Stop allo spreco alimentare con gli oli essenziali

Expo Milano 2015, 3 agosto (dalla nostra inviata) – Gli oli essenziali possono contrastare il deperimento e il conseguente spreco del cibo, aumentandone quindi la disponibilità, esigenza impellente in un secolo interessato dall’aumento della popolazione a livello globale. A riferirlo è Erica Feliziani, dottore di ricerca in Patologia vegetale ll’Università Politecnica delle Marche. Per causa microbica la frutta e la verdura sia prima che dopo la raccolta vanno incontro a processi di deterioramento. Attualmente circa il 25% della frutta e della verdura prodotte a livello globale va sprecato poiché soggetto marciumi, ma tale percentuale può raddoppiare nei paesi in via di sviluppo. Per contrastare i processi di deterioramento dei prodotti ortofrutticoli in agricoltura convenzionale si usano i fungicidi, molti dei quali sono vietati dalla legge a causa della loro elevata tossicità. Inoltre, oltre a essere dannosi per l’ambiente e per l’uomo, i fungicidi possono innescare lo sviluppo di resistenza da parte dei prodotti stessi. Una valida alternativa a basso impatto ambientale ai fungicidi è rappresentata da sostanze naturali, come gli oli essenziali, estratte dalle piante. “Gli oli essenziali sono prodotti naturali delle piante, una miscela di composti aromatici, idrofobici e volativi, estratti tramite un processo di distillazione da piante officinali”, spiega Erica Feliziani.

Erica Feliziani, Dottore di ricerca in Patologia vegetale dell’Università Politecnica delle Marche.

Gli oli vengono immagazzinati all’interno di speciali strutture di riserva delle piante, e hanno un ruolo di difesa contro l’attacco di parassiti ed erbivori. Anche all’interno di uno stesso individuo può esistere grande variabilità nella composizione degli oli essenziali. Timo, rosmarino, menta e lavanda sono esempi di piante da cui è possibile estrarli. Gli oli essenziali vengono applicati ai prodotti ortofrutticoli per lo più tramite un processo di fumigazione, ma come agiscono? “Tanti composti a basso impatto ambientale, come gli oli essenziali, sono caratterizzati da attività antimicrobica e/o sono induttori di resistenza”, prosegue l’esperta. “In genere gli induttori di resistenza sono parti del patogeno o della pianta, o loro analoghi. Quando tali composti sono applicati alla frutta o in generale ai tessuti vegetali è come se simulassero la presenza del patogeno, andando ad attivare meccanismi di difesa nei tessuti della piante che quindi sono pronte a fronteggiare eventuali attacchi futuri da parte di patogeni. Il patogeno, una volta iniziato il processo di infezione, non viene comunque quasi mai ucciso, ma inibito”. Il trattamento con oli essenziali e altri composti naturali è molto efficace nel contrastare marciumi pre e post raccolta dei prodotti ortofrutticoli, come dimostrano i risultati degli studi condotti su fragole, ciliegie e uva da tavola. In particolare, studi condotti su fragole trattate con oli essenziali dopo la raccolta e immagazzinate per 7 giorni a una temperatura compresa tra – 1 e + 1 C° hanno messo in evidenza che la percentuale di riduzione dei marciumi può arrivare a essere quasi del 50%, più comunemente oscilla attorno a valori dal 20 al 40% (fonte: Romanazzi, Feliziani et al., 2013). Molto significativa anche la riduzione delle perdite, causate dallo sviluppo di marciumi, di fragole trattate sul campo, dunque prima della raccolta, con oli essenziali: le percentuali di riduzione dei marciumi arrivano anche a superare valori dell’80% (fonte: Feliziani, Landi et al., 2015). Le potenzialità di questi composti naturali sono, dunque, elevatissime: permettono di ridurre gli sprechi alimentari ma senza danneggiare l’ambiente, a differenza dei comuni fungicidi, con il risultato di aumentare la disponibilità di cibo. Gli oli essenziali rappresentano una soluzione innovativa e sostenibile di cui ha bisogno il pianeta per nutrire la sua popolazione in rapida e costante crescita.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia).

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