocità che quotidianamente e superficialmente compiamo, e ad inoculare in noi il seme della coscienza ecologica.
Sempre nell’idea che il cambiamento, prima che nell’azione, debba avvenire nelle nostre menti.

Lorenzo Di Donato

cod. conc. 1911153811

Diritti riservati a Giornalisti Nell’Erba© – Vietate riproduzioni e/o modifiche senza l’autorizzazione di giornalistinellerba@giornalistinellerba.org/passato/passato



Warning: strlen() expects parameter 1 to be string, array given in /web/htdocs/www.giornalistinellerba.org/home/passato/wp-content/themes/khaki-traveler/single.php on line 29

Leave a Reply


>