L’Albero-intervista (5613)

“Siamo gli alunni della classe IV A dell’Istituto Comprensivo Giovanni Palombini del Plesso di via Giacomo Ciamician di Roma e da molto tempo (insieme alla docente Anna Grossi) ci stiamo occupando della salvaguardia degli alberi. Abbiamo voluto partecipare al progetto “Il pianeta che ci dà la vita” intitolandolo “L’albero che ci dà la vita”. Questa scelta perché siamo certi che gli alberi sono i polmoni del nostro pianeta: affondano le loro radici nella “madre Terra”, se ne nutrono e ridonano a tutti gli esseri viventi fiori, frutti e ossigeno. Abbiamo deciso allora di coinvolgere i nostri genitori per farci raccontare cosa fecero in passato per le piante e cosa hanno coltivato nel nostro quartiere. Gli alberi ci aiutano, ci proteggono, ma noi spesso non tuteliamo sufficientemente. Gli ambeintalisti fanno del loro meglio per salvaguardare gli habitat naturali ma una parte dell’essere umano, in varie zone del mondo, attraverso il disboscamento selvaggio, sta volutamente creando delle trappole mortali che mettono a rischio la vita dell’uomo… devono essere fermati! “Per salvaguardare l’ambiente, abbiamo bisogno di aiuto da ognuno perché la bellezza naturale scompare ogni giorno!”.

Come piccoli giornalisti nell’erba ecco le domande poste nella nostra intervista:

1.       Hai mai piantato un alberto? Dove, come, quando, perché?

2.       Hai seguito la storia del tuo albero o di un albero piantato dai tuoi genitori? Ci racconti?

3.       Secondo te è utile avere più alberi nella nsotra città? Perché?

4.       Secondo te la vita del nostro pianeta è in relazione con il numero di alberi che vivono sul nostro pianeta?

5.       Sempre più spesso sentiamo che accadono catastrofi naturali come inondazioni, frane, voragini che si aprono nel terreno che calpestiamo, credi che questo fenomeno sia correlato alle trasformazioni che l’uomo opera sul territorio per esempio tagliando alberi e disboscando foreste? Hai qualche esempio da raccontarci?

L’albero delle susine.

Nell’aiuola che costeggia il vialetto d’ingresso, a casa mia, c’è un albero di susine. E’ giovane e forte e ogni anno sviluppa dei lunghi rami diritti che mi costringono a una faticaccia per spuntarli a dovere, perché altrimenti la pianta non darebbe frutto. Non l’ho piantato io, il susino, ma una bambina che abitava con i genitori nell’appartamento sotto a quello dove abitiamo noi. Mangiava delle belle prugne, la bambina, e seppelliva i noccioli nelle aiuole. Da uno di questi noccioli è nata una pianticella che piano piano è cresciuta. Da principio, non sapeva se lasciarla vivere o estirparla, non pensando proprio che potesse svilupparsi. E invece, da piantina esile e debole, è diventata via via bella e robusta. Ma non solo: un bel giorno, in primavera, mise fuori dei candidi fiori, alcuni dei quali si trasformarono a luglio in saporite susine, gialle rosate, polpose e anche bellissime a vedersi. La bambina. Dopo poco tempo che era nata la pianta, si trasferì con la famiglia in un’altra casa, qui a Ponte Mammolo, e non ha più ppensato a quella nascita dell’albero. Glielo ricordai io, però, un bel giorno quando mi presentai a casa sua (lei ormai ragazza) con un cestino di susine. Susine di un germoglio cui diede vita il seme che la fiducia di una bimba consegnò un giorno alla terra.

L’alberto delle arance.

Nel vialetto d’ingresso a casa mia c’è un albero di arance. Non l’ho piantato io, ma è andato a finire per caso lì dove si trova. Mio suocero Dante, bisnonno di Viola, sul balcone dell’appartamento ove abitava, aveva una bella vaschetta di fiori dove,  quando mangiava delle arance, vi lasciava cadere i semi. Da uno di questi semi nacque una piantina che, su insistenza di nonno Dante, un bel giorno prelevai e sistemai a casa mia nell’aiuola. La custodii e la curai ma non credevo che attecchisse, invece crebbe e diventò pian piano un bel albero che a tempo debito feci innestare a un contadino e che ora, ogni anno, dopo una inebriante fioritura in aprile, trasforma i fiori in splendide arance. Nel 1985, quando a Roma nevicò forte, all’albero si gelarono rami e frutti: buttai bidoni pieni di belle arance diventate inutilizzabili e fui costretto  a tagliare tutti i rami per tentare di bloccare il gelo. La pianta riuscì così a sopravvivere e a riprendersi. Oggi quell’iniziale germoglio, nato per caso in n vaso cittadino di fiori, è una pianta frondosa e gagliarda che porta sul tronco i segni dei morsi del gelo ma che ha il coraggio e la forza di continuare ad offrirci frutti preziosi e profumi deliziosi.

