Il Mater-Bi®, un’innovazione nel campo delle bioplastiche. Conviene davvero usarlo? (12077)

WORKSHOP – Si presto a dire green

di Patrizio Guerzoni e Lorenzo Menichelli della II media San Nilo, Grottaferrata

Secondo la definizione corrente una  bioplastica è un materiale completamente biodegradabile  derivante integralmente o parzialmente da  risorse rinnovabili  (ovvero vegetali).

Il Mater-Bi® è  il nome commerciale della bioplastica  brevettata da Novamont. Essendo biodegradabile e compostabile ,  consente sempre una buona gestione dei rifiuti. Il Mater-Bi® si ottiene grazie alla trasformazione industriale di  varie risorse rinnovabili tra cui l’amido di mais e oli vegetali di varia natura. . È utilizzato principalmente per la produzione degli shopper,  sacchi per la raccolta differenziata,  ma anche nel catering, prodotti per l’igiene e l’agricoltura.

Presenta vari vantaggi:

ü   rappresenta un servizio alla  lraccolta differenziata perchè attraverso l’uso di shopper o sacchi dedicati, la frazione organica raccolta è pulita e puo’ essere interamente compostata proveniendo  da fonti rinnovabili (le piante fissano la CO2 con la fotosintesi) riduce la COin atmosfera che  viene poi restituita al suolo grazie al processo di compostaggio.

ü  ha un tempo di biodegradazione  di qualche mese sia negli impianti dedicati (compotatori) che in mare (in circa dieci mesi) contro i 1000 anni richiesti alle altre plastiche;

ü  non  rilascia  sostanze pericolose nel  terreno e nel compost  in cui si decompone;

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Questi, invece, sono gli svantaggi:

ü  non riesce a sostituire tutte le plastiche derivanti dal petrolio, quindi alcuni tipi di plastica tradizionale rimangono ancora in circolazione;

ü  In futuro sarà necessario trovare risorse rinnovabili che non vengono utilizzate per la produzione di cibo per evitare crisi alimentari dovute all’aumento di popolazione

La parola alla Novamont

Per avere le idee più chiare sulla bioplastica, abbiamo posto delle domande alla dott.ssa Daniela Riganelli, consulente della Novamont.

Oltre ai vantaggi, la bioplastica presenta anche degli svantaggi?

“Vantaggi e svantaggi della bioplastica sono in relazione con l’uso che se ne fa, nel senso che, se volessimo ad esempio sostituire tutta la plastica usa e getta (shopper, piatti, bicchieri ecc.) con la bioplastica lasciando invariate le nostre abitudini, probabilmente andremmo a consumare risorse inutilmente. Quando invece si sono introdotti gli shopper compostabili, la legge diceva che era vietata la plastica usa e getta e non  che fossero  obbligatori gli shopper compostabil, ma che questi potevano sostituire l’usa e getta nel caso non si avesse a disposizione un sacco riutilizzabile. Questo ha portato ad un radicale cambiamento nelle abitudini degli italiani che hanno re-imparato ad usare sacchi riutilizzabili (le famose sporte) e il consumo della plastica usa e getta si è ridotto del 50%. In conclusione, il massimo vantaggio della bioplastica si ha quando viene usata in un’ottica di reale risparmio delle risorse e per un cambiamento degli stili di vita.”

Le buste di Mater-Bi® sono al 100% biodegradabili?

“Come si può notare sopra, ho parlato di compostabili e non di biodegradabili, perché la biodegradazione è un concetto che di per sé ci dice solo che un oggetto si trasforma in anidride carbonica ed acqua ad opera di microrganismi. Però non ci dice né in quanto tempo né in quali condizioni. E prima o poi tutto si biodegrada…

Gli shopper in Mater-Bi® invece sono biodegradabili e compostabili ssecondo  una normativa europea (si chiama EN13432) che dice in quanto tempo (3 mesi), in quali condizioni (impianto di compostaggio) e in cosa si trasformano (anidride carbonica, acqua e altre sostanze che non sono nocive nel compost finale). Quindi posso dire che sì, si biodegradano al 100% (anche se la norma parla di un 90% perché c’è l’errore sperimentale) con tempi certi e definiti.

Esistono addirittura degli enti certificatori (tipo il CIC, Consorzio Italiano Compostatori) che sono andati proprio a vedere se i sacchi in Mater-Bi® rispettano questa norma nei loro impianti di compostaggio. E dato che ne hanno verificato la rispondenza, mettono il proprio marchio sulle buste.

È infatti necessario stare attenti al falso BIODEGRADABILE perché quando c’è scritta solo questa parola, non vuol dire nulla e spesso è plastica (in genere polietilene) con un additivo che a tempi non dichiarati prima o poi si degrada.”

È giusto usare il mais per scopi industriali piuttosto che alimentari?

“Questa è una vecchissima questione che viene sempre a galla, ma è necessario considerare varie cose.

1)       in primo luogo, le bioplastiche non usano solo mais, ma anche altre colture e la ricerca sta lavorando per usare sempre di più piante che non vengono usate per mangiare;

2)       l’amido è stato da sempre usato nell’industria della carta, dei tessuti (il famoso appretto), delle colle…L’uso che se ne fa per le bioplastiche è quindi abbastanza marginale;

3)       il mais, in massima parte, non viene usato per l’alimentazione umana, ma animale, e questo fa sì che ci sia un grande dispendio di terreno per coltivare foraggio. Se mangiassimo meno carne, infatti, risparmieremmo più terreno che usando bioplastiche. Bisogna infatti considerare che per produrre una tonnellata di Mater-Bi® servono 0.03 ettari coltivati a mais, per produrre una tonnellata di carne servono 4 ettari!”

Dal colloquio con la dott.ssa Riganelli, emerge dunque che usare il Mater-Bi® è un’ottima azione di salvaguardia dell’ambiente. Auspichiamo una diffusione ancora maggiore di questa bioplastica!

 

cod. conc.


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