Grilli e bachi da seta, cibo per un futuro sostenibile?

Expo Milano 2015, 4 agosto (dalla nostra inviata Azzurra Giordani) – Grilli, cavallette e bachi da seta potranno nutrire i nostri animali domestici e finire sulle nostre tavole: rappresentano una soluzione sostenibile ai fabbisogni alimentari del futuro. Questo il messaggio emerso durante la presentazione del “Libro bianco sugli insetti commestibili”: evento che ha visto la partecipazione di Società Umanitaria insieme a Salone internazionale della ricerca, innovazione e sicurezza alimentare, e del mondo della ricerca scientifica nazionale. Attualmente siamo 7 miliardi di persone sul pianeta, nel 2050 saremo 9 miliardi, l’aumento della popolazione si tradurrà in aumento della domanda di cibo. L’attuale produzione alimentare è causa di alti livelli di inquinamento: genera una produzione di gas serra equivalente al 18% delle emissioni globali prodotte dalle attività umane, il suo mantenimento rappresenta, di conseguenza, una grave minaccia per il pianeta. La sfida per la comunità scientifica è rendere possibile l’aumento della produttività alimentare attraverso sistemi sostenibili e la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) ha individuato negli insetti commestibili una risposta concreta alla sfida del millennio, dunque una risorsa alimentare alternativa e sostenibile. “Gli insetti rappresentano una fonte di proteine e amminoacidi più efficiente rispetto agli altri animali tradizionalmente allevati per l’alimentazione”, afferma Andrea Mascaretti, presidente del comitato scientifico del Salone internazionale della ricerca, innovazione e sicurezza alimentare “a parità di proteine prodotte, gli insetti consumano quantità infinitamente più piccole di mangimi, di acqua potabile, di energia e di territorio, producono meno gas serra e possono essere utilizzati per decomporre i rifiuti senza entrare in competizione alimentare con gli stessi esseri umani”.

Gli insetti rappresentano una fonte alimentare sostenibile. Maura Calliera, ricercatrice presso il centro Opera dell’Università Cattolica di Piacenza, ci spiega perché e ci parla del “Libro Bianco sugli insetti commestibili”

Gli insetti possono essere impiegati sia per l’alimentazione umana che per produrre mangimi per gli animali domestici. Ma nutrirsi con gli insetti non rappresenta affatto una novità per l’uomo. Secondo la FAO l’uso degli insetti come cibo è praticato in molti paesi del mondo, in particolare in gran parte dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, per un totale di circa 2 miliardi. Prima di introdurli come alimento nei nostri paesi sono, però, necessarie ulteriori ricerche per verificare i rischi per la salute dell’uomo e degli animali e per ottimizzare i sistemi di allevamento, e altri ostacoli da superare saranno, certamente, quelli normativi, poiché al momento non esiste una legislazione che regoli la raccolta e la produzione di alimenti a base di insetti. Ultimo e più grande impedimento all’uso degli insetti come cibo: quello culturale. “L’insetto è relegato a un ruolo negativo: viene visto come qualcosa che danneggia le coltivazioni e le derrate alimentari, che punge”, afferma Mario Colombo, professore di entomologia generale e applicata presso l’Università di Milano “dobbiamo portare l’insetto a un ruolo di dignità, che di fatto ha nell’ambiente e ha avuto nel tempo. L’insetto va visto come alleato: è già usato come alimento e sono note molte sue applicazioni anche in medicina, può essere, dunque, usato a beneficio dell’uomo. Lo definirei oro a sei zampe”. Ci alimentiamo tuttora di poche specie animali e vegetali che abbiamo addomesticato o modificato geneticamente. Sono innumerevoli, invece, le specie da usare come alimento, tra cui gli insetti, a noi sconosciute. L’uso alimentare di alcune specie è un prodotto culturale, pertanto se vogliamo introdurre l’uso degli insetti come cibo dobbiamo realizzare la scoperta di questo nuovo alimento e la stessa informazione non deve riprodurne una percezione negativa. E’ una grande opportunità dal punto di vista ambientale, gastronomico e nutrizionale, essenziale per il futuro del nostro pianeta. La conoscenza delle potenzialità di questa fonte alimentare può essere un motore di cambiamento.

Il progetto #gNeLab Expo, che vede un “presidio” di giovani giornalisti Nell’erba a caccia di notizie su sostenibilità, innovazione, greenicità nei sei mesi dell’Esposizione universale, è frutto della partnership con Carlsberg Italia – Birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Padiglione Italia).

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