L’Albero delle Albicocche.

C’è un bell’albero di albicocche nel mio giardino: non è più giovane, è come me. L’ho piantato da oltre vent’anni e l’ho curato nella crescita, dandogli alimento, acqua e potandolo quando occorreva. Ne sono stato ripagato con generosità: ogni anno, a fine giugno, sui suoi rami mi offre albicocche squisite, profumate e vellutate come se ne trovano difficilmente al mercato. Lo vedo più volte al giorno, quando esco di casa, ed è per me una presenza familiare: d’inverno, quando dalle gemme turgide spunta quell’autentica meraviglia dei fiori bianco-rosati; d’estate, quando la sua fitta chioma ospita le ciarle dei merli e, infine, in autunno, quando il suo manto si trasforma in uan splendida tavolozza di vividi colori dal verde al giallo, dal rosso-rame al marrone. Un mattino di alcuni anni fa, un’improssiva tromba d’aria fece rovinare sull’albicocco il tronco di un alto abete di un giardino di fronte al mio; al mio potevo albero furono troncati di netto due grossi rami e fu così mutilato seriamente. Ho cercato di farlo riprendere potandolo al meglio e in parte si è riavuto, ma non è più lo stesso di prima; anche nella sua vita gli anni che trascorrono certamente pesano, così come inesorabilmente avviene per tutti gli altri esseri viventi del creato.

Una Nonna risponde così:

1.       Sì, ho piantato un albero nel mio giardino facendo una grande buca con la vanga, quando ho comprato casa nuova, perché l’ho fatto per regalo a mio marito.

2.       Io e nonno lo stiamo seguendo da tre anni, da quando abbiamo piantato l’ulivo, il nostro piccolo alberello che sta crescendo piano piano proprio come voi nostri piccoli nipoti.

3.       La presenza di alberi nella nostra città come in tutte le città del mondo  è fondamentale: ci  danno ossigeno.

4.       Secondo me la vita del nostro pianeta è in relazione con il  numero di alberi che vivono sul nostro pianeta

5.       Soo sicura che catastrofi naturali come inondazioni e frane sono correlate alle trasformazioni che operiamo sul territorio perché in un paesino della Cmapania che ho visitato qualche anno fa ci fu una grande frana a causa di un disboscamento effettuato dagli uomini dovuto alla costruzione di nuove case.

 

1.       Sì, ho piantato un albero a San Cipriano D’Aversa nel giardino di casa di mia zia. Ho piantato un piccolo pino che stava in un vasetto. Ho decido di metterlo nel terreno perché per crescere aveva bisogno di più spazio. Era dicembre del 2007.

2.       Ho seguito la storia del pino. Visto che non abito a San Cipriano D’Aversa mi informo telefonicamente con la zia sulla salute del pino. Nel periodo natalizio e in quello estivo sono io a prendermi cura del pino.

3.       Sì, è più utile avere alberi nella nostra città, perché la loro presenza migliora la qualità dell’aria che respiriamo, riducendo lo smog.

4.       No, per aumentare il rapporto tra uomo e albero bisognerebbe piantare più alberi.

5.       Sì, il disboscamento delle forente, il taglio degli alberi, per costruire alberghi, abitazioni ecc ha causato  trasformazione dei nostri suoli. Esempi da raccontare ce ne sarebbero tanti, quello più famoso è quello che successe qualche anno fa a Sarno, quando crollò un’intera montagna sul paese provocando più di 100 morti.

(….)

cod. conc. 1611132217

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3 Comments

  1. Comment by Maro De Marco:

    IO CREDO CHE CODESTO LAVORO E CODESTO LIBRO OVE HANNO SCRITTO LA LORO OPINIONE E L’OPINIONE DEI LORO FAMIGLIARI SIA STATO UN ECCELLENTE LAVORO, E CREDO CHE CODESTI RAGAZZI SI SONO IMPEGNIATI A SALVARE IL NOSTRO PIANETA PERCHE’ VORREBBERO UN PIANETA PIU’ PULITO E MIGLIORE RISPETTO AL PIANETA CHE CI RITROVIAMO OGGI!!!!!! Firmato Marco ragazzo della classe IV A scuola G. Ciamician

  2. Comment by Alessandro:

    Bellissimo lavoro!!! Si vede che c’è l’interesse a salvaguardare la natura e a volersi impegnare nel mantenere il giusto equilibrio tra il mondo animale e quello vegetale. Complimenti per l’impegno!!!

  3. Comment by andreia mirko:

    Questo articolo e il migliore tra tutti quelli che abbiamo visto e quindi speriamo che vinca perche siamo sicuri che hanno messo tutto l impegno perche ce ne accorgiamo

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