“Svelto” sgrassa di più con il green packaging (12162)

WORKSHOP – Si fa presto a dire green

di Pietro Ielpo, 24 anni, Roma

 

L’impegno ecosostenibile

In un mondo di trasporti, in cui tutto è movimentato da imballaggi, uno degli obiettivi del XXI secolo è quello di ridurre l’impatto ambientale causato dagli scarti e dal packaging. Il problema principale è lo smaltimento di questi imballaggi che hanno un forte impatto ambientale.

Durante un workshop “Può una multinazionale essere Green?” di gNe (vedi box) si sono analizzati alcuni degli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale delle multinazionali. La capacità di crescita e di sviluppo di un’azienda è sempre di più influenzata dalla capacità di adeguarsi alle richieste di una maggiore eco-sostenibilità e rispetto per l’ambiente.

Un caso interessante riguarda Unilever, immensa multinazionale anglo-olandese proprietaria dei marchi più diffusi nel campo dell’alimentazione, bevande, prodotti per l’igiene e per la casa. Nel 2011 lancia l’USLP (Unilever Sustainable Living Plan) con una visione di tre grandi obiettivi da conseguire entro il 2020:  migliorare la salute e il benessere, ridurre l’impatto ambientale, acquisire il 100% delle materie prime agricole in modo sostenibile. E, non da trascurare, raddoppiare il volume di affari.

Sul fronte della riduzione dei rifiuti, l’approccio di Unilever  sta nel ridurre, riutilizzare e riciclare il packaging prodotto, ottenendo vantaggi sui costi dei materiali, nell’energia e sui trasporti. Molti progressi sono stati compiuti nell’alleggerimento degli imballaggi, nell’ottimizzazione del design e nell’eliminazione degli stessi se non necessari, sostiene l’azienda. Una tra le mosse green di Unilever è quella di fornire ai consumatori ricariche dei prodotti di igiene per la casa e per la persona, consentendo quindi di riutilizzare la confezione principale: nel corso del 2012 sono state introdotte ricariche in diversi mercati, tra cui Cina, India, Sudafrica e Regno Unito.

Al workshop tenutosi all’Università di Roma Tor Vergata, oltre a rappresentanti Unilever, ha preso parte anche Roberta Ragni, caporedattore di GreenBiz (portale dedicato alla green economy, al green business, alle piccole medie e grandi imprese verdi, e alla gestione dell’ impresa green-oriented). Ragni ha espresso il suo parere in merito all’approvvigionamento e smaltimento del packaging industriale: “Le multinazionali hanno iniziato ad usare termini come eco, green, sostenibilità ed eco-sostenibilità, ma il vostro compito di oggi è capire chi è veramente amico dell’ambiente e chi invece applica solo greenwashing aziendale” La giornalista ha spiegato come può avvenire la comunicazione della greenicità da parte delle multinazionali seguendo due filoni: con l’autodichiarazione, cioè tramite report o campagne social, o tramite certificazioni redatte da terzi.

A proposito di uno dei marchi Unilever, Svelto, proviamo ad analizzare il messaggio su refill Eco Ricarica. “Secondo un’indagine del Politecnico di Torino denominata ‘Nudi o Vestiti’ – continua Ragni – ho avuto modo di analizzare l’aspetto comunicativo da parte delle aziende sulla vendita e promozione dei prodotti, Vi sono quattro funzioni che se equilibrate bene tra loro possono mettere in ottima luce il futuro dell’articolo: funzione appellativa, persuasiva, identificativa e informativa. Se guardiano il prodotto Svelto Eco Ricarica si può notare l’acuto marketing nella definizione del 70% di plastica in meno e sul focus accentuato dalla parola €CO scritta con il simbolo dell’euro, che in momenti di crisi economica può avere un ottimo impatto sui  consumatori”. Non ci focalizziamo soltanto sul packaging, però:  non siamo a conoscenza del livello di eco sostenibilità del contenuto dell’Eco Ricarica”.

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IL FOCUS

Il caso Svelto Eco Ricarica

Svelto arriva nella case italiane nel 1973 con l’invenzione di detersivi da piatti sia in polvere che liquido. La rivoluzione è stata con il formato liquido: le donne lo hanno apprezzato perché rendeva più pratico il dosaggio del prodotto.  Le parole chiave sono velocità (il nome “Svelto” lo dimostra), efficienza (grazie alla presenza del limone contro i cattivi odori) e design, grazie alle confezioni. Quest’ultimo punto descrive negli ultimi anni l’ecosostenibilità dell’azienda, con la messa in commercio di formati del prodotto che danno al packaging una svolta green. Nell’immagine, lo Svelto Eco Ricarica al limone da 2 litri: contiene il 70% di plastica in meno e, essendo una ricarica, sensibilizza i clienti a non acquistare altri flaconi in plastica. Youmark analizza l’operazione Eco Ricarica di Svelto: “Lo studio di brand e product design Reverse Innovation ha sviluppato il progetto grafico del nuovo formato Svelto Eco Ricarica per Unilever. Creato da un pouch da 2 litri, il prodotto è strutturato attraverso una brand-architecture pulita, essenziale e di facile lettura che favorisce  il messaggio. La comunicazione si concentra principalmente sui due aspetti chiave: maxi convenienza ed eco-sostenibilità ambientale attraverso il 70% di plastica in meno. Un background verde lime, tipico di Svelto, che narra la forza sgrassante del limone e la brillantezza”.


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