Il pianeta all’attacco: una forza ben oltre le nostre strenue difese (5202)

Articolo di Marco Pecoraro, 12 anni, di Specchia (Lecce)

Noi tutti abbiamo la fortuna di vivere su un pianeta meraviglioso, che da sempre fornisce all’intera umanità le risorse necessarie alla sopravvivenza.

Comunque nonostante l’uomo con le sue azioni e le sue opere faccia di tutto per amplificarne gli effetti distruttivi, anche la terra si scaglia contro di noi che siamo ospiti in casa sua, con tutta una serie di fenomeni e calamità che portano distruzione e morte in tutti quei luoghi che geograficamente e morfologicamente sono soggetti a terremoti, inondazioni, uragani, tornado ed eruzioni.

È molto difficile prevedere e localizzare l’epicentro e l’intensità del terremoto prima che esso si manifesti, ed una volta che le scosse colpiscono, rimarginare le ferite il più delle volte risulta impossibile. Bisognerebbe ricordare che, spesso i fondatori delle città in zone ad alto rischio sismico, come ad esempio San Francisco, costruita lungo la faglia di San Andreas, o L’Aquila, devastata dal violento terremoto del 2009, erano consapevoli di questo rischio. L’Italia, infatti, presenta un alto rischio soprattutto lungo la dorsale appenninica.

Un altro fenomeno catastrofico molto conosciuto e temuto è la devastante onda anomala o “tsunami”. Quest’onda enorme è generata da un terremoto sottomarino, da una frana e talvolta da un’attività vulcanica. La sua forza devastante aumenta man mano che si allontana dall’epicentro della scossa, la velocità diminuisce, quanto più si avvicina alla terra, mentre aumenta l’altezza che può raggiungere i 30 metri. L’onda causa sempre gravi danni e distruzioni lungo le coste delle isole. Gli eventi più gravi che si ricordano sono quelli del 2004 in Thailandia e Indonesia. Le zone più colpite dagli tsunami sono le isole e le coste dell’Oceano Pacifico.

Fenomeni altrettanto devastanti che in un certo senso appartengono allo stesso insieme pur essendo ben distinti sono i tornado e gli uragani. Il tornado, detto anche tromba d’aria, ha origine da un cumulonembo, un enorme nuvola grigia e densa portatrice di pioggia, per poi arrivare a toccare il suolo. Il tornado è sempre accompagnato da violente tempeste, e può arrivare a percorrere diversi chilometri di distanza spirando ad una velocità di 500 km/h. Generalmente il diametro di base di un tornado varia dai 100 ai 500 metri, ma alcune segnalazioni parlano di addirittura 1 km. Nell’area mediterranea il tornado, nonostante le probabilità che si verifichi siano molto basse, è la calamità più pericolosa che si possa verificare. Sono molto diffusi negli Stati Uniti e lungo le coste americane dell’Atlantico.

Gli uragani, il cui nome è di origine caraibica e significa “ Dio del male”, portano distruzione e dolore ovunque essi si abbattano. Essi effettivamente risultano dei cicloni tropicali che soffiano fino ed oltre una velocità di 118 km/h. L’uragano si forma sulle coste africane nell’oceano Atlantico, e maggiore è la quantità d’acqua che evapora dal vortice più la massa dello stesso aumenta.

Sono particolarmente diffusi nell’arcipelago dei Caraibi, al quale sono legati i ricordi e gli eventi più struggenti.

Infine occorre parlare delle straordinarie eruzioni vulcaniche. Esse consistono nella fuoriuscita di magma o altro materiale proveniente dal mantello e dal nucleo terrestri. Le eruzioni più significative nel mondo sono state quella del 1883 del Krakatoa, in Australia con ben 36000 vittime e quella del Katmai, che colmò una valle larga 3 km e lunga 20 km.

Una delle più devastanti che ricorda la storia italiana è stata opera del Vesuvio. Si trattò di un’eruzione di genere esplosivo che distrusse le cittadine di Pompei ed Ercolano nel 79 d.C. Il genere esplosivo deriva dal fatto che all’interno del cratere del vulcano si crea un tappo di cenere, detriti e lapilli, e quando il magma risale lungo il camino il tappo salta, provocando una violenta esplosione. Al contrario l’Etna è un vulcano effusivo, perché ha degli sfoghi che fuoriescono lentamente da bocche e fessure laterali.

Si potrebbe dire che in molte circostanze la Terra e la natura siano matrigne piuttosto che madri, ma come già ho avuto modo di dire anche noi uomini non facciamo nulla, anzi, per fare in modo di attenuare gli effetti dei fenomeni, e in alcuni casi addirittura fare in modo che non avvengano. Si dovrebbe per esempio evitare il sorgere di insediamenti urbani in aree a rischio in quanto sismiche o alle pendici di vulcani, lasciare sgombre da costruzioni le anse e le golene dei fiumi, evitare disboscamenti selvaggi di interi chilometri quadrati di foresta, come succede in Amazzonia, vero polmone verde del pianeta, impoverito ogni anno a causa della sempre crescente necessità di aree da adibire a nuovi insediamenti residenziali che poi comportano la costruzione di nuove infrastrutture. Il pianeta quindi ci fa capire che abbiamo solo la possibilità di provare a difenderci dalla sua ira senza osare sfidarlo, altrimenti saremo sempre noi ad avere la peggio.

Marco Pecoraro

cod. conc. 2012080348

Diritti riservati a Giornalisti Nell’Erba© – Vietate riproduzioni e/o modifiche senza l’autorizzazione di giornalistinellerba@giornalistinellerba.org/passato/passato



Warning: strlen() expects parameter 1 to be string, array given in /web/htdocs/www.giornalistinellerba.org/home/passato/wp-content/themes/khaki-traveler/single.php on line 29

Leave a Reply


>