La moda ecologica (7250)

Articolo di Letizia Gianfelice e Laura Dabiri, IV ginnasio Liceo Carducci di Comiso (Rg)

Oggi giorno circa il 20% del tessuto utilizzato per la produzione di vestiti viene scartato e non utilizzato. Così i guru della moda hanno pensato ad una ”moda a zero rifiuti”, che si impegna ad utilizzare tutto il tessuto messo a disposizione per la creazione di vestiti, senza sprechi. La moda ecologica è sempre più apprezzata dal pubblico, e le marche di tutto il mondo in ottemperanza a queste richieste propongono l’uso di materiale biodegradabile al 100% e sistemi di lavorazione
del tessuto rispettosi dell’ambiente. I materiali più utilizzati sono la canapa, il lino e il cotone biologico, seta, bamboo, accessori in madreperla, tutto prodotto in Italia. Un gruppo di designer, notando che nei nostri armadi sono presenti  vestiti prevalentemente provenienti da altri paesi e realizzati con sostanze sintetiche, ha deciso di creare una piccola  collezione di abiti in materiale biodegradabile e di farli indossare per un certo periodo di tempo. Giunti alla fine del periodo di prova i designer hanno notato che tali indumenti offrono un maggiore confort rispetto al cotone normale e che anche in presenza di eccessiva sudorazione non producono cattivi odori. La PPR group, il più grande gruppo della moda mondiale, sta dando vita ad un programma di ecosostenibilità dell’ambiente. A questo accordo di case di moda aderiscono firme note in tutto il mondo, quali Gucci, Yves Saint Laurent, Puma e Stella Mcartney. Da ciò è evidente la  presa di coscienza delle grande marche che si stanno adeguando alle nuove necessità della “natura”, seppur restrittive per la loro economia , e stanno elaborando un sistema di collezioni i cui vestiti sono realizzati con materiali biodegradabili, che guardano al rispetto e alla tutela dell’ambiente. A sostegno di ciò, le più grandi e famose riviste del mondo come Runway e Vogue realizzano spesso servizi con modelli biodegradabili per pubblicizzare al meglio questa “missione ” a favore dell’ambiente e per sensibilizzare i lettori a questa nuova “moda naturale”. Numerose sono anche le sfilate organizzate, che si vogliono costituire come momento pragmatico e di applicazione alla realtà di questo progetto che alcuni hanno definito impossibile da realizzare per le numerose complicazioni che tali prodotti potrebbero provocare nell’economia dei tessuti finora utilizzati.

Letizia Gianfelice e Laura Dabiri

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