Friedl (NASA): “Monitoriamo i campi dai satelliti”

Expo Milano, 16 maggio 2015 (dalla nostra inviata Rachele Bevacqua) – La storia dell’uomo è cambiata quando 11.000 anni fa le popolazioni si sono stabilizzate ed hanno cominciato a coltivare la terra, i nuclei di popolazioni si sono sviluppati attorno ai cicli della natura, organizzando le colture in modo da avere sufficienti derrate per l’inverno, alternando le coltivazioni per dare tempo alla terra di ricostituirsi ed essere più nutritiva.

A distanza di 12 millenni non siamo poi così cambiati, ancora oggi abbiamo bisogno di nutrirci – più che mai, visti i 7 miliardi di individui che siamo arrivati a contare- e lo sfruttamento sempre più intensivo dei terreni agricoli ci ha portato a nuove sfide per l’alimentazione globale.

In tempi recenti – a partire dagli anni Settanta – abbiamo osservato i prezzi del mercato alimentare divenire sempre più volatili, e queste imprevedibili variazioni avere effetti imponenti sui consumatori – sempre quei 7 miliardi- e sulle migliaia di persone che si occupano della filiera, dalla coltivazione alla vendita dei prodotti finiti. L’aumento della popolazione ha portato necessariamente all’incremento e all’intensificazione delle coltivazioni e i cambiamenti climatici hanno fatto il resto. Il risultato è una notevole imprevedibilità delle carestie che a sua volta contribuisce a rendere i prezzi sempre più volatili, rendendo ancora più difficile assicurare un’alimentazione sicura e sufficiente per l’intera popolazione globale. La necessità di ridurre la volatilità dei prezzi e di gestire le carestie hanno reso fondamentale la previsione dell’andamento dei raccolti.

Non c’è posto più adatto di Expo Milano 2015 per parlare delle sfide del futuro nel campo agroalimentare ed è nel Padiglione degli Stati Uniti che incontriamo Lawrence Friedl, direttore del Programma di Scienze Applicate della NASA.

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