Armati, del Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti, su GNE

In occasione della Manifestazione conclusiva per l’assegnazione dei Premi “giornalisti nell’erba” Edizione del 2012, sento il dovere di esprimere gli apprezzamenti più sentiti nei confronti della collega Paola Bolaffio, per la dedizione e l’impegno profuso alla realizzazione di un evento tanto importante per la formazione delle nuove generazioni al rispetto per l’ambiente. E non solo. Al Concorso ideato e gestito da questa nostra collega, sono coinvolti alunni e studenti che hanno realizzato elaborati di grande interesse e che la Giuria del Premio ha selezionato e classificato. E questo è stato un lavoro difficile e impegnativo, perché i manoscritti sono risultati tutti di ottima fattura e le ricerche, specie quelle realizzate dagli studenti delle scuole superiori sono risultate di un certo spessore scientifico. Altro elemento di rilevanza consiste nel fatto che i lavori prodotti oltre a interessare gli estensori e i loro tutor, ritengo abbiano coinvolto anche le  famiglie dei concorrenti. E questo è un efficace modo di informare,  questo è un viatico per quanti in futuro vorranno intraprendere la difficile professione di giornalista.

E veniamo all’interrogativo che ci è stato posto, “Ambiente tu come lo chiameresti”. L’ambiente è lo spazio che circonda  un persona una cosa, è l’insieme delle condizioni in cui si può svolgere la vita degli esseri viventi. Il nostro ambiente è la Terra: che è stata per tutti gli esseri che ci vivono di un generosità infinita. E’ sufficiente metterla a confronto con la desolante desertificazione delle decine di migliaia di galassie che la circondano. La magnanimità con la quale ci ha messo a disposizione le risorse e i suoi equilibri è un patrimonio incalcolabile. In quale altro pianeta si potrebbe trovare un fiore con la sua bellezza e il suo profumo. La terra è buona e continuerà ad esserlo se useremo con essa il rispetto che merita, e sopratutto dobbiamo custodirla come il più prezioso dei beni. Soltanto così continuerà ad essere una buona madre con tutti gli esseri che nutre nel suo grembo. Se sorvoliamo in aereo un qualsiasi punto del nostro pianeta dell’uomo non appare traccia. Eppure ne sta facendo di tutti i colori per rendersi la vita difficile. Basti pensare all’immane tragedia alla quale ogni anno assistiamo  durante le stagioni estive, i roghi che distruggono migliaia di ettari di boschi e quasi con colpevole rassegnazione. E’ evidente che chi commette questo attentato alla nostra sopravvivenza non sa quante migliaia di anni ci sono volute per la loro costituzione e del danno che si arreca alle future generazioni. Mi ricordo che già Alessandro Volta ci ha ammonito dell’influenza dei boschi sul ciclo meteorologico. Povera terra se poco, poco prende un raffreddore per tutti gli esseri viventi non ci sarebbe più scampo. L’uomo, questa grandezza del creato, non deve restare insensibile al grido d’allarme che giunge dal nostro pianeta un poco ammaccato, perché è  ancora in tempo per rimediare ai troppi danni commessi.

 Ugo Armati

 Comitato Esecutivo

 Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti

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