Green… si fa per dire (11944)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

Camilla Cannuccia, Lorenzo Carafa, Leonardo Guida Simon e Maria Chiara Taggi – I media E Istituto Comnprensivo via d’Azeglio, Frascati

Non bisogna sempre credere alle pubblicità, agli slogan e alle icone scritte sui prodotti o alle immagini trasmesse in TV. Ormai assistiamo ad un vero e proprio abuso delle parole come “green”, “ecologia” e “natura” e allo stesso modo siamo sommersi di immagini che riproducono ambienti naturali e incontaminati. Questo fenomeno non interessa tutto il pianeta, ma solo i paesi sviluppati occidentali, come gli Stati Uniti e l’Europa ed ha avuto sviluppo soprattutto negli ultimi anni.

 

Facciamo un passo indietro: perché si usa la parola green, invece della parola italiana verde? Si usa perché la parola green in inglese ha molti più significati nella lingua originale rispetto alla sua traduzione in italiano, infatti in inglese il significato è più ampio rispetto nostro “verde”, e anche perché è in inglese che la parola “green” è stata usata per la prima volta, nel secolo scorso, per designare gli ambientalisti.

 

Oggi la parola green viene spesso usata per descrivere prodotti che sono o vogliono presentarsi come “verdi”, cioè naturali e/o rispettosi dell’ambiente. “Ci sono prodotti green ed altri allusivamente green” spiega Diego Scipioni, linguista dell’università di Roma Tor Vergata.  Qualche esempio? La Coca Cola Life, ad esempio, è un prodotto allusivamente green:  infatti di verde ha l’etichetta ed il tappo. L’unica cosa che la differenzia dalla Coca Cola comune è, a quanto pare, un dolcificante naturale. Oltre alla Coca Cola Life, Scipioni porta altri esempi di prodotti allusivi. Fra questi, i prodotti del Mulino Bianco: pubblicità e spot spingono il cliente ad acquistare questi prodotti dicendo che usano ingredienti naturali, che hanno il 30% di grassi in meno e che i loro alimenti sono imballati con materiali riciclati, ma senza approfondire, nell’imballo in vendita, i passiggi di #greenicità della produzione. (si veda articolo pag.1). Questo non vuol dire che non sia green a tutti gli effetti: la greenicità di Mulino Bianco è da “indagare”. Vuol dire solo che non è sulla completezza dell’informazione che punta la pubblicità.

 

Altre industrie, invece, come la Google e Microsoft, comunicano il proprio “green” in modo diverso e i loro messaggi puntano a farlo sapere ai clienti. Google fa sapere che alla mensa distribuisce solo frutta e verdura, che ha un sistema di navette per i propri funzionari così non devono prendere l’auto ed usa energia rinnovabile presa da pale eoliche e da pannelli fotovoltaici.

La greenicità di un prodotto quindi non si certifica dal colore della confezione o dagli slogan, ma necessità di una analisi più approfondita riguardo al suo impatto sull’ambiente e sulla nostra qualità di vita.

 

cod. conc. 1604113718


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