L’essenziale… in barca(9543)
giovedì, marzo 28th, 2013 (9543)Articolo e intervista di Giuseppe Carlo Cireni, 26 anni, di Milano.
Leggo sul sito lafilibusta.com quel che Valeria e Marco scrivono sulla loro vita in barca a vela. Lontani da stress e difficoltà, lontani anche dalla vita di prima. Hanno fatto il grande passo, perché a fine vacanza pesava sempre di più tornare a terra. La libertà, però, costa un po’, in termini di “meno”, ossia di sottrazioni di ciò che a terra è sempre tanto. Sottrazioni di spazio: il mare è immenso, più grande della terra, ma quello vivibile in una barca è ridotto. In 11 metri e mezzo di barca hanno tutto ciò di cui hanno bisogno, abiti, pentole, cibo, libri e altro. Ma hanno dovuto rinunciare a tantissime cose: “una liberazione e non un sacrificio. Abbiamo scelto ciò che era essenziale, il resto era dunque superfluo”. La regola vale anche adesso: “quando si imbarca un nuovo oggetto, il vecchio viene sbarcato, così si evita l’accumulo e soprattutto si tende ad usare le cose fino in fondo”. Niente elettrodomestici, ovviamente: in barca non c’è il 220V. Il riscaldamento deve essere fatto con sistemi specifici, niente stufette. Acqua dolce? La riserva nei serbatoio non è tantissima, quindi si è costretti a stare molto attenti. D’estate, ad esempio, meglio lavarsi con acqua di mare e saponi marini ecologici e poi limitarsi a sciacquarsi con poca acqua dolce. E via così. La barca, insomma, è una palestra ideale per sperimentare la “riduzione”.
Ma com’è vivere in mare, esser circondati solo dall’acqua? Risponde Diego Sorrentino, capitano di Lungo Corso, una vita passata in tutti i mari. (altro…)
